Referendum: valgono più gli strombazzamenti ed i proclami che la legge vigente
17 Aprile 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Per concludere degnamente la settimana, propongo un semplice e rilassante giochino. Come quelli dei settimanali enigmistici, tipo scopri le differenze. Questo lo potrei chiamare “scopri chi dice la fregnaccia più grossa”, o ancora meglio “basta che inizi un asino a ragliare e tutti dietro ad imitarlo”.
Il gioco consiste nell’individuare l’incongruità di fondo contenuta nelle frasi riportate, tratte dai titoli o nelle prime battute degli articoli citati. Sono tutte riferite alla possibile data di convocazione dei referendum sui quesiti elettorali. Il lettore distratto potrebbe venire così indotto a pensare che quanto viene dichiarato con tale evidenza sia assolutamente normale, solo leggendo bene e fino in fondo gli articoli si può – forse – scoprire la realtà delle cose. Non tutti però ne tengono conto, alcuni lo fanno ma senza la necessaria chiarezza, comunque dando per scontato che i lettori conoscano a menadito la legge vigente. E se anche fosse una persona attenta e preparata, viene indotta a credere che in Italia cambiare una legge o farne una nuova di zecca sia un gioco da ragazzi.
L’informazione televisiva non si è proprio posta il problema: per come viene ripetutamente riportata la notizia nei TG, il rinvio alla data del 21 giugno non ha alcuna controindicazione, il Capo supremo non conosce ostacoli e se lo decide lui tutto si può fare. La soluzione dell’enigma è in fondo al post, buon divertimento.
– cominciamo con repubblica.it: “La data più probabile è il 21 giugno”
– corriere.it: “Referendum il 21/6”
– lastampa.it: “Chi vuol votare al referendum, cominci a segnarsi domenica 21 giugno”
– ilgiornale.it: “21 giugno o rinvio”
– iltempo.ilsole24ore.com: “Referendum il 21 giugno o si rinvia”
– tg24.sky.it: “Referendum, il 21 giugno o possibile rinvio al 2010″
La palma d’oro per la smisurata fiducia nel verbo del Capo va indubbiamente assegnata al ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, che secondo quanto riporta l’agenzia AGI dichiara: “la data piu’ probabile credo possa essere indicata nel 21 giugno, in occasione del secondo turno delle elezioni”.
Alla fine però, qualcuno si è forse reso conto del problema e formula una differente ipotesi: secondo il sempre attento quotidiano online affaritaliani.it , si va verso il rinvio del referendum al prossimo anno.
Soluzione: articolo 34 della Legge 25 maggio 1970, n. 352: “Ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno.”
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