Intervista ad un prete sul terremoto in Abruzzo
20 Aprile 2009da www.criticamente.it – Don Aldo Antonelli, abruzzese di nascita, è parroco presso la Parrocchia di Santa Croce ad Antrosano piccolo paesino in provincia de L’Aquila. Al telefono ci dice che la sua zona non è stata molto danneggiata. Prete combattivo, “di frontiera”, non si è perso d’animo: assieme ad alcuni amici, vuole realizzare a Fossa, sempre nella provincia aquilana, un gazebo in legno ed acciaio che ospiti gli uffici comunali finché il Comune non sarà reso di nuovo funzionale; dopodiché resterà a disposizione della Pro Loco come luogo di socializzazione e di animazione per la comunità.
di Davide Pelanda
Una sorta di gemellaggio tra la sua parrocchia e il sindaco, una preziosa collaborazione tra mondo laico e religioso. (Per tale progetto si può fare un versamento tramite CCP N. 48208722 intestato a Parrocchia Santa Croce – Antrosano (AQ) Oppure tramite bonifico sul conto postale codice IBAN: IT58 Q076 0103 6000 0004 8208 722).
Ma don Aldo è anche molto arrabbiato con l’attuale Governo, il premier ed i suoi ministri per la strumentalizzazione da “passerella elettorale” populistica che di certo non aiuta chi è rimasto senza casa.
«E’ da fine di novembre 2008 che la città dell’Aquila ha incominciato a tremare. – ci dice al telefono – Per ben oltre quattro mesi, nonostante l’allarme dell’ing. Giuliani che per questo è stato maciullato per una settimana intera, nessuno ha mosso una foglia. Nessuno ha preteso l’evacuazione abusiva e anticipata della città, come si è voluto far intendere dai cantori a pagamento e dagli spin doctors di turno, ma che almeno si fosse allertata la popolazione, si fosse detto cosa fare in caso di improvvisa emergenza, dove radunarsi , ecc…
Se il disastro non si è rivelato più grave di quanto realmente accaduto, lo si deve solo alla capacità intuitiva della gente-fai-da-te che già nella mezzanotte tra la domenica e il lunedì di quel 6 aprile ha lasciato le abitazioni per andare a dormire nelle macchine o per tornare nei paesi di origine. Quattro studenti della mia parrocchia si sono salvati solo perché hanno avuto la prontezza di scappare dall’Aquila dopo la prima scossa delle 23,30. Ciò che fa rabbia è il silenzio delle istituzioni. Il Palazzo della Prefettura viene evacuato intorno alla mezzanotte e ai cittadini non viene detto niente!»
Di recente lei ha scritto una lettera molto dura agli amici arrivata via mail dove, ad un certo punto, diceva riferendosi ai ministri dell’attuale Governo: “Assassini! Mi viene il vomito al solo vederli! Assassini travestiti da crocerossini: mi viene la pelle d’oca al solo sentirli nominare! Vampiri che si auto-riciclano come donatori di sangue! Non trovo parole! …”. L’arrivo di tutta queste persone dell’attuale Governo mi sembra non le abbia fatto una buona impressione… Solo passerella pre-elettorale?
«Dici bene: solo passerella elettorale! In tre giorni abbiamo visto una dozzina di ministri alternarsi sui balconi della sciagura, circondati da tanto di guardia del corpo e da fotografi e da giornalisti e da cortigiani di sorta. “Ministri al lavoro in prima fila. La squadra: Alfano, Zaia, La Russa, Tremonti, Bossi e Calderoli tra la gente per coordinare le operazioni” titolava un giornale! Senza pudore alcuno, si sono tuffati a precipizio, come si tuffano i falchi sulle carogne. Che io sappia, gli unici che sono andati che con molta discrezione e senza rilasciare dichiarazione alcuna, sono stati Franceschini e Di Pietro. Li avete visti voi in televisione?»
Lei ha anche scritto sul sito di Micromega “Peccato che di Santoro ce ne sia solo uno!”
Che ne pensa di Annozero e di come la vostra tragedia è stata spiegata da Michele Santoro e dalla sua redazione, che proprio in questi giorni sta vivendo nuovamente delle pressioni e delle vere e proprie censure? Non ultimo l’ “espulsione” (per usare un termine calcistico) del vignettista Vauro?
«Ho visto la trasmissione Anno Zero e non capisco cosa ci sia stato di “indecente” sì da attirarsi all’unisono l’ira di Silvio Berlusconi e di Gianfranco Fini. Meglio, capisco l’allergia di Sansilvio a tutto ciò che non sia plauso, compiacenza e genuflessione. Pur riconoscendo esplicitamente “lo straordinario impegno dei Vigili del fuoco e della Protezione Civile”, cui Santoro ha dato atto di aver fatto “tutto il possibile e più del possibile” (parole testuali che si possono riascoltare connettendosi ad Internet www.annozero.it), si è voluto puntare l’indice “sulla mancata prevenzione, sia sotto l’aspetto della normativa e dell’edilizia antisismica, sia sotto quello dell’organizzazione dei soccorsi” (Giovanni Valentini su La Repubblica del 15 Aprile). Ma forse non è questo il compito dell’autentica “Informazione”, che in un regime di generale asservimento ai dictat del potere deve diventare anche “Controinformazione”? Ora si pretende che Santoro faccia una trasmissione riparatrice… Io, stessi al suo posto, manderei la replica intera della puntata incriminata! Piuttosto, ho davanti a me, le scene, queste sì indecenti, dello spumante e delle fette di mortadella sbandierate in parlamento “alla faccia di Prodi” di qualche mese fa. Avete sentito i due corifei dire qualcosa?»
Si sono visti anche alti prelati ai funerali di stato delle vittime, non ultimo il presidente CEI monsignor Angelo Bagnasco far visita nelle tendopoli. Li ha sentiti vicini alla popolazione? Ha sentito la fratellanza umana e cristiana in loro?
«Plaudo alla decisione del Papa di rinviare in tempi meno tumultuosi la sua visita; staremo comunque a vedere come si svolgerà…. Mentre mi troverei a disagio nei panni di un Bagnasco che si avvicina e resta lontano: accorcia le distanze mentre le mantiene. Cosa voglio dire? Al suo posto, mi sarei presentato in veste non ufficiale, meno reclamizzata. In fondo la chiesa è quella dei poveri cristi che portano la croce, che offrono aiuto, che accorrono col grembiule: una Chiesa più attenta a lavare i piedi dell’umanità che non preoccupata di curare le vesti che porta addosso. E’ una chiesa che non si vede, ma si sente».
Ora si parla di ricostruzione sia de L’Aquila che nell’Abruzzo. Avete paura dell’arrivo delle speculazioni in odore di mafia?
«Il pericolo di infiltrazioni mafiose c’è ed è reale. E non soltanto perché là dove c’è odor di soldi la mafia immancabilmente alligna, ma anche per una motivazione aggiunta: la politica stessa, dalla “scesa in campo” di Berlusconi e della sua destra, è diventata organica alla mafia. E’ un mondo tutto da scoprire quello dei rapporti tra Berlusconi e la mafia: i segni comunque ci sono: Milano 2, Arcore e lo stalliere Mangano, Dell’Utri e compagnia bella. Con l’O.K. del popolo plaudente, Berlusconi ha riempito il parlamento di figure sospette: “suoi” avvocati, “suoi” ragionieri, “suoi” commercialisti, “sue” veline. Di fronte a questi aggettivi possessivi che accompagnano professionalità varie come non pensare all’altro aggettivo possessivo di “Cosa nostra” che sembra essere diventata “Casa nostra”?»
Si fida dei nostri governanti e dei tempi diciamo così “tecnici” che hanno avanzato, cioè 24 mesi? Oppure rimarrete nelle tendopoli e nei prefabbricati a lungo come per l’Irpinia e i precedenti terremoti?
«Le frasi pronunciate dal premier a L’Aquila hanno qualcosa di déjà vu: “Entro due anni gli abitanti riavranno le case”. Sono le stesse parole che pronunciò a San Giuliano, il paesino del Molise dove il 31 ottobre 2002 il terremoto si era accanito contro la scuola uccidendo 27 bambini e la loro insegnante. Tre giorni dopo la strage, il premier convocò una conferenza stampa: “Mi sono intrattenuto con degli amici architetti per mettere a punto un’ipotesi di progetto per la costruzione di una nuova San Giuliano“. Anche allora il disegno era quello della new town, la città satellite: “Un quartiere pieno di verde con la separazione completa delle automobili dai percorsi per i pedoni e per le biciclette. Un progetto che potrebbe portare in 24 mesi a consegnare agli abitanti di San Giuliano dei nuovi appartamenti funzionali, innovativi, costruiti secondo le nuove tecniche della domotica“.
Sono passati sette anni e a San Giuliano è ancora tutto da finire… Sarebbe interessante andare a farvi una visita. Peccato che molti dimenticano o fanno finta di non ricordare. Tra bugie e gaffes Berlusconi, non so fino quando, continua a tenersi a galla come un pallone gonfiato. Non so se è una scusante o un aggravante, ma ho l’impressione che lui la falsità la tenga nel suo DNA come un elemento portante del suo patrimonio genetico».
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