Cronache dal terremoto – Marco
30 Aprile 2009da terremoto09.wordpress.com – Confesso che leggendo questa bella storia non ho potuto fare a meno di commuovermi, forza gente d’Abruzzo! (sf)
Avevo deciso di non pubblicare storie personali, ma chiunque venisse in questi luoghi si renderebbe conto ben presto che è impossibile raccontare questi giorni, questi paesi, questi monti e questi eventi senza raccontare le tante storie delle persone che in questo duro momento nella vita degli aquilani hanno rappresentato e rappresentano per i loro concittadini una luce e un sostegno. Nel campo di Spogna tutti mi dicono che devo rendere pubblica la storia di Marco.
Marco è un abitante di una frazione di Lucoli, Collemento, un militare di professione. Si trovava in casa sua la notte del terremoto ed è stato fortunato: la sua casa, appena ristrutturata, regge all’impatto del sisma. La paura però è tanta e Marco carica la famiglia in auto per portarla via. Uscito di casa sente le grida di un vicino ed accorre in suo aiuto passando per un vicolo strettissimo dal quale piovono tegole e grondaie. Riesce a portare al sicuro il signor Vincenzo, ma la moglie è ancora in casa, e Marco corre a recuperare la signora terrorizzata ed incapace di uscire attraverso mura pericolanti. Sono salvi, e non sapendo che fare decidono di raggiungere la piazza del Comune. Ma sulla strada altre grida di aiuto.
Il badante del signor Alessandro Properzi, un anziano compaesano invalido, non riesce a portarlo da solo al pianterreno per fuggire dall’abitazione scossa dal terremoto. E Marco torna dentro ancora una volta, si carica Alessandro sulle spalle e riesce a portare in salvo anche lui.
Tutto il paese si raduna nella piccola piazza del Comune e si accampa nelle auto in attesa di notizie. Si capisce subito che il terremoto è stato forte, basta guardarsi in giro.
Gli stati generali del comune selezionano le aree dove attrezzare le tendopoli e si comincia ad organizzare. Marco sale a San Giovanni e lì, dopo 3 giorni, la Protezione civile arriva: scarica un po’ di tende, e poi scompare.
Marco, con l’aiuto di altri compaesani sfollati, legge le istruzioni ed inizia a montare il campo. Gli sfollati di Spogna sono, per la maggior parte, persone anziane, ma tra loro anche diversi bambini, dai 13 anni ai 18 mesi del piccolo Matteo. Tutti conoscono Marco, e fanno da subito riferimento a lui per ogni esigenza. Un po’ alla volta il campo prende forma, ma ci sono solo le tende. Mancano i bagni, le docce, manca la cucina, manca un minimo kit di pronto soccorso: manca tutto.
La Protezione civile a volte passa, tante domande e basta: e quali domande?
Non si chiede se serva qualcosa, si chiedono le autorizzazioni. Non si chiede se serva una cucina, ma si dice che non si può più cucinare su fornelli di fortuna. E questo racconto potrebbe andare avanti per ore, ma non è quello che voglio. Io voglio parlare di Marco.
Marco organizza, soccorre, cucina, raccoglie vestiti e li smista, scende al campo più in basso a rifornirsi di generi alimentari, parla con le persone, le conforta, le aiuta. E Marco è uno sfollato come loro, come gli altri per i quali si sta prodigando. È in congedo volontario, non in servizio. Ma la voce che al campo di San Giovanni c’è l’esercito si sparge e altra gente comincia ad arrivare. Arrivano, cercano l’esercito e l’esercito è lui, Marco.
Sempre disponibile per tutti, nella sua uniforme che per qualche misterioso motivo è sempre pulita ed in ordine, anche se lui non sta fermo un momento.
Catia è sua moglie. Insieme hanno organizzato, da soli, un campo che ora ospita 80 persone nella tendopoli e quasi altrettante che vivono in camper, roulotte e tanti, ancora tanti, nelle automobili.
Ma qui tutti hanno un pasto caldo, il caffè sempre pronto, qualcuno sempre disponibile.
Qui sono arrivati i ragazzi del meetup “Amici di Beppe Grillo” di Napoli, stanno dando una mano, sono in gamba.
Due giorni fa l’arrivo di un piccolo contingente di militari: cinque ragazzi, hanno portato una cucina da campo e si occupano dei pasti per gli sfollati. Finalmente si riesce a mangiare con regolarità. E sono arrivati anche i bagni chimici: dopo 2 settimane dal sisma.
Marco è sempre qui, sempre presente, sempre disponibile. Marco non viene stipendiato per quello che fa. Quando telefona per cercare di risolvere tutti i tanti problemi di un campo in queste condizioni usa il suo cellulare; ha ricevuto una ricarica di 10 euro dalla TIM come tutti gli sfollati. Quando va a fare la spesa per il campo usa la sua macchina e paga la benzina, come quando accompagna un anziano in ospedale, a L’Aquila.
E passano i controlli, anche i NAS, e gli chiedono sempre se è lui il responsabile, ma sempre lui risponde che qui è solo il punto di riferimento dei suoi compaesani, perché un responsabile a San Giovanni non è mai arrivato.
E sinceramente, visto come vengono gestite le cose altrove penso sia meglio così.
Forza Marco, non mollare.