Giorgiana Masi: quando è stata uccisa aveva quasi 19 anni
12 Maggio 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Nel 1977 a Roma si respirava un’aria pesante, le manifestazioni in piazza venivano regolarmente proibite dal Ministero dell’Interno, titolare del dicastero era Francesco Cossiga, che allora si scriveva con la K. Mi ricordo bene quell’anno tumultuoso, i giovani scendevano lo stesso in piazza a manifestare, si iniziava srotolando gli striscioni e si finiva tra il fumo dei lacrimogeni. Avevo vent’anni e non posso dimenticare quell’atmosfera allucinante.
Ancora ricordo la mia incredulità quando arrivò la notizia che a Ponte Garibaldi, durante una delle tante manifestazioni non autorizzate, una giobane ragazza era rimasta uccisa. Durante una manifestazione promossa dai radicali, per ricordare la vittoria di tre anni prima nel referendum sul divorzio, il 12 maggio del 1977 quell’angolo di Roma ha vissuto momenti di caos e follia. Giorgiana Masi, 19 anni ancora da compiere, era là. All’inizio non fu chiaro se fosse tra i manifestati o passava per caso, ma cosa importa il perché fosse in quel luogo. Di sicuro fu raggiunta alla schiena da un proiettile calibro 22 long rifle, tipologia all’epoca autorizzata anche per la caccia. Quelle piccole bastarde di pallottole andavano bene per sparare alle lepri ed ai fagiani, si potevano usare a distanza notevole utilizzando una carabina dotata di cannocchiale. A Giorgiana spararono da lontano, forse dal ponte come riferirono alcuni testimoni. Probabilmente non si rese nemmeno conto di quanto le stava accadendo, le mancarono le forze e venne trascinata al riparo da una amica, che si accorse solo dopo del sangue. Una vittima innocente, coinvolta in un piano molto più grande di lei.
Quella morte inutile e crudele ha fatto discutere fino ai nostri giorni delle sue possibili cause, ma non abbastanza. La manifestazione dei radicali fu infiltrata da elementi dell’autonomia, contro di loro si schierarono reparti di polizia in assetto di guerra. Non vi fu parsimonia di manganellate e lacrimogeni, e qualcuno usò anche le pistole. La storia di quella folle giornata con le foto dell’epoca la potete trovare a questo indirizzo ed in molti altri siti.
Negli anni successivi l’inchiesta sull’omicidio di Giorgiana Masi venne archiviata, non vennero mai individuati i responsabili. Questi potevano essere tra la polizia, ci sono foto che mostrano persone in borghese accanto agli agenti: chi armato di pistola chi di armi improprie. Potevano essere tra i manifestanti, infiltrati da provocatori e violenti provenienti da chissà quale parte. In seguito venne rinvenuta una pistola calibro 22 in un covo delle BR, non vi fu mai però la certezza di poterla abbinare a questo episodio. Personalmente sono sempre stato convinto che sia stata utilizzata una carabina, il piccolo proiettile attraversò il corpo di Giorgiana arrivando forse a ferire una ragazza vicina a lei, secondo la versione ufficiale . Anche per un non esperto di balistica risulta difficile credere che un colpo esploso da oltre 30 metri di distanza da una semiautomatica cal. 22 possa aver prodotto tutti questi danni. Anni dopo Angelo Izzo, uno dei massacratori del Circeo, in una “rivelazione” accusò dell’omicidio il suo compagno di nefandezze Andrea Ghira: fu dimostrato che quest’ultimo non c’entrava nulla, era lontanissimo in quel momento.
Insomma anche su questa triste storia hanno speculato in tanti, dopo 32 anni rimane solo il ricordo di quella bella ragazza innocente, il suo viso nella foto della carta d’identità mostra l’espressione un po’ triste ed imbronciata, lo sguardo che sembra vagare lontano.
L’allora ministro Cossiga è stato sempre al centro di questa storia, prima per il ruolo istituzionale ed in seguito con le sue esternazioni. Invito a leggere questa trascrizione dell’intervista andata in onda il 27 aprile del 2003 in una puntata di Report, oltre al testo dell’intervista pubblicata sul Quotidiano Nazionale il 23 ottobre 2008. Quest’ultima in particolare mette i brividi a chi ha vissuto quell’epoca, ed ancora a distanza di tanti anni vede scene di infiltrati nelle manifestazioni.
Per fortuna lo scorso anno in Piazza Navona sono volate soltanto sedie e tavolini. I suggerimenti di Cossiga vanno però in un’altra direzione, ecco il suo amarcord:
“Maroni […] dovrebbe ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. […] Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri […] nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano […], soprattutto i docenti […] non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. […] Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!”
15 commenti presenti
l’erba cattiva non muore mai…
Scritto da stardust il 12 Mag 2009
E’ infamante per il nostro paese che Kossiga abbia potuto dire quelle cose in tutta tranquillità.
Scritto da maqroll il 12 Mag 2009
Caro Sergio,
sono affascinato dai racconti di chi certi avvenimenti li ha vissuti in prima persona. Nessuna ricerca, nessun libro potrà far comprendere il sapore di quei giorni. Sono un figlio degli anni 80, e purtroppo (o per fortuna?) ho un vago ricordo persino della strage di Capaci.
Pensa che spesso interrogo mia nonna per ore (in qualche pranzo domenicale) sul perchè ami così tanto la figura di Mussolini, ed odi così tanto gli americani che le lanciavano “missili” addosso mentre andava in bicicletta. Era costretta a gettarsi nel fosso.
P.s.: sapete qualcosa sul processo al Ministro Fitto? Il mio calendarietto recita un “12 maggio: Ministro Raffaele Fitto processo Giudice Monocratico Bari. Concorso in turbativa d’asta”.
Qui un articolo di 3 mesi fa:
http://www.corriere.it/cronache/09_febbraio_03/fitto_bari_rinvio_giudizio_bed4c0ae-f1ea-11dd-9d2c-00144f02aabc.shtml
Sul sito del Tribunale di Bari non ho trovato niente. Wil
Scritto da Wil Nonleggerlo il 12 Mag 2009
Caro Wil, ci credi se ti dico che il significato di quei giorni lo comprendo molto meglio ora? A quei tempi credevamo troppo in tutto quello che ci veniva sventolato sotto al naso, ora invece c’è un enorme strumento di informazione, quello che sto utilizzando in questo momento: la rete. Ci fosse stato allora, con la voglia di cambiare le cose che spingeva a fare cose folli, sarebbe stata tutta un’altra storia, un’altra organizzazione. Oggi invece manca la fantasia e la spinta a rischiare, c’è troppo da perdere. Ci si accoda per comodità all’opinione di altri, spesso di chi urla più forte. Sempre e comunque a chi va in televisione.
Anch’io ero affascinato dai racconti di mia nonna, lei però non amava affatto Mussolini. Una volta era stata minacciata ed inseguita dai fascisti perché era uscita da casa con un golfino rosso, colore proibito ai tempi delle camice nere. Mio nonno socialista invece si è dovuto gettare in un canale per sfuggire ad una squadraccia che lo voleva rimpinzare di olio di ricino. Per non parlare poi del periodo di occupazione dei tedeschi, anche le bombe americane erano quasi le benvenute, purché li facessero sloggiare alla svelta.
Scritto da Sergio Fornasini il 13 Mag 2009
Può essere utile rileggere la descrizione dell’accadimento fornita da Montanelli nella sua “Storia d’Italia” scritta con Cervi.
Senza fronzoli e diretta al punto, ricordando soprattutto le vittime innocenti tra le forze dell’ordine.
“Il 22 aprile, un poliziotto che sorvegliava uno dei tanti cortei minacciosi del momento fu ucciso, e tre suoi colleghi feriti. Dal Viminale Cossiga decise di non consentire altre manifestazioni: non intendeva permettere “che i figli della borghesia romana uccidessero i figli dei contadini del Sud” (era, ancora una volta, la contrapposizione tra studenti e agenti, già fatta da Pier Paolo Pasolini per Valle Giulia). Nonostante la proibizione il Partito radicale volle ugualmente inscenare una manifestazione per celebrare il terzo anniversario della vittoria nel referendum per il divorzio, e la polizia fece fuoco -fu costretta a far fuoco, dissero i responsabili dell’ordine pubblico- uccidendo la studentessa Giorgiana Masi: dal che derivarono altre manifestazioni, in tutta Italia”.
Un breve brano, certo, ma significativo per rendersi conto di chi fosse il grande Montanelli. Perchè troppo spesso, specialmente i più giovani (fossero stati vivi all’epoca avrebbero volentieri applaudito la sua gambizzazione) lo confondono con Travaglio.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 13 Mag 2009
Ehe caro Fornasini,
spero tu possa solo immaginare le discussioni che ne nascono con mia nonna … non rimango in ascolto come mi raccontasse Hansel e Gretel … ma è dura, dura, dura. E ne rimango ogni volta più allibito.
L’altro giorno scavando tra le sue cose ho trovato le pagelle delle elementari formato-duce: 5 anni di sufficienze, in tutte le materie, in tutti gli anni. Sempre. Ogni semestre, ogni anno pagelle identiche. Non vorrei che quel tipo di istruzione … Lei ricorda la sua giovinezza (è del 26) con particolare gioia e spensieratezza … e quando provo a rimembrarle il dramma del nazismo e delle leggi razziali, non riesco che ad ottenere discorsi su Dazi e “si, ma ha fatto tante cose buone”, o “ma che vuoi che ti dica Willy, io sono stata benissimo … sì, anche se i miei cugini sono dovuti fuggire nelle Americhe” … e lì scattano le urla.
Dici una cosa perfetta: oggi più di tutto manca il coraggio di rischiare quel poco che si è accumulato con tanta fatica. Ed è anche per questo che alcune scelte politiche appaiono tanto scontate. Una sorta di “Non ti chiedo nulla, ma tu non chiederlo a me, accontentati dei sogni”.
Solo una crisi ancor più spietata, od un “fondo” vero ci permetteranno di tornare a guardare non l’orticello, ma gli interessi di tutti? WN
Scritto da Wil Nonleggerlo il 13 Mag 2009
@ Wil: ti sei fatto il calendarietto con i processi dei politici? Get a life (sia detto con rispetto)! Temo comunque che non ti bastino i canonici 365 giorni.
@SF: la rete è ottimo come strumento di comunicazione, ma quanto a informazione credi davvero che, tra chi naviga in rete, non ci siano frotte di coloro che “credono a tutto quello che gli si fa sventolare sotto al naso”? Certo, è una grande banca dati, ma è un mare pericoloso che richiede una buona barca di cultura, metodo scientifico e capacità di analisi lucida e critica per essere navigato. Oppure si naufraga, andando magari dietro, in modo fideistico, a chi “urla più forte” e non solo in tv, Grillo docet.
Quello che mi lascia interdetto è piuttosto l’atteggiamento di chi, ad esempio nei commenti del blog di Grillo, dopo aver parlato di un brutale piano di annebbiamento delle coscienze mediante la televisione, che pure nessuno è obbligato a guardare, e dopo aver denunciato le ultime indegnità del regime berlusconiano, va a fare altro e non sale in montagna col fucile come ci si aspetterebbe da chi pronuncia simili frasi. Mio nonno, toscanaccio di Figline classe 1920, tuttora vivo e vegeto e arzillo, preso atto che c’era un regime agì di conseguenza; il tutto ad un’età inferiore a quella di molti rivoluzionari che nemmeno usano le parole, bensì la tastiera.
ps; scrivendo il plurale di “coscienza”, ossia “coscienze”, mi è venuta la curiosità di verificare quanti ritengono che si dica “coscenze”: sorprendentemente sono 13mila e passa geniacci, e i primi le vorrebbero pure “smuovere”! ma muovere una pagina del dizionario no?
Scritto da marco il 14 Mag 2009
@ Marco, la rete è talmente grande e piena di scritti che le stupidaggini abbondano, è un dato statistico. Fai bene a ricordare chi urla anche da queste parti, di certo qui esiste anche la possibilità di andare a cercare notizie e commenti e farsi un quadro più completo delle situazioni. Tanto per fare un esempio, se la TV trattasse anche solo un decimo delle notizie che girano in rete sono convinto che la nostra realtà sarebbe ben diversa. Molto probabilmente migliore, più informata. Ai miei tempi i giornalisti erano forse meno omogeneizzati di adesso, e se non ti accontentavi dei quotidiani più diffusi dovevi per forza spendere altri soldi per acquistare la cosiddetta stampa “alternativa”, con i moltissimi limiti che oggettivamente si incontravano. Ora con un click leggi di tutto, delle più diverse provenienze politiche. E ti pare poco? A me sembra un miglioramento epocale, anche se credo che la maggior parte degli internauti si accontenti di leggere sempre e solo dagli stessi siti.
Per quanto riguarda imbracciare le armi e salire in montagna, resto del mio parere: abbiamo troppo da perdere per farlo. Meglio indignarsi su un blog cazzuto o ritenuto tale, poi uscire con l’auto nuova, magari un bel SUV, andare a fare shopping e portarsi dietro il telefonino da 400 e passa euro, facendo finta di saperlo usare per qualcosa che vada oltre la semplice telefonata.
Scritto da Sergio Fornasini il 14 Mag 2009
@Sf: quella barca di cui parlavo ieri serve ovunque, non solo su internet, e permette di filtrare anche ciò che si dice in tivù, che però è un media molto diverso dal web proprio per ragioni strutturali: non è una banca dati, quindi essa sceglie e seleziona la pappa pronta per lo spettatore, che può solo cambiare canale; questa selezione avviene per ragioni di tempo che sono ovvie, cui si aggiungono le scelte editoriali legate spesso alla proprietà (ecco un problema) e al business pubblicitario (altro problema).
Una televisione generalista non può certo dedicare granchè all’informazione, perchè attirano più spettatori gli intrattenimenti. Una televisione tematica (e anche una veramente pubblica) possono farlo e, tra i canali tematici, non mancano ottimi esempi italiani che nulla hanno da invidiare a omologhi euro-americani.
Quindi i media sono diversi per struttura (web, radio, tv, giornali, libri) e questa struttura modifica il modo e anche il genere di informazione: sta all’utente, se è interessato (è legittimo anche non esserlo) approfondire nella più totale pluralità di voci e media, quindi da questo punto rivendico il diritto della tv di essere diversa dal web, come dai giornali.
Internet da questo punto di vista della pluralità e della quantità di informazioni è sì un bel passo avanti, ma come tu dici offre una “possibilità” che molti non sfruttano, a loro scapito.
Sui giornalisti di un tempo, posto che io mi sono documentato a posteriori per ragioni anagrafiche, ti devo osservare che molti sono gli stessi di oggi: vuol dire che, se si sono omogeneizzati, lo hanno fatto da sè. Certo che è cambiato il quadro generale, oggi navighiamo verso il bipolarismo (o bipartitismo), all’epoca c’erano invece quattro grandi partiti (uno con molte correnti) e una serie di formazioni minori. E c’erano anche forti ideologie, anche se all’indottrinamento preferisco il sondaggio.
Sulla montagna, forse partiamo da presupposti diversi: tu vedi evidentemente un regime da combattere (ti interpreto)che non viene combatutto perchè chi dovrebbe farlo ha troppe cose a cui tenere. Io non vedo nessun regime, so che non siamo affatto nel migliore dei mondi possibili, ma del resto questo intero pianeta non è il migliore mondo possibile.
Quindi secondo me la salita in montagna manca perchè non c’è il regime, e se ne parla a sproposito. E sbagli, secondo me, dicendo che oggi ci sarebbe troppo da perdere per combattere: c’è sempre qualcosa da tenersi stretto, a cominciare dalla vita, dalla salute, da un tetto o da un lavoro; se mi dici che questi gadget e questo benessere sono una sorta di compensazione, ti rispondo che un regime soffoca la libertà ad un punto tale che questo tipo di cose non contano più. Evidentemente la libertà c’è, non staremmo qui a parlarne, verremmo zittiti o rischieremmo grosso, e io chiamerei “regime”, questo sì, l’ignoranza, l’ipocrisia e il menefreghismo che molti dimostrano ma che è totalmente una loro scelta, una scelta di non essere liberi, di non voler spiccare il volo anche se, a guardar bene, le ali ci sono eccome.
Scritto da marco il 15 Mag 2009
@ Marco: personalmente non ho mai parlato di regime, neppure evocato la salita in montagna con il fucile, l’hai fatto tu suggerendolo ai tizi indignati di cui parlavi. E di rimando, ho espresso pari scetticismo sulla loro indignazione da desktop.
@ Wil: tua nonna andrebbe perfettamente d’accordo con mia suocera, anche lei nostalgica. È normale, chiunque ricorda con piacere la propria giovinezza. Mia suocera è però molto allergica all’attuale premier, non so tua nonna cosa ne pensa invece.
Scritto da Sergio Fornasini il 15 Mag 2009
@ Dean: anche Montanelli può aver scritto qualcosa di non completamente corretto, era di carne ed ossa anche lui. I responsabili dell’ordine pubblico, a quanto riportano le cronache, non dichiararono mai che fu la polizia ad uccidere Giorgiana Masi. Cossiga fu costretto ad ammettere la presenza di uomini delle forze dell’ordine infiltrati, in borghese ed armati, ma solo perché c’era l’evidenza delle foto. L’allora ministro dell’Interno non ammise mai che le armi furono usate quel giorno, negando l’evidenza e quanto riportato dai testimoni. La magistratura archiviò l’indagine senza individuare responsabilità. Oltretutto, le forze dell’ordine non avevano in dotazione armi in calibro 22 LR. Lo stesso Cossiga si è dichiarato pronto alle dimissioni al manifestarsi di una condizione: avere “le prove che la polizia aveva sparato”. Nel 2003, sempre in relazione a questo brutto episodio, ha dichiarato: “Non li ho mai detti alle autorità giudiziarie e non li dirò mai i dubbi che un magistrato e funzionari di polizia mi insinuarono sulla morte di Giorgiana Masi: se avessi preso per buono ciò che mi avevano detto sarebbe stata una cosa tragica”. Non si è avveduto che la tragedia c’era stata, eccome.
Per arrivare poi ad una intervista al Corriere della Sera, pubblicata il 25 gennaio 2007 a pag. 25, nella quale Cossiga ha dichiarato di essere una delle cinque persone che sono a conoscenza del nome dell’assassino. Forse uno di quei cinque era Montanelli?
Nella sentenza del 1981 si legge: «…È netta sensazione dello scrivente che mistificatori, provocatori e sciacalli (estranei sia alle forze dell’ordine sia alle consolidate tradizione del partito radicale, che della non-violenza ha sempre fatto il proprio nobile emblema), dopo aver provocato i tutori dell’ordine ferendo il sottufficiale Francesco Ruggero, attesero il momento in cui gli stessi decisero di sbaraccare le costituite barricate e disperdere i dimostranti, per affondare i vili e insensati colpi mortali, sparando indiscriminatamente contro i dimostranti e i tutori dell’ordine».
Le indagini furono riaperte nel 1998 ed affidate al PM Giovanni Salvi, e non portarono a nulla di nuovo.
Il brano da lei riportato, caro Dean, è una descrizione frettolosa. Va bene che Montanelli fu un grande giornalista, ma non poteva scrivere equilibratamente e dettagliatamente di tutto. Ha scritto e detto molte altre cose interessanti, anche sull’attuale premier.
Saluti
Scritto da Sergio Fornasini il 16 Mag 2009
Sergio.
Il mio non voleva certamente essere un contributo alla ricostruzione dei fatti, che come ha fatto notare lei, presentano ancora delle zone oscure.
E probabilmente nemmeno Montanelli riteneva di avere in tasca la verità sull’episodio.
Trovo però sinceramente fastidioso, anche se posso comprenderlo dal punto di vista umano, che, ogni qual volta ricorra un anniversario, si ricordi sempre la morte dei poveri manifestanti, o addirittura di qualche assassino (non è questo il caso, intendiamoci), ma non si faccia altrettanto con le vere vittime innocenti dell’epoca, quei “figli dei contadini del Sud” citati da Cossiga.
L’uomo ed il giornalista Indro, lo sappiamo bene tutti e due, caro Sergio, stava dalla parte di quegli agenti scelti come bersagli sacrificali, colpevoli solo di indossare la divisa e di rappresentare quello Stato che dei gruppi di criminali volevano sovvertire o, perlomeno, terrorizzare.
Pochi giorni dopo l’uccisione della Masi, il 2 Giugno 1977, a Montanelli, colpevole di essere un serio giornalista di destra oltre che un simbolo della difesa dello Stato democratico, spararono alle gambe.
Lo ripeto ancora una volta. Trovo sconcertante che ora, nel 2009, quest’uomo rappresenti uno dei simboli di chi è altamente antidemocratico, di chi svolge il suo stesso mestiere senza averne il talento ed utilizza menzogne ed omissioni per scopi prettamente politici, di chi vuole sovvertire l’esito delle elezioni a colpi di indagini e sentenze, di chi sventola ancora la bandiera con falce e martello.
Tutti uniti sotto il vessillo antiberlusconiano, utilizzando ad arte i pareri di un Montanelli più che ottuagenario e prossimo alla dipartita, dimenticando, raramente per ignoranza, più spesso per convenienza, tutti i decenni di carriera precedenti del giornalista. Il quale, tra parentesi, non è diventato famoso grazie alle sue frasi sul premier.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 17 Mag 2009
Dean, va bene ricordare i poveracci figli di contadini, ma Giorgiana Masi non era forse altrettanto innocente, ed oltretutto disarmata quando l’hanno colpita alle spalle?
Comunque il Montanelli più che ottuagenario era lucidissimo, non mi sembrava affatto rincoglionito quando ha espresso pesanti giudizi sull’attuale premier. Personalmente, nel centesimo anniversario della sua nascita, ho ricordato sinteticamente in questo blog (ma credo abbastanza completamente) la sua brillante carriera. Non credo di appartenere alla categoria da lei citata di giornalisti & C. che ricordano solo le parti a loro più convenienti del lavoro del grande Indro.
Scritto da Sergio Fornasini il 17 Mag 2009
Sergio.
Il nostro nome è ciò che ci identifica tra la massa. Il nostro errore è quello di ricordare le vittime dell’epoca tra le forze dell’ordine con generali commemorazioni e non con nome e cognome, a differenza dei morti cosiddetti civili. Ci vorrebbe almeno pari dignità.
Sul Montanelli ultima versione, non posso che confermare il fatto che non amasse il Berlusconi uomo politico, e lo osteggiasse per motivi personali e democratici a suo dire ben argomentati.
Non so, viceversa, in che stato di salute fosse Indro negli ultimi anni, ma potremmo chiedere a D’Avanzo di presentarci il geriatra da lui contattato per Berlusconi per un parere medico.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 17 Mag 2009