NONSOLOSOLDI: CESSIONE DEL QUINTO O CESSIONE DELLA VITA?
27 Maggio 2009di Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com
Una lettrice ha scritto segnalando un caso personale che probabilmente interessa moltissimi lettori costretti, in questi tempi, a farsi fare un prestito per tirare avanti.
Avendo la fortuna di avere un lavoro fisso ha optato per la cessione del quinto dello stipendio, la formula più rapida, per chi è un dipendente, per ottenere credito mediante la cessione, appunto, di un quinto dello stipendio (considerata la soglia massima cedibile, che consente, con il residuo stipendio, di proseguire una vita “normale” rimborsando il prestito mensilmente). In teoria, tutto bene, il prestito è stato concesso rapidamente e la cifra erogata è quella prevista dalla legge in funzione dell’ammontare dello stipendio e dell’anzianità maturata.
Ma la povera lettrice (giovane mamma con problemi finanziari) si è accorta solo dopo aver ottenuto i sospirati 10.000 euro che le condizioni del prestito apparivano esose: in dieci anni il contratto prevede rate mensili di 180 euro, per un totale di 20.900 euro, cioè più del doppio di quanto ottenuto.
La signora non è evidentemente in grado di quantificare il tasso applicatole, ma ad occhio è certo capace di capire subito che c’è una grande sproporzione tra quanto ricevuto e quanto s’impegna a restituire. Con i tassi ufficiali all’1%, ci si dovrebbe aspettare un debito complessivo un po’ più basso.
Vediamo di fare due calcoli finanziari per fornire alla signora (ed ai tanti lettori che magari si apprestano a seguirla sulla strada della cessione del quinto dello stipendio) qualche elemento di giudizio preciso.
Cominciamo col dire che il tasso applicato corrisponde al 20% annuo, un livello assolutamente iniquo proprio in considerazione dei tassi oggi circolanti sul mercato. E’ ovvio che il tasso ufficiale della Banca Centrale Europea non può essere applicato ai prestiti personali perché le banche caricano sul tasso “base” i loro costi (compresa, ovviamente, la quota di rischio di insolvenza legata ad ogni operazione di prestito); ma dall’1% al 20% c’è una sproporzione enorme.
Non sappiamo se l’operazione è stata fatta con una banca o con una finanziaria (in questo secondo caso i costi sono purtroppo maggiori perché la finanziaria prende i soldi dalle banche e ci mette il suo ulteriore ricarico…); ma in ogni caso è bene far vedere le carte ad un esperto per capire se si può chiedere il ricalcalo delle rate ad un tasso equo e non ai limiti dell’usura.
Se l’operazione è con una finanziaria, conviene anche cercare un’alternativa con una banca, cercando di estinguere il debito residuo con un nuovo prestito bancario a condizioni sicuramente migliori.
Un commento presente
mmm… guardate che il tasso reale è di circa il 6/7% e non il 20% come scritto nell’articolo.. ed è il tasso che applicano praticamente tutte le finanziarie.. purtroppo non è fuorilegge.
Scritto da Domenico Manfredi il 27 Mag 2009