Intercettazioni, Franceschini ha preparato la trappola e finisce intrappolato
12 Giugno 2009Intercettazioni, un po’ di PD tradisce Franceschini e vota Berlusconi – articolo di Franco Bechis in edicola con Italia Oggi
Con 318 sì e 224 no e un solo astenuto la Camera dei deputati ieri ha approvato con scrutinio segreto il contestatissimo disegno di legge governativo per limitare le intercettazioni telefoniche. In aula erano presenti 297 deputati di maggioranza e 245 dell’opposizione.
Il voto segreto è stato chiesto all’ultimo minuto dal Pd di Dario Franceschini e subito concesso fra qualche polemica dal presidente della Camera, Gianfranco Fini. Una trappola per Silvio Berlusconi e il suo governo, che potevano essere traditi da franchi tiratori. Ma chi ha preparato la trappola è finito intrappolato.
Perché sono stati 21 deputati Pd e Udc a tradire nel segreto dell’urna e votare per il ddl presentato da Berlusconi… Anche su questo tema che appariva assai scivoloso per l’esecutivo dunque la volpe-Franceschini è finita in pelliccia.
E bisogna dire che al povero segretario del Partito democratico non ne sta andando bene una. In tutti questi mesi, in cui pure si è dato un gran da fare provando perfino a mostrare unghie e denti violentando la sua mite natura, ha portato il suo Pd dal 26% dei sondaggi dell’ultimo giorno di Walter Veltroni al 26 per cento dei voti veri delle europee (7 per cento in meno dei voti veri di un anno prima). Ha provato a celebrare lunedì scorso il buon funzionamento del suo freezer politico come una sorta di vittoria di Davide contro Golia. Nel giro di 24 ore sono arrivati i risultati delle amministrative – i peggiori da sempre per il centrosinistra – e il povero Davide è rimasto lì con la fionda in mano e un occhio nero capendo troppo tardi di avere sbagliato mira.
Un po’ intontito le prime ore, poi si è fatto prestare le prime cure e ha deciso di cambiare rotta, buttarsi sulla grande politica internazionale e gridare il suo no all’ingresso di Muammar Gheddafi in Senato comprendendo troppo tardi che era stato proprio il Pd con Nicola Latorre e Massimo D’Alema a stendere la guida rossa per l’arrivo del leader libico.
Altra scivolata, bisognava recuperare. Così nella notte con i suoi Franceschini ha preparato la trappola del voto segreto sulle intercettazioni. Si è letto il fondo grondante indignazione di Repubblica e ha subito issato la nuova bandiera, convinto di potere arringare le truppe avversarie e convincerle sotto traccia di deporre le armi e anzi, consegnarle al nemico, mettendo in ombra perfino Antonio Di Pietro. E’ accaduto l’esatto contrario. Finendo con il beatificare perfino quel ddl intercettazioni che non è certo il fiore all’occhiello del governo Berlusconi…