Berlusconi intima il silenzio. Il Tg1 di Minzolini si accuccia obbediente
22 Giugno 2009Editoriale di Alessandro Cardulli per www.dazebao.org
Il silenzio. Ma non quello che si sente suonare nelle caserme oggi, purtroppo non più da un trombettiere ma su un nastro registrato. O quello di parate, cerimonie militari, dal vivo, con il trombettiere in carne e ossa. O quello, struggente, malinconico, di Nini Rosso che vendette ben dieci milioni di dischi e che, quando ci lasciò, colpito da un mare incurabile, quasi quindici anni fa risuonò in suo onore.
No, il silenzio di cui parliamo è qualcosa di più prosaico, quasi volgare: è l’ordine impartito da Berlusconi a tutti i suoi cortigiani di non parlare più del marciume che emerge dall’inchiesta di Bari, delle testimonianze delle “segnorine”, di quel Tarantino che, ogni volta che parla, peggiora la situazione. Facciamo un esempio: dice che le fanciulle non più in fiore che portava alle feste di Berlusconi non le pagava, le rimborsava, quasi fosse un’altra cosa. Non solo, ripete come un disco inceppato che il premier non sapeva niente e chiede scusa a Silvio per il disturbo che gli ha creato. Forse non si rende conto che così inguaia ancora di più il nostro ”papi”.
Nessuno aveva ancora posto il problema se Silvio sapeva e non sapeva. Lui ha fatto cadere l’attenzione su un particolare non secondario. E’ mai possibile che Silvio pensasse che le “segnorine” partecipassero alle feste, magari qualcuna anche tirandosi giù le braghe, scusate gli slippini nel caso li indossassero, per amore? Amore a prima vista, perché fino all’ingresso a Palazzo Grazioli o a Villa Certosa lo avevano visto solo in tv. E’ vero che il settantatreenne presidente del consiglio ha un suo fascino particolare ma non tanto, crediamo, da far prender posto nel suo letto a una ragazzotta di belle speranze. Del resto, che alberghi come l’Hotel De Russie, cinque stelle di fronte alla scalinata di Piazza di Spagna costano, quasi cinquecento euro a sera per una camera normale, il Valadier, nei pressi di Villa Borghese, un po’ meno, ma sempre una cifra. E poi tutti i regalini esposti come trofei dalle visitatrici dell’Hotel Grazioli o dell’Hotel Certosa. Tutte contente le novelle vispe Terese di oggettini che il cavaliere ha loro raccontato di aver personalmente disegnato.
Ma, dice Briatore, che di queste cose se ne intende, “ Silvio ne avrà distribuiti a migliaia. Mia moglie Elisabetta ne ha non so quanti”. Insinua qualcosa il Briatore? Scherziamo. La realtà è che si sussurra che il premier abbia un fornitore particolare che gli fa pervenire tutto il made in China che vuole. Piccole cose, ma in un mare di fango. Ha ragione Berlusconi, meglio tacere, non rispondere, fare silenzio. Del resto il povero Ghedini è sempre più smunto, con le occhi cerchiati come un pugile suonato, pallido, nervoso. Feltri, nel nobile tentativo di difenderlo, mette in discussione la virilità del cavaliere. Non sia mai. Anche Confalonieri, il suo compagno di merende, non sa più a che santo rivolgersi. Ferrara è colto da trabocchi di bile. Mario Giordano, lo stridulo direttore del Giornale, rilegge gli articoli in cui raccontava le giornate radiose del capo in venerazione della famiglia, Veronica, i figli, i nipoti. Villa Certosa veniva descritta come una chiesa. Si mette le mani nei capelli quando scopre che chiesa sarà, ma sconsacrata dopo le prese di posizione di Avvenire, il giornale dei vescovi.
Allora, davvero, il grande silenzio evocato dal capo. Il primo a rispondere è Augusto Minzolini, il neo direttore del Tg 1, quello che informa (dovrebbe) il maggior numero di italiani. Nel suo Tg il silenzio regna sovrano. Delle vicende di Berlusconi non si parla. Di politica non si parla. Non si sa mai. Solo Berlusconi, se in prima persona, e non contraddetto da alcuno, può occupare il piccolo schermo. Bari? Cos’è? Non si conosce neppure il nome. Scompaiono anche i magistrati rossi perché nominandoli, si deve anche dire che fanno. Silenzio. Si dice che l’ideale per Minzolini sarebbe fare un telegiornale dove c’è solo la sigla. Le notizie non esistono. Sono un’invenzione di chi complotta contro Berlusconi. Anche il lungo servizio su come mangiano gli italiani ha suscitato le perplessità del direttore: non si sa mai che qualche malintenzionato dal nostrano amore per la pasta possa risalire alle cenette a base di champagne, no spumante italiano, proprio champagne, all’Hotel Grazioli o all’Hotel Certosa.
No, solo la sigla, basta e avanza. Appena insediato si è subito accucciato. E con lui, pare, anche i giornalisti. Un silenzio gelido, meschino, servile. Quello di Nini Rosso era un’altra cosa.
12 commenti presenti
“Accade che semplici ipotesi investigative e chiacchericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici.”
Augusto Minzolini TG1 22.06.2009
Di fatto, il Cavaliere da imputato si trasforma in pubblico accusatore anche del presidente del Tribunale che dovrebbe giudicarlo, quel giudice Gandus, su cui ha raccontato spesso un aneddoto:«Un testimone mi ha raccontato che ha detto ad un altro magistrato: ”A Berlusconi gli facciamo un c. cosi’. Gli diamo una condanna di sei e poi vedremo come fara’ il presidente del Consiglio”».
Augusto Minzoli La Stampa 21.06.2008
Scritto da tequilero il 22 Giu 2009
E se le mettessimo così?
«Accade che semplici notizie da prima pagina si trasformino in ipotesi investigative e chiacchiericci nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici.»
«Di fatto, il presidente del Tribunale da imputato si trasforma in pubblico accusatore anche del Cavaliere che dovrebbe giudicarlo…»
L’Italia è divisa sui soggetti, prendiamone atto.
Scritto da Giovanni il 22 Giu 2009
Io credevo che si trattasse di giornalismo libero in stile Santoro, ma evidentemente deviazioni ed omissioni non sono concesse a tutti.
Ad ogni modo, e questo fa onore a Minzolini, le minchiate è meglio tacerle.
Povero Augusto: nemmeno si può permettere una chioma arancione per risultare più credibile.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 22 Giu 2009
Forse non s’è capito bene, ma con tutto il casino fatto dal gruppo editoriale Repubblica – L’Espresso si può comprendere, ma l’inchiesta della procura di Bari si interessa delle vicende berlusconiane solo di striscio. Perché nessuno parla delle tangenti della sanità pugliese?
Scritto da asdrubale il 22 Giu 2009
@ asdrubale, io veramente l’ho scritto che l’assessore alla sanità della giunta Vendola ha dovuto dare le dimissioni poiché indagato per corruzione. A quanto pare farà anche carriera, diventando senatore. Il verminaio nasce a sinistra ed approda a Palazzo Grazioli. Sempre di materia puzzolente si tratta
Scritto da Sergio Fornasini il 23 Giu 2009
Dichiarazione di Minzolini (scodinzolini per gli amici) del 29 ottobre 1994:
“Le smentite a ripetizione rivelano solo che abbiamo una classe politica nuova che non ha ancora assimilato il fatto che un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e che deve comportarsi e parlare come tale. […] Quattro anni fa, e cioè in tempi non sospetti, scrissi che la nomina di Giampaolo Sodano alla Rai nasceva dai salotti di Gbr, la televisione di Anja Pieroni. Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia. Di Anja Pieroni sapevamo tutto da sempre e non era solo un personaggio della vita intima di Craxi. La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico”
Probabilmente tappetini…oops..Minzolini è stato colpito dalla stessa sindrome di Capezzone..sulla via di Damasco.
Articolo originale:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/10/29/il-politico-non-ha-un-privato.html
Scritto da Candidus il 23 Giu 2009
La frase ed il link segnalato da Candidus erano questa mattina evidenziate sul blog di Claudio Sabelli Fioretti e da altri. Il blog di Repubblica “Scene digitali” ha ripreso la stessa frase solo oggi pomeriggio
Scritto da Sergio Fornasini il 23 Giu 2009
come siamo messi… voglio l’impeachment per Berlusconi!
Scritto da emanuele il 23 Giu 2009
Emanuele, prenda una camomilla, poi uno sgabello, attacchi una fune al lampadario, se la leghi al collo e si dondoli sulle punte dei piedi facendo attenzione a non far cadere lo sgabello se no finisce impiccato. Avrà una erezione. E’ la tecnica che usano i vecchi inglesi desiderosi d’…impeachment – (per onomatopea)
Scritto da Giovanni il 23 Giu 2009
Giovà solo io posso esagerà qua 😉
mi sembri un po’ teso oltre che esperto in giochini 😀
Scritto da Tyler il 23 Giu 2009
Giovanni,
non ho bisogno di imparare certi giochini per eccitarmi, mi basterebbe vedere Berlusconi giudicato per le stronzate che fa…
Scritto da emanuele il 24 Giu 2009
Assolto a furor di popolo, sempre, finché ci saranno i tipi come Franceschini e D’Alema, Veltroni e Di Pietro…
Scritto da Giovanni il 24 Giu 2009