Il logo Magic Italy: la presentazione ufficiale. Peccato che sia tutto da rifare, clamoroso errore dei “creativi”
25 Giugno 2009
di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
C’è voluto un team di esperti nella grafica e nel marketing ed un lungo e duro lavoro per partorire il nuovo logo, presentato in pompa magna a Palazzo Chigi dal ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Alla conferenza stampa ha partecipato anche il premier, Silvio Berlusconi.
Nel corso dell’incontro è stato presentato anche lo spot di questa nuova campagna, orientata alla promozione del turismo nel nostro paese. Il filmato è chiuso da un sempre più sorridente Silvio Berlusconi con la frase: “Scopri l’Italia, nascerà un grande amore”. Il ministro ha anche precisato che per l’ideazione del logo “ci siamo orientati su due concetti forti: eccellenza del Made in Italy ed essenza del Made in Italy. Per i paesi esteri lo slogan sarà Magic Italy“. Presentazione della campagna “Magic Italy” per l’estero niente meno che al G8 in Abruzzo.
Il design grafico era stato anticipato giorni fa dallo stesso ministro al TG4, immediatamente stroncato da numerose critiche. Vista la pessima accoglienza, la Brambilla replicava affermando che si trattava solo di una bozza, non il logo definitivo. Ecco la prima versione, a quanto pare destinata all’estero:
Pensate a quanta originalità, fatica, sudore, notti insonni passate a lavorare devono aver caratterizzato il lavoro del team di esperti grafici e di marketing per creare dal nulla questo capolavoro. Qualcuno l’ha subito battezzato “Tragic Italy” per lo sfondo in stile dark, assolutamente non adatto ad un paese solare come il nostro. La stessa Ministra ha dichiarato al Tg4: “posso confidarle che prima di venire qui io sono rimasta a Arcore con il Presidente (Berlusconi) diverse ore e che l’ho lasciato alle 22 di questa sera e lui ha messo mano… ha lavorato di nuovo con grande impegno a quella che è la realizzazione del nuovo marchio dell’Italia che sarà protagonista della nostra campagna di spot”. Vuoi vedere che, oltre alle canzoni di Apicella, Berlusconi esprima la sua inesauribile vena creativa pure con la grafica?
Verosimilmente, le cose potrebbero stare in maniera ancora peggiore, se possibile: alla elaborazione avrebbe potenzialmente potuto partecipare una persona molto vicina a Papi Silvio, nientemeno che Noemi Letizia, studentessa di grafica pubblicitaria come ha dichiarato in una intervista al “Corriere”. Nel corso del colloquio con il giornalista ha mostrato con orgoglio un libro sul simbolo del PdL (da non credere, qualcuno ha scritto addirittura un libro intero su questo grande argomento!) con tanto di dedica da parte di Papi: «Alla mia piccola Noemi, alla mia piccola grafica pubblicitaria dal suo papino putativo».
Sta di fatto che il lavoro è stato accolto con favore solo dai fedelissimi di Papi, con conseguente modifica e presentazione invece del logo che compare nel titolo di questo articolo. Detto fra di noi, era quasi migliore il precedente: la rielaborazione ha semplificato fin troppo la grafica, poi quella scritta “ITALIA” in colore antracite su sfondo bianco sembra quasi più adatta alla pubblicità di una agenzia di pompe funebri. Rimane il tentativo di edulcolorare il marchio con la strip tricolore della nostra bandiera, che somiglia tanto a quella presente nel simbolo del PdL, guarda caso.
La nostra bandiera? Ecco un particolare che Paolo Villaggio farebbe definire dal suo Fantozzi in modo inequivocabile: una cagata pazzesca. Infatti con quella sequenza di colori viene rappresentata la bandiera ungherese, non quella italiana. Clamoroso errore dei “creativi”. Eggià, con il rosso in alto al massimo può essere assimilata alla bandiera della Repubblica Cispadana del 1797, per non parlare dei toni di verde e rosso utilizzati (per la disposizione dei colori e la definizione dei toni vedi questo documento, pag. 11). Sempre grazie alla rete, le nuove critiche si sono rapidamente diffuse, con il risultato che dal cilindro del neo Ministro per il Turismo è uscito un nuovo coniglio, pardon, un ennesimo aggiornamento del simbolo. Questa volta i colori sono al posto giusto, proprio come nel simbolo del PdL: in fondo era sufficiente copiare dal libro, bastava leggerlo. In compenso il fondo è diventato nero e la scritta bianca, tocchiamo di nuovo ferro.
Risultato finale: fate voi, non credo ci sia altro da aggiungere. Di certo dal simbolo fa davvero fatica a trasparire l’eccellenza e l’essenza del “Made in Italy”, per usare le parole della Brambilla.
Per fortuna che noi italiani troviamo sempre il modo di ironizzare anche sulle disgrazie. Come ha fatto un blogger mattacchione, Diego Cajelli detto Diegozilla, che probabilmente usa Photoshop molto meglio dei grafici della Ministra. Tratta dal suo blog, ecco una immagine che esemplifica il corretto utilizzo del logo “Magic Italy”, buone risate a tutti e cliccate sull’immagine per ingrandirla e goderla in tutto il suo splendore. Grazie a Nicoletta Salata che ha fatto la soffiata.
24 commenti presenti
hauuhauhahuauhauhahuauhauh
Scritto da Tyler il 25 Giu 2009
Cos’è? Il suono di un coitus interruptus?
Scritto da Giovanni il 25 Giu 2009
ma il ministero del turismo non era stato abolito con un referundum?
Scritto da luigi il 25 Giu 2009
Amici del Blog, un saluto a tutti.
Questo è un momento eccezionale per la Repubblica Italiana.
Tanta Tristezza, tanta Malinconia, tanta Povertà Etica, Morale, Istituzionale, Economica e Legislativa in un colpo solo rappresentano una sorta di “punto di minimo” (per chi conosce il linguaggio matematico) da studiare con attenzione.
Osservate, annotate, registrate come i Lacchè dell’Innominabile tentano di difendere l’indifendibile. Dal Tg1 al Tg4, dall’Università all’Ufficio, ascoltateli. E’ arte pura. E’ genialità.
Come base “The End” dei Doors, Rete 4 Emilio Fede che si commuove per l’intervista a “Chi” dell’oramai Innominabile. Il Ddl Carfagna sulla Prostituzione “Rimandato ad Ottobre” perchè “non è il momento buono” … Papi Pappone che “pensava fosse amore, era invece una Escort”.
E magari leggetevi Renato Farina, che su Libero sogna da grande Fu-Giornalista un “Ddl Intercettazioni RETROATTIVO” … RETROATTIVO.
Ecco, quando il Disgusto raggiunge apici inimmaginabili, muta in nuove forme di arte. Spero riusciate a coglierle. Wn
Scritto da Wil Nonleggerlo il 25 Giu 2009
E’ riapparso il diarroico. Da piccolo avrebbe voluto fare il giornalista, da grande è finito a scrivere stronzate sui muri. Salvate il soldato Wil, fate una colletta, pagategli una vacanza, dategli un vitalizio, invitatelo ad una festa in cui anche i brutti scopano, fate un’opera di carità, pregate per la sua anima e per l’anima de li mortacci sua. (Così almeno cerco di strappare una risata al simpatico Tyler…La colpa vera che rimprovero a Berlusconi è di aver prodotto antiberlusconiani come Wil.)
Scritto da Giovanni il 25 Giu 2009
@ Giovanni: ma quale coitus interruptus, qui si parla di merda strombazzata come eccellente esempio di promozione turistica. Con tanto di conferenza stampa a Palazzo Chigi e gente pagata per fare la merdata.
Scusi i francesismi, sono leciti fuori dalla fascia protetta in quest’ora notturna nella quale le rispondo
Scritto da Sergio Fornasini il 26 Giu 2009
Ma il logo è bellissimo.
Anche se come sfondo io avrei scelto una ford escort.
Scritto da tequilero il 26 Giu 2009
Io, Giovanni, speravo che fosse rimasto seppellito dalle querele.
Evidentemente non ha ancora parlato di Massimo D’Alema nel suo blog.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 26 Giu 2009
Quali francesismi? Quelli di Cambronne?
Scritto da Giovanni il 26 Giu 2009
esatto, proprio quelli
Scritto da Sergio Fornasini il 26 Giu 2009
“Eccellenze ed essenza del Made in Italy”? Ma l’hanno guardato bene questo logo???
Nonostante la correzione della sequenza dei colori relativi alla bandiera, verde bianco rosso, che erano stati invertiti (e già questo la dice lunga) il risultato di quale sterile creatività ha generato questo orrendo marchio?
Il carattere utilizzato sa di antico, ma non di quel vecchio che essendo classico piace ed è intramontabile, piuttosto invece di superato e stantio. Quella strisciata curvilinea che è stata sovrapposta, altro che “onda tricolore”; sembra una strizzata di dentifricio in gel trifasico (antitartaro, sbiancante, anticarie) che parte dalla I, taglia in due la T, si abbassa ingrossandosi sulla A, sostiene L e I per poi virare restringendosi e puntando appena verso l’alto troncando di netto la A finale. Come fosse un dente cariato su una gengiva sanguinante.
Questo sgorbio banale è incredibilmente eloquente: parla di un’Italia decrepita e decadente alla quale si sovrappone in un rapido tratto di penna…carioca, il segno debole di una bandiera ammainata, che scende verso il basso e si affossa proprio… “LI”, e che tenta poi di issarsi con tale fatica da diventare monocolore (persi per strada il bianco e il rosso, sopravvissuto il verde speranza) e facendo sparire parte della lettera finale, il che crea un effetto di troncatura e conseguente vuoto. Un pezzetto d’Italia che se ne va!
Anche l’effetto grafico è pessimo: decisamente carente di equilibrio e di gusto estetico.
“Ordine e rigore, unito però alla leggerezza e alla musicalità del nostro paese, a quella morbidezza e sinuosità che rendono duplice e di difficile sintesi ma anche unico il nostro stile di vita”.
Mentre così diceva la Brambilla forse visualizzava l’ “ordine e il rigore” di un convento francescano, la “leggerezza” delle architetture palladiane, la “musicalità” delle opere verdiane, la “morbidezza” della statue di Canova e la “sinuosità” delle colline toscane…certo non l’immagine di questa ITALIA sbavata il cui…smalto è ingiallito e smorzato e sulla quale sarebbe opportuno passare un energico colpo di…spazzolino.
O meglio, di spazzolone.
Scritto da Nicoletta Salata il 26 Giu 2009
Capito qui per caso e non do lezioni a nessuno. Salata, tu sei grafica creativa, sei art director di qualcuno, hai partecipato mai a concorsi? La semplicità del tratto si sposa con l’esigenza di normalità delle persone. Io avevo proposto un logo somigliante, ma con la dicitura “Famiglia Italia”. Torno dal Middle West, gli americani scelgono le soluzioni più popolari e meno cervellotiche per le loro promozioni.
Scritto da mimmo canavese il 26 Giu 2009
Mimmo, in questo caso specifico ritengo che possa essere sufficiente avere del buon gusto per riconoscere la pochezza del marchio. Oppure possiamo esportare questi “creativi” nel mid West, che quasi quasi è anche meglio
Scritto da Sergio Fornasini il 26 Giu 2009
La dicitura “Famiglia Italia”, sarebbe stata fantastica.
Il logo giusto al momento giusto.
Scritto da tequilero il 26 Giu 2009
Senta Canavese, non dovendo per forza limitarmi a dire solo mi piace/non mi piace ho esposto la mia impressione motivandola. Che poi io abbia bazzicato negli ambienti le cui professioni da Lei citate proprio lì si svolgevano, forse mi ha incoraggiata nel dettagliare.
Presumo che, come lei sostiene, la gente comune se ne freghi di questa “scritta”, ma vede, oltre ad aver sbagliato i colori (e questo più che “semplicità” fa tanto “complesso”) lei non può negare che esprima un concetto in antitesi con quanto declamato da Brambilla & Co.
Lo guardi bene, oltre a far miseria (quando invece è stata evocata la ricchezza culturale del paese) sembra che la parola ITALIA, già di per sé in una veste grafica piuttosto…low profile, stia sprofondando verso il basso, sormontata da quella lingua che già si è mangiata la A. Che senso ha poi? Io l’ho chiamata,…la triforcuta, spruzzo di dentifricio ma se vuole può essere anche quel baffo, che la “normalità delle persone” si fa mentre noi disquisiamo su questi forse superflui dettagli.
Che gli addetti ai lavori però, tra briefing, brainstorming e visualizing, avrebbero dovuto considerare.
Perché non lo fa vedere il suo logo?
Infondo siamo in Famiglia, Italia.
Scritto da Nicoletta Salata il 26 Giu 2009
“il product manager, durante una lecturing, ha parlato di briefing e ha proposto uno story boarding. Sono arrivato io, ho fatto un rutting e ho messo tutti d’according!”
Raul Cremona
Scritto da tequilero il 27 Giu 2009
A me il marchio “fa cagare”.
Questo a prescindere che lo promuova un governo o l’altro. Il fatto che probabilmente sarebbe passato un marchio simile con la dicitura “famiglia Italia” me lo fa apprezzare un po’ di piú, ma non ne sminuise l’effetto diarrotico.
Io peró devo ammettere di essere un indipendentista sardo, quindi il faccio che un marchio di promozione dell’Italia sia ridicolo non mi dispiace. Spero che questo governo continui su questa strada, l’affluenza alle urne della Sardegna dimostra che i sardi stanno prendendo coscienza della situazione.
Scritto da zazo il 27 Giu 2009
Dove sta Zazò, dove sta Zazò, madonna mia…
Scritto da Giovanni il 27 Giu 2009
Sor Giovanni ha molto da imparare sulla comunicazione via internet.
Lesson number one:
“ahuuhahuahuahua” ——–> risata grassa
sciogliti Giovà, non stai a scrive una lettera a Jacopo Ortis ehehehhehh
Scritto da Tyler il 28 Giu 2009
uhuh, noto che con l’arrivo di Giovanni la verve comica di questo blog si è impennata. Ora il Bagaglino vi fa un baffo 😉
Scritto da zazo il 28 Giu 2009
hai visto quanti riferimenti sessuali che fa? XD
Scritto da Tyler il 28 Giu 2009
@ Tequilero
Ovviamente Lei ha colto l’ironia dei termini citati…e a sua volta scherzando ha riportato l’esilarante ed azzeccatissima battuta di…Cremona.
Ma qui è in ballo,d’Italia,…l’intera penisola, e se citando Norman Douglas “Si possono riconoscere gli ideali di una nazione dalla sua pubblicità”, direi che in questo caso è in atto una…Pubblicità Regresso e ancora prima di vararla è già ora di un…restyling!
Suggeriamo al marketing di organizzare un meeting, e seguendo un planning modificare l’advertising per migliorare il lettering e lo styling…
Sorrowing!
Scritto da Nicoletta Salata il 28 Giu 2009
che logo di merda, veramente… e pensare che ci abbia lavorato su un equipe di creativi mi fa un po’ sorridere…
Scritto da emanuele il 28 Giu 2009