Il deficit che non c’è. Almeno per Tremonti e Scajola, per le prime pagine e per i tiggì
4 Luglio 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Deficit pubblico al 9,3% nel primo trimestre del 2009, i conti pubblici non sono mai stati così in rosso nel nostro Paese. La spesa pubblica cresce del 4,6% nonostante i tagli alla scuola, ricerca, sicurezza, forze armate e via dicendo. A questi dati va aggiunto il calo delle entrate totali del 2,8%, oltre allo sprofondare del PIL ed all’aumento della disoccupazione, sia quella ufficiale che nei ben più gravi termini reali. Tutto questo si può condensare in un termine particolarmente inviso agli ottimisti: recessione.
La crisi economica e finanziaria si tocca con mano tutti i giorni, le famiglie infatti spendono sempre meno per i beni di consumo e l’inflazione scende a minimi storici. Fortunatamente abbiamo una squadra di inguaribili ottimisti che tiene saldamente il timone della nostra economia. In prima fila Giulio Tremonti, ministro dell’Economia. Quando viene intervistato semplicemente sorvola sulle domande che contengono dati e cifre, nega il problema e dice di aspettare settembre, ché le cose solo allora saranno chiare. Si stizzisce quando gli vengono sventolate sotto al naso i dati prodotti da organismi nazionali ed esteri, arriva anzi a parlare dell’Istat come di un istituto che compone le proprie statistiche facendo mille telefonate in giro. Insomma tipo la massaia che si informa con le amiche su dove è conveniente andare a fare la spesa. È già molto che non ha ancora disposto un DL per cambiare la denominazione all’istituto, che in questa ottica potrebbe diventare: Istituto Sondaggi Telefonici A Tuttotondo. Poi per far prima a convertirlo in legge si può sempre ricorrere alla fiducia, ormai è una prassi.
Grazie al Cielo, Tremonti non è l’unico a pensarla in questo modo, anche il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola si dice fiducioso e che «abbiamo toccato il fondo della crisi». Il ministro si è così espresso dopo che l’Istat ha pubblicato questi dati confortanti: il consuntivo su base annua del fatturato industriale ha accusato flessioni a due cifre (-22,2%), la flessione più alta dal 2005. Nei primi quattro mesi del 2009 il fatturato industriale segna un calo complessivo del 22,3%. Gli ordini restano in caduta, L’Istat ad aprile ha rilevato la nona flessione congiunturale consecutiva pari al -3,7%. Il rapporto con il 2008 è preoccupante: -32,2% il calo medio annuo degli ordini.
Si, forse è proprio il caso di prendere provvedimenti con questi pessimisti dell’Istat.