Diario estivo di un blogger per caso / 5 – Il reato di clandestinità parte 1: l’applicazione della legge
28 Luglio 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Come da programma annunciato, alla fine il Governo ha posto la questione di fiducia sul voto finale del cosiddetto “Decreto sicurezza”, comprendente norme destinate a far discutere per lungo tempo. Molto evidenziate dalla stampa l’istituzione delle ronde ed il reato di clandestinità, ma ci sono molti altri discutibili passi della nuova legge da analizzare. E così, con la fiducia n. 22 in quindici mesi, il governo Berlusconi partorisce nuove norme. Non sono un giurista ma leggendone alcuni stralci mi sono domandato che tipo di avvocati abbiamo in parlamento, e ce ne stanno parecchi. Tecnicamente il testo mi sembra redatto apposta per renderne difficoltosa l’attuazione.
Drastici provvedimenti anche per chi affitta locali a persone prive del permesso di soggiorno: si arriva a punirle con il carcere da sei mesi a tre anni e con la confisca dell’immobile. In realtà le sanzioni sono facilmente aggirabili, a mio giudizio, in quanto è sufficiente cedere a titolo oneroso la locazione ad un immigrato regolare, poi se questo subaffitta sono affari suoi. La confisca dell’immobile non si applica nel caso che il proprietario sia estraneo al reato, ed anche qui è facile immaginare varie soluzioni.
Insomma sembra proprio una legge destinata a non risolvere veramente i problemi, salvo fare ingrassare ulteriormente la categoria degli avvocati e a caricare di lavoro la magistratura. Esemplare la norma che prevede il procedimento di espulsione per direttissima davanti al giudice di pace. Se non ho capito male, un clandestino con la quasi certezza di vedersi appioppare la sanzione dovrebbe recarsi autonomamente presso gli uffici del G.d.P., salvo esservi accompagnato in caso di arresto pregresso. Fare la fila ordinatamente, insieme a cittadini in attesa per presentare ricorso ad una multa o casi similari, ed ovviamente non darsela a gambe levate. Secondo i sindacati di categoria Unapiga e Unapicga gli spazi ove operano i Giudici “non sono luoghi sicuri e idonei per giudicare in futuro un clandestino in un processo simile a quello per direttissima: potrebbe fuggire senza che nessuno se ne accorga”.
Attendiamo che qualcuno se ne accorga e provveda, magari penseranno di schierare l’esercito a sorvegliare gli uffici del G.d.P., chissà.