Comunione e Liberazione. Da movimento a impresa con fatturati a nove zeri
27 Agosto 2009di Fulvio Lo Cicero da dazebao.org
Il tradizionale meeting di Rimini accoglie ecumenicamente tutti, berlusconiani e antiberlusconiani, atei e devoti. Da trent’anni, l’appuntamento estivo di Cl detta l’agenda politica del Paese. In nome di una disinvolta interpretazione del Vangelo
ROMA – Cambiano i sistemi politici e quelli elettorali. Emergono nuovi leader, le legislature trascorrono con il peso di quanto di buono e di cattivo esse producono. Gli italiani crescono, invecchiano, muoiono. Ma lei, Cl, cioè “Comunione e Liberazione” ed il suo meeting tutto politico di Rimini sono eterni, destinati per sempre a dettare l’agenda politica del Paese.
Sempre uguale a se stessa, Cl mostra di guardare al futuro; così, esattamente come accadeva trent’anni fa, individua in Giulio Andreotti (90 anni) il suo politico d’elezione e l’esempio da seguire. Con un significativo aggiornamento: Silvio Berlusconi. È lui ora il leader cui i ciellini guardano con ammirazione, fino a considerare scarsamente degne di nota le sue disavventure amorose. Per i cattolici di Cl, infatti, non conta quello che fa in privato un Capo di governo, se frequenti escort o, pur inconsapevolmente, personaggi al centro di inchieste della magistratura per spaccio di stupefacenti, se telefoni a minorenni perché ne ha ammirato le giuste positure. Tutto questo non ha importanza, perché al centro delle valutazioni di questi cattolici c’è soprattutto il “principio di sussidiarietà”.
In questa cornice “evangelica” c’è allora posto per tutti. Negli anni Ottanta per personaggi come Vittorio Sbardella, detto amorevolmente “lo squalo”, leader della corrente andreottiana nel Lazio, ex assaltatore fascista della libreria “Rinascita”, diventato editore di “Il Sabato” ed inquisito nella tangentopoli romana che costò la poltrona di sindaco al suo affiliato Pietro Giubilo. Lui stesso, poco prima di morire per un male incurabile a 59 anni, disse: “Dio mi perdonerà”.
Santità e affari, Vangelo e interessi economici. Nella fenomenologia di Comunione e Liberazione c’è tutto questo ed anche di più. Un’inchiesta del mensile “Altreconomia” in uscita a settembre, mette in evidenza la propensione all’impresa di questi cattolici che sembrano aver letto e assorbito il weberiano “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”, sostituendosi ai discendenti di Lutero e Calvino.
[Roberto Formigoni (foto Lo Cicero)]
Roberto Formigoni (foto Lo Cicero)
«A Crema, in provincia di Cremona – si legge nell’inchiesta – sono arrivati 4,5 milioni di euro per costruire una scuola privata. La Regione Lombardia, ricevuta la richiesta di finanziamento dalla Fondazione Charis, ha stanziato i soldi in appena due settimane. Efficienza, secondo gli amministratori regionali. Favoritismo, dicono dall’opposizione: la scuola è di fedele osservanza ciellina, ovvero è riconducibile a Comunione e liberazione».
Ma si sa, fra il governatore lombardo Formigoni e la premiata ditta fondata da Don Giussani negli anni Sessanta c’è un rapporto strettissimo. Tanto da oltrepassare qualsiasi ostacolo. Nell’assestamento del bilancio regionale per il 2009, si prevede una sostanziale parificazione degli ospedali di proprietà di enti ecclesiastici con quelli pubblici e la conseguente possibilità di ripianare i loro deficit con i soldi dei cittadini. Il provvedimento riguarderebbe anche il
[Luigi de Magistris]
Luigi de Magistris
San Giuseppe, struttura di cui è coordinatore scientifico l’ex leader di Cl Giancarlo Cesana, l’allievo prediletto di Don Giussani, appena nominato presidente del polo di ricerca e cura del circuito sanitario Policlino-Mangiagalli-Regina Elena, che significa nascite ma anche aborti.
Praticamente le strutture e gli uomini di Cl sono dovunque in Lombardia ci siano fondi pubblici e finanziamenti europei, come ad esempio l’Ente fiera, che fattura 306 milioni e ha profitti per 4,7. Poi, elemento certamente non secondario, c’è il vero e proprio braccio affaristico di Cl, la “Compagnia delle opere”, nata nel 1986, una holding che, secondo un modello rivoluzionario di gestione economica, raggruppa 34 mila aziende che fatturano complessivamente 70 miliardi di euro. Lo scopo di questa holding, secondo il suo statuto, è “promuovere e tutelare la presenza dignitosa delle persone nel contesto sociale e il lavoro di tutti, nonché la presenza di opere e imprese nella società, favorendo una concezione del mercato e delle sue regole in grado di comprendere e rispettare la persona in ogni suo aspetto, dimensione e momento della vita”.
Una lettura un po’ diversa di questa concezione evangelica dell’impresa economica è fornita da Mario Agostinelli, capogruppo al Consiglio regionale di “Sinistra-Un’altra Lombardia”, secondo il quale «nel sistema lombardo, la Compagnia delle Opere è un’invenzione formidabile, perché si interpone tra i bisogni dei cittadini e una massa considerevole di imprese del campo etico-sociale: assistenza, istruzione, formazione. Così sfugge l’elemento della privatizzazione ed emerge quello del volontariato,
[Giancarlo Cesana]
Giancarlo Cesana
del “dono”». Aggiunge ancora Agostinelli: «Tanta fama di eccellenza è a scapito del bene pubblico, della qualità della vita delle generazioni future. I diritti privatizzati vengono erogati soltanto se sono remunerativi».
Della Compagnia delle opere si è occupata anche la magistratura, in particolar modo la Procura di Catanzaro e il pm Luigi De Magistris, che, nel 2007, ha indagato su Antonio Saladino, referente della Compagnia in Meridione e in Calabria in particolare, per associazione a delinquere e truffa ai danni dello Stato. Ma, come si sa, De Magistris ha subito una vera e propria epurazione, con l’avocazione delle sue inchieste e il suo trasferimento, tanto da aver chiesto l’aspettativa dalla magistratura per candidarsi al Parlamento europeo nelle liste dell’Idv. Forse stava indagando troppo in alto, quasi vicino al Padreterno.
3 commenti presenti
Penso che questa roba si commenti da sé. Eppure basterebbe informarsi un po’.
Scritto da Tommaso Farina il 29 Ago 2009
l’immagine potevano evitarla! si sottovaluta Cl! amici miei grandi sono le opere del Don Giuss e attraverso di lui si arriva a Dio
Scritto da lucia il 25 Feb 2010