Un altro Lodo da buttare
7 Ottobre 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Con l’approssimarsi della decisione della Corte Costituzionale se ne sono sentite di tutti i colori. Dalle accuse di golpe strisciante a chi evoca il popolo in piazza, ce n’è in abbondanza per tutti i (dis)gusti. Con la recente dichiarazione di incostituzionalità della legge ordinaria che porta il nome del Ministro Alfano è finita una farsa, non è certo finita qui la storia.
Dalla minuscola tribuna di questo blog non voglio certo sovrappormi a giudizi ben più autorevoli su questa vicenda, solo fare qualche osservazione.
Del tipo: ma che razza di avvocati e consiglieri ha il premier Silvio Berlusconi? La suprema Corte ha ribadito ancora una volta che per modifiche di questo genere è necessario promulgare una legge costituzionale, non un provvedimento ordinario. L’aveva già fatto per l’analogo c.d. Lodo Schifani, non c’era certo bisogno di impegnare Camera e Senato in sedute a ritmi serrati per questa schifezza di risultato. E poi i fiumi di inchiostro versati dalla stampa, compresa quella estera. Berlusconi si è avvalso dell’autorevole e strenua difesa degli avvocati Ghedini e Pecorella, mica robetta. Tanto autorevoli che nelle argomentazioni a difesa del loro assistito sono addirittura arrivati a dichiarare come principio giuridico che Berlusconi è “primus super partes”, al di sopra degli altri e della legge insomma. Va riconosciuto che in effetti c’è qualche lieve particolare che lascerebbe supporre una certa presunzione in tal senso da parte del premier. Che questo divenisse un argomento da portare dinanzi ai Giudici Costituzionali è sembrato però un tantino azzardato anche a me, che non sono certo un attento giurista. Per questa brillante performance gli avvocati-parlamentari di Berlusconi sono stati presi allegramente per il culo anche dal Times e da un nutrito gruppo di testate estere, complimenti.
Cataste di documenti fotocopiati per i giudici e tutti gli addetti ai lavori: con la penuria di risorse economiche che vive la Giustizia italiana è un vero insulto. Alla fine dei giochi, una grossa vaccata di legge che ha portato a spendere una cifra di tutto riguardo, senza considerare il tempo perso da parlamentari, senatori, addetti ai lavori, giornalisti, giuristi, commentatori e chi più ne ha più ne metta. Tutto per cosa? Per garantire al premier, dicono, di poter governare serenamente e non essere disturbato da vicende giudiziarie.
Mavalà Silvio, non preoccuparti. Nessuno vuole oppure ha la forza di sovvertire la cosiddetta “volontà popolare”, hai solo bisogno di farti consigliare meglio sulle mosse da fare.
Certo che adesso il premier sarà un tantino contrariato, e dato che si tratta di qualcuno che ha in mano il governo e la televisione sarà facile far sentire tutta la propria irritazione. Già dalle prime dichiarazioni a caldo si apprende che si è scagliato contro la Corte, definendola “di sinistra”. Altra mossa sbagliata, non è prevalsa una visione politica bensì una inevitabile decisione giuridica.
16 commenti presenti
Primus super pares, Fornasini, non “primus super partes”, come scrive lei. Nel senso che il Presidente del Consiglio è primo sopra i pari (cioè i suoi ministri) e non è sopra le parti, cioè imparziale, perché egli scaturisce dalla decisione elettorale maggioritaria naturalmente “di parte”.
Ma volevo dirle che anche questo pronunciamento della Corte Costituzionale (organo politico, perché espressione della politica “delle parti”) è un epifenomeno della lunga transizione italiana che non si può concludere, che non trova uno sbocco, poiché a fronte delle mutate condizioni della società politica e della formula cooptante – da parte dei vertici degli schieramenti – della formazione parlamentare, il sistema è costretto in cappotti inadeguati e dipende dall’arroccamento dei rappresentanti superstiti di quella società politica del passato (comunisti organici e democristiani atipici) che continuano a governare i processi oligarchici (nell’ordine giudiziario, nella Corte Costituzionale, nella alta burocrazia) al di fuori di ogni controllo democratico- e spesso contro la volontà democratica.
Il problema non è, come capirà, il “lodo Alfano”, per proteggere le alte cariche dello Stato dai tentativi di delegittimazione (o peggio) con strumenti giudiziarii; ma lo sbocco che sarà dato alla lunga transizione italiana, e che troverà un Parlamento in maggioranza destinato a confliggere con l’ordine giudiziario (al quale dovrà giocoforza levare il privilegio del CSM: chi custodisce i custodi?) e financo con la Presidenza della Repubblica espressione di una maggioranza parlamentare precedente e, particolare di non poco conto, espressione di un mondo comunista al quale si possono ancora imputare tradimenti e inquietanti rapporti anti-italiani.
Questo scontro, innanzitutto per restituire alla categoria dei magistrati il carattere di “ordine”, levandogli l’appropriazione del carattere di “potere”, farà vittime. Una delle quali, presumo, sarà per prima la Presidenza della Repubblica.
Se lei ha la pazienza di sfogliare le migliaia di pagine giudiziarie dei processi sempre richiamati in questi ultimi tempi (Mills, diritti televisivi, e qualche altra bagatella finanziaria di un Gruppo che ha cointeressenze internazionali), troverà nessuna prova tangibile ma molte deduzioni che sembrano articolesse di Eugenio Scalfari. In un sistema democratico e di diritto, la prova è regina, soprattutto nel penale. La deduzione (come quella nel processo civile sul “lodo Mondadori”) è segno dell’arretramento dell’esercizio giudiziario ai tempi dell’Inquisizione. Da quando si è messo in politica, il Gruppo Fininvest (Berlusconi) ha collezionato centinaia di inchieste, finite in nulla, se si eccettua qualche bagatella finanziaria tipica di tutti gli altri grandi gruppi imprenditoriali (mai toccati dal superattivismo giudiziario milanese). La separazione tra azzardo della deduzione e onestà del giudizio: si chiede questa alla magistratura. Se non la si ottiene, anche la Costituzione diventa carta straccia, e non bisogna scandalizzarsi se poi il Presidente del Consiglio legittimato da un’elezione democratica dice apertis verbis quello che molti altri pensano.
Scritto da fabrizio spinella il 8 Ott 2009
Caro Spinella,
la sua è una più che corretta osservazione. Il mio problema è che capisco un pochino di italiano, mi avventuro spavaldamente nell’inglese, francese e spagnolo con alterni successi e conservo una certa riluttanza per il tedesco. In latino ero bravino, ma solo fino alla tenera età, poi i miei studi hanno seguito una corrente tecnica allontanandosi dal classicismo. Il copia-incolla di “primus super partes” mi ha tradito, mi sono fidato di quanto pubblicato da un autorevole quotidiano. Rilevo comunque di essere in nutrita compagnia, a quanto posso trovare in rete.
A parte la differenza non da poco nella frase latina, giustamente da lei evidenziata, la sostanza in fondo non cambia: ritenere il proprio assistito al di sopra delle parti o dei suoi pari equivale comunque ad un ridicolo e caricaturistico escamotage che poco o nulla ha a che fare con il diritto. Un reato non perde di gravità nel caso venga commesso da persone che ricoprono un diverso ruolo nella società. E nemmeno la pena inflitta in caso di colpevolezza varia in funzione del colpevole, che io sappia.
A lei risulta qualcosa di diverso?
Parlare di contrarietà alla volontà democratica è pura presunzione, contare i voti dopo le elezioni è un fatto incontestabile. E allora che questi voti vengano utilizzati per portare avanti un programma di riforme e di governo, nei fatti. Se si è davvero in grado di poterlo fare, al di là della pura demagogia e propaganda mediatica.
Scritto da Sergio Fornasini il 8 Ott 2009
No, caro Fornasini, stavolta non c’intendiamo. Il fulcro del mio ragionamento attiene a qualcosa di diverso. Ho finito or ora di ascoltare il dibattito a “Porta a Porta”, con l’intervento clamoroso del Presidente del Consiglio, che conferma quello che, da semplice analista, avevo preconizzato nelle righe precedenti: «Questo scontro, innanzitutto per restituire alla categoria dei magistrati il carattere di “ordine”, levandogli l’appropriazione del carattere di “potere”, farà vittime. Una delle quali, presumo, sarà per prima la Presidenza della Repubblica.» Come vede, caro Fornasini, sono stato buon profeta. Rilegga quindi per piacere il seguito: «La separazione tra azzardo della deduzione e onestà del giudizio: si chiede questa alla magistratura. Se non la si ottiene, anche la Costituzione diventa carta straccia, e non bisogna scandalizzarsi se poi il Presidente del Consiglio legittimato da un’elezione democratica dice apertis verbis quello che molti altri pensano.»
Vede come è stato facile intuire la mossa successiva del Presidente del Consiglio, che ha svelato la prassi segreta del rapporto tra il Presidente della Repubblica (non solo Napolitano) e le alte magistrature?
Del resto, me lo lasci dire perché basta avere buona memoria e un buon archivio, il Presidente della Repubblica dovrebbe sapere quanto sarebbe amaro per un politico come lui, già antiberlingueriano, veder rimestata la sua vecchia militanza nel PCI e i suoi vecchi coinvolgimenti con storie che certo appartengono al passato, ma che in una fase eventuale di scontro non possono essere espunte perché… ancora si è vivi.
Scritto da fabrizio spinella il 8 Ott 2009
Caro Spinella,
lei sarà anche un buon profeta ma io continuo a vedere un senile 70enne con la faccia ricoperta di cerone, capelli tinti e finti, incazzato a morte che si dimena come un pesciolino d’acqua dolce al quale sta iniziando a scarseggiare l’acqua nella sua piccola boccia chiamata Italia. Se continua così si fotte da solo, non so se mi sono spiegato, comunque se la mia profezia sarà più azzeccata della sua lo vedremo in futuro, io sarò qui (come tutti) a guardare cosa succederà. Per il momento mi sembra abbia iniziato con la strategia di Sansone nel tempio, o meglio con quella dell’impiegato mediocre che scredita i propri colleghi per poter emergere. Non per suoi meriti, ma per lo smerdamento che cosparge attorno a sé. Abbassa di livello gli altri per sembrare un gigante, insomma.
Scritto da Sergio Fornasini il 8 Ott 2009
Domanda per il “sapientino” Spinella e a chiunque voglia rispondere:
perchè erano presenti 3 avvocati di Berlusconi + l’avvocato dello stato (schierato apertamente per la validità del lodo in difesa della sola presidenza del consiglio) alla seduta della consulta?
Ma il “lodo” non riguarda le 4 più alte cariche dello stato?
Perchè le altre 3 non hanno presentato i rispettivi avvocati?
Ma se le altre 3 cariche dello stato non hanno minimamente protestato (ne presentato i propri avvocati) questa è da considerarsi legge ad personam?
Ma c’è scritto nella costituzione che il presidente del consiglio viene eletto direttamente dal popolo?
Cominciamo con queste semplici domande.
Scritto da Candidus il 8 Ott 2009
Purtroppo concordo in pieno con il richiamo alla sindrome di Sansone.
Quello che il nostro P.d.C. sta facendo è di immobilizzare il paese con le Sue personali vicende giudiziarie, creando nel contempo due fittizzi schieramenti in guerra continua: i pro ed i contro di Lui.
Alzando sempre più il tiro, con la compiacenza (in parte molto pelosa ed in parte rassegnata/impotente/spaventata) della “destra” ha trascinato l’intera politica italiana in un cul de sac senza (apparenti) vie d’uscita.
Personalmente sono molto preoccupato. Da un lato non vi è – allo stato – una opposizione strutturata, vitale e credibilmente alternativa a questo centro destra.
Dall’altra, questo centro destra è ostaggio del suo “super pares” e lo segue ciecamente nel terribile gioco al massacro da Lui esercitato, volto alla delegittimazione di qualunque altra autorità che non sia la sua.
Come saggiamente detto da Rosy Bindi ieri sera a P.a P. il nostroa assetto democratico si fonda sulla costituzione che, oltre a dare fondamentale rilievo alla sovranità popolare espressa con il voto, prevede il contrappeso degli altri poteri, tutti legittimi.
Il continuo richiamo al voto emerso nelle ultime consultazioni elettorali (che, si ricordi,lo vede leader NON plebiscitario) per zittire e (scusate il termine) sputtanare chiunque non si pieghi al Suo volere è profondamente antidemocratico.
Mi pare che la vicenda del cittadino Silvio Berlusconi, con i processi in corso (sui quali parlano le carte e non le nostre le opinioni più o meno pertinenti….) e le sue ossessioni, si allontani inesorabilmente da quella del ruolo istituzionale di Presidente del Consiglio. Ed in mezzo a questo strappo l’intero paese.
Scritto da Alberto il 8 Ott 2009
Lasci perdere, Candidus, le domandine al “sapientone” non digiuno di diritto costituzionale, e non buttiamola, Alberto, in psicopatologia del potere, che comunque è un argomento da non sottovalutare in una diversa interpretazione. La questione che pongo però non attiene più alle personalità coinvolte, ma al sistema che non regge più secondo le consuetudini dei notabili della Prima Repubblica consociativa (dove ognuno si ritagliava la propria impunità con i compromessi), tra i quali lo stesso Presidente della Repubblica e gli alti magistrati emanazione di formazioni politiche, fissi suo malgrado in quelle consuetudini. In questo senso, la società politica italiana (potere del popolo) sta vivendo un movimento convulso per uscire dalle secche delle vecchie forme, anche costituzionali, inadeguate alla prassi che si è imposta attraverso i nuovi meccanismi elettorali. Berlusconi, con tutte le sue alterazioni legittimate dallo scontro in atto dal 1994, non fa altro che dare voce a questa situazione di stallo della politica e di pregiudizio al governo, che investe tutto il sistema e favorisce soltano l’appropriazione dei caratteri di potere da parte dell’ordine giudiziario, essendo i veri poteri democratici messi sotto scacco da questo. Perciò, non esiste il contrappeso di cui parla la superstite democristiana Bindi, che guarda all’assetto del sistema come un cane da guardia, e alla Costituzione (più volte incisa nei suoi titoli) come un Moloch, mentre l’assetto ormai è oggettivamente periclitante a detrimento della politica parlamentare e dell’esercizio governativo.
Scritto da fabrizio spinella il 8 Ott 2009
errata corrige: fissi loro malgrado in quelle consuetudini
Scritto da fabrizio spinella il 8 Ott 2009
Bene Spinella, confermi che non c’è nessuna legge che dice che il PdC lo elegge direttamente il popolo, cioè può essere al massimo solo indicazione della coalizione di maggioranza.
La prerogativa nella scelta del PdC è ed è solamente del capo dello stato. Quello è scritto nella costituzione ed il resto sono chiacchere.
Il tentativo di Pecorella del “primus super pares” è stato giustamente “cassato” dalla consulta uno perchè nella costituzione non c’è scritto che siamo una repubblica presidenziale, e perchè stravolge l’art, 3. + l’art. 138.
Che ci facevano gli avvocati di Berlusconi davanti alla consulta? Legge ad personam?
Scritto da Candidus il 9 Ott 2009
Mi scuso per la lunghezza e spero che qualcuno abbia la pazienza di leggermi. L’argomento è complesso e le questioni sollevate e meritevoli di commento sono molte.
Le questione poste da Spinella sono meritevoli di attenzione. E’ innegabile che la società (non solo italiana) non sia più quella ordinata della prima repubblica e che si è imposto, in certa destra come in certa sinistra, un paradigma politico populistico, fondato sul rapporto diretto fra leader e popolo (cfr. Biagio De Giovanni “A tutta destra”). Così come è vero che una riforma sia necessaria per la giustizia, in maniera tale da responsabilizzarla maggiormente (non soggiogandola al potere politico, però). Spinella inoltre descrive Berlusconi come il nuovo e chi in qualche modo o misura gli si oppone come il vecchio. Desumo (è una mia interpretazione), dai vari interventi di Spinella su questo sito, che il nuovo di Berlusconi sia preferibile al vecchio. Non sono d’accordo: pur tenendo conto dei cambiamenti della società, in una democrazia ci sono un insieme di regole fra le quali il principio maggioritario è il più importante, ma non l’unica (cfr. Norberto Bobbio “Il futuro della democrazia”). Il “bellum Berlusconi contra omnes” e la delegittimazione che egli scatena contro gli organi di garanzia posti a custodia della Costituzione travalica le regole democratiche, ne mina i fondamenti. Ciò a cui il Presidente del Consiglio rischia di condurci, perseverando in parole e opere, non è più democrazia. Non è certo una dittatura autoritaria o, peggio, totalitaria, ma è altro dalla democrazia. Se proprio dobbiamo cambiare (migliorare?) il nostro sistema politico, la strada che indica Berlusconi non è certo quella auspicabile. Inoltre, dubito che Berlusconi indichi questa strada con una consapevole finalità di rinnovamento del sistema politico. A Berlusconi queste questioni non sono mai interessate autenticamente. E’ entrato in politica per salvare se stesso e le sue aziende, come noto, e ora anela semplicemente a poter fare ciò che vuole (cfr, Giovanni Sartori “Il Sultanato”). Ha bloccato paese e parlamento più volte per fare solo il suo interesse. Per perseguire il suo reale scopo fa leva sulla volontà popolare, abusando della stessa e distorcendo la realtà (lo hanno votato solo il 38% degli italiani e nessun voto popolare lo ha mai eletto Presidente del Consiglio). Sullo sfondo della situazione rimane il conflitto d’interessi e il conseguente potere mediatico, che non può essere trascurato in alcun discorso. In conclusione, Spinella e chi la pensa come lui farebbe forse meglio a scegliersi un campione più interessato alle sorti del paese.
P.s.: l’argomento pecorelliano del “primus super pares” è una contraddizione in termini, come ha dimostrato sulla Stampa Michele Ainis, il quale ha pure detto perché la costituzione scritta è superiore a quella materiale: quest’ultima, infatti, è “una nuvola che cambia forma a ogni soffio, un fantasma che nessuno può toccare con le dita”. Di qui l’ineccepibile decisione della Consulta, in realtà coerente con quella del 2004 (dove tutti i profili di incostituzionalità non esplicitati erano “assorbiti”, cioè ricompresi nella sentenza pur non approfonditi). Infine: la costituzione non è un Moloch, si può cambiare, ma restando pur sempre nell’alveo del costituzionalismo moderno e democratico. Ad esempio, si potrebbe cambiare introducendo un sistema semi-presidenziale alla francese, istituzionalizzando all’elezione diretta del Presidente della Repubblica.
Scritto da Giorgio il 9 Ott 2009
@Giorgio
…(dove tutti i profili di incostituzionalità non esplicitati erano “assorbiti”, cioè ricompresi nella sentenza pur non approfonditi)…
Ne parla anche Travaglio sulla spalla del Fatto Q.
Scritto da Candidus il 9 Ott 2009
Mi era sfuggito l’articolo di Travaglio. Avevo letto prima Bianconi sul Corriere, poi D’Avanzo e poi Ainis.
Scritto da Giorgio il 9 Ott 2009
a) la psicopatologia del P.d.C. sta tenendo in scacco l’intero paese;
b) parlare di prima e seconda repubblica è un non-argomento, stante la indistricabile continuità della gestione politica nel nostro paese;
c) tangentopoli è stata un’occasione non colta: i poteri in lizza si sono semplicemente alternati; oggi quello preponderante fa capo al sig. Berlusconi;
d) l’unico faro nella nebbia istituzionale rimane la Costituzione, il resto è avventura (molto pericolosa);
e) il conflitto di interessi è causa ed effetto di una sostanziale riduzione di sovranità democratica dei cittadini;
f) risolvere il conflitto d’interessi, modificare la legge elettorale e rendere funzionanti Giustizia (con maggiori risorse, modifica dei processi civile, penale ed amministrativo, protocolli per la meritocrazia etc.) e P.A. sarebbero interventi ben più urgenti di quelli alla Carta costituzionale;
g) idem per scuola/università e (vera) liberalizzazione (con vera concorrenza);
h) (ripeto) la psicopatologia del P.d.C. sta tenendo in scacco l’intero paese.
E’ possibile andare avanti così, con la guerra messa in atto da chi (almeno per numeri) ha la autosufficienza parlamentare?
Scritto da Alberto il 9 Ott 2009
Un paese di psicanalisti, o presunti tale, questo è diventata l’Italia, la culla delle pseudo scienze.
Scritto da asdrubale il 9 Ott 2009
@asdrubale
Il peggior matto da 150 anni ce lo abbiamo a palazzo chigi,..oops grazioli.
Scritto da Candidus il 10 Ott 2009
Candidus è un soggetto a rischio.
Scritto da fabrizio spinella il 11 Ott 2009