La dieta mediterranea non interessa più. Di chi la colpa?
30 Luglio 2008Dieta mediterranea in declino? Parrebbe proprio di sì. Ne parlo oggi su Libero, a pagina 23. La Fao ha fatto uscire uno studio di Josef Schmidhuber in cui risulta che i paesi mediterranei dell’Europa sono quelli in cui il consumo di grassi animali ha subito l’escalation più sfrenata. Mediamente, se nel 1962 da noi si mangiavano 2960 calorie al giorno, nel 2002 siamo passati a 3340.
Addirittura, in Spagna i grassi costituiscono il 40% della dieta giornaliera: quarant’anni fa, costituivano semplicemente il 25%. Essì, la Spagna crescerà anche nel Pil, ma al prezzo dell’aumento dell’adipe.
State comunque tranquilli: il paese europeo ove l’obesità maggiormente incide è la Grecia.
E questo alla faccia della Germania, delle uova al bacon inglesi, dei fish ‘n chips, dei würstel e delle altre pietanze caloricissime dell’Europa più a nord.
La dieta mediterranea, col crescere del benessere nei Paesi del mare nostrum, è stata parzialmente accantonata da molta gente, vogliosa di accostarsi al cibo più grasso che si usa altrove. Si aggiunga il proliferare dei fast food e il gioco è fatto.
Io non sono un pasdaran di questo tipo di dieta. La considero eccellente per le qualità gustative che veicola e per il suo equilibrio nutrizionale, ma parimenti non la reputo totalmente esaustiva della cultura gastronomica italiana. Vogliamo dimenticare la bagna caoda del Piemonte, i tortelli di zucca, i mirabolanti piatti altoatesini (che saranno d’estrazione tedescheggiante, ma sono a tutti gli effetti italiani)? In Spagna bisogna rassegnarsi: le migas esistono, così come la carne alla maniera dell’Estremadura. E il Portogallo, altro Paese citato dallo studio come “mediterraneo” anche se non s’affaccia sul nostro mare? Sarà vero (e lo confermo) che cucinano il baccalà in 365 modi diversi, ma la cozinha trasmontana annovera stupendi piatti che col pauperismo calorico hanno poco a che fare: carne, fagioli, sanguinacci (i meravigliosi sarrabulhos, da me assaggiati a Ponte de Lima).
Tutti piatti non colpevoli della perdita d’interesse della dieta mediterranea, e anzi come essa messi in pericolo dall’arrivo di modelli alimentari estranei alle tradizioni. Questi modelli non rovinano solo l’alimentazione mediterranea: hanno inferto fieri colpi a ogni tipo di cultura alimentare.
8 commenti presenti
GENTILE TOMMASO,data la tua preparazione nel settore mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero sulle migliaia di trattorie dislocate nello “stivale” che, seppur cucinando divinamente, con prodotti di alta qualità, non si sono mai visti recensiti, nè in riviste tanto meno in giornali.Cordiali saluti.
Paolo Martocchia
Scritto da paolo martocchia il 30 Lug 2008
Caro Paolo, questo è appunto il mio lavoro. Visito realtà non sempre conosciute, e ne parlo, divulgandone la qualità. Ogni critico gastronomico (ma a me piace definirmi “narratore gastronomico”), una volta o l’altra nella vita, si è tolto lo sfizio di scoprire qualche posticino, e di parlarne per primo, scatenando la classica “corsa alla copiatura”. Io mi pregio di averlo fatto molteplici volte. Più spesso dalle mie parti, ma anche nel resto d’Italia.
Scritto da Tommaso Farina il 30 Lug 2008
cazzarola ma e’ il tuo alterego africano quello della foto?
Scritto da liloni adriano il 30 Lug 2008
Io ho più capelli.
Scritto da Tommaso Farina il 30 Lug 2008
Mi scusi Tommaso.
Spiegherebbe ad un profano come me perchè i piatti tipici altoatesini debbano definirsi “a tutti gli effetti italiani”?
Sarà pure pregiudizio, ma io non riesco a considerare italiano nemmeno chi cucina tali pietanze.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 31 Lug 2008
L’Alto Adige fa parte dell’Italia. Certo, converrebbe spiegarlo ai molti fanatici che lo abitano, che trattano i non pochi concittadini italofoni come paria.
Scritto da Tommaso Farina il 31 Lug 2008
Non dimentichiamo che è di questi giorni la dis-gustosa (nel senso dell’eccesso) notizia che la “sottosegretaria” alla salute Francesca Martini, nonchè leghista veronese, intende valorizzare la cosiddetta “dieta padana”.
Che fino al punto in cui l’intenzione è quella di salvaguardare e promuovere all’estero le sue specialità mi trova d’accordo (sono veneta e parteggio), ma consigliarla comne dieta quotidiana, sai che “zuppa”!!
Scritto da Nicoletta Salata il 31 Lug 2008