La nave dei veleni assomiglia sempre più ad una vascello fantasma, pieno di misteri e di interessi da nascondere
5 Novembre 2009da www.amantea.net una raccolta di articoli sulla nave (fantasma) dei veleni
La Verità ci muove, qualunque essa sia
Come contestare questa frase? La verità è come la libertà, nessuna delle due può esistere senza l’altra. Ed allora ecco un nuovo nome del giornalismo web al quale dare da oggi la massima attenzione: Fabio Storino. Eccovi i suoi articoli di ieri 3 novembre:
Il primo, dal titolo : Incongruenze tra il filmato della Geolab e quello della Copernaut
Il “caso Cetraro” non è affatto chiuso, anzi c’è il rischio che ai veleni inabissati se ne aggiungano altri, questa volta di caratura istituzionale, dei quali, certamente, avremmo tutti fatto volentieri a meno. In questi giorni sono emerse varie incongruenze e molte perplessità ma nelle ultime ore giungono anche fatti concreti che potrebbero stravolgere le verità ufficiali, riferite nella conferenza stampa tenuta dal ministro Stefania Prestigiacomo giovedì scorso presso la Direzione nazionale antimafia in Roma.
Se anche uno soltanto di questi “fatti” dovesse trovare conferma, non sarebbe più l’assessore Silvio Greco a doversi dimettere, come ha reclamato il sottosegretario Menia, ma semmai proprio il ministro dell’Ambiente. E vediamoli questi fatti, pur premettendo che non è intenzione mia diversamente da altri, ammannire alcuna verità in una vicenda che di verità fin qui ne ha acclarate ben poche e che, semmai, segna la contesa tra chi la verità vuole che la si cerchi e chi, invece, preferisce verità preconfezionate.
Primo fatto: le immagini realizzate sul relitto dalla Geolab di Mare Oceano non sono sovrapponibili a quelle consegnate alla Procura di Paola dalla Copernaut. I fondali sono diversi, gli scenari assolutamente discosti fra loro, le caratteristiche del relitto significativamente opposte.
Secondo fatto: le misurazioni realizzate dalla Geolab non sono assolutamente comparabili con quelle fornite dalla Copernaut: la nave misurata da Geolab è lunga 95 metri, larga dodici e con murate alte sei metri; quella della Copernaut è lunga 120 metri, larga 20 e con murate alte 12 metri. Il relitto “fotografato” dal sonar di Geolab è adagiato perfettamente sul fondale; quello della Copernaut presenta un inclinazione di circa 45 gradi.
Terzo fatto: in trentasette minuti di filmato, girato dal Rov della Copernaut, attorno al relitto non si nota neanche un accenno di vegetazione. Assicurano tre oceanografi che sarebbe impossibile il contrario a circa 500 metri di profondità.
Poi seguono le incongruenze, segnalate ieri mattina da una nota ufficiale del Wwf che ha reso noto il testo di una lettera inviata al ministro Prestigiacomo ed al procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Nella lettera, firmata da Stefano Leoni, si sostiene che “il punto su cui ha operato la Mare Oceano sarebbe a tre miglia e mezzo (6,5 chilometri circa di distanza) dal luogo dove era stato individuato dalla Regione Calabria il relitto della sospetta nave dei veleni”.
A sostegno di questa clamorosa quanto grave asserzione il Wwf spiega che le coordinate fornite alla Procura di Paola dai tecnici della Regione Calabria fissano il relitto a 39 gradi 28.50 primi nord, 15 gradi di 41.57 primi est. Invece “quelle della nave mercantile Catania, come risulta dai dati tratti dall’ufficio idrografico del Regno Unito, sono: 39 gradi 32 primi nord, 15 gradi 42 primi est”.
Residua la possibilità che i dati forniti dall’ufficio idrografico del Regno Unito siano sbagliati ma occorre dimostrare e l’onere di confutare tali dati appartiene tutto agli inquirenti se si vuole accertare la verità sul relitto di Cetraro. E qui dal Wwf arriva una proposta sensata, che poi è la stessa che avanza la Regione Calabria affidando ai suoi legali la richiesta formale di un incidente probatorio, vale a dire, una perizia pubblica comparata che possa fugare ogni dubbio e accertare appieno la verità sull’identità e il contenuto della nave affondata a Cetraro.
In questo contesto arriva la notizia di una nuova convocazione del procuratore nazionale Pietro Grasso in Commissione antimafia proprio per concludere la sua audizione sulla “nave dei veleni.”Tale audizione avrà luogo questa sera con inizio alle ore 21 a palazzo San Macuto. Nel contempo anche la Commissione sulle cosiddette Ecomafie, ribadisce di non considerare chiuso il “caso Cetraro”. Il suo presidente, l’onorevole Gaetano Pecorella, non nasconde il disappunto per i rilievi mossigli dal procuratore nazionale Grasso che ha rilevato una inopportuna sovrapposizione anche con riferimento al lavoro che svolge la Commissione antimafia:”La Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, che ha i poteri della magistratura, ha fatto ciò che avrebbero dovuto fare i pubblici ministeri già nel mese di settembre. La commissione d’inchiesta, aggiunge Pecorella, proseguirà nel suo delicato compito di fare chiarezza nell’interesse della Calabria e della salute dei cittadini”.
Note: sono cose già dette ma che lasciano perplessi e che impongono una risposta . Possibile che ci sia stata raccontata dallo Stato e dalla Magistratura una storia non vera? Se davvero fosse così bisognerebbe riconoscere e dire che non esiste più lo Stato, ma solo qualche uomo che ha coraggio da vendere e che sono credibili più le istituzioni private che quelle statali
Ora non sembra più possibile che le autorità che ci hanno assicurato che la nave di Cetraro non è la Cunsky restino in silenzio . Devono dare a tutti una immediata risposta.
Il secondo , dal titolo Dal caso Mills alle navi dei veleni
L’armatore della Mare Oceano, Attanasio, è lo stesso del processo al legale inglese. E’ tutta una storia di coincidenze, questa. Per coincidenza, al largo di Cetraro, si scopre una nave che non doveva esserci. La fa scoprire un pentito della ‘ndrangheta, che ne fornisce le coordinate. La Regione dispone analisi e vede oblò e fusti e un potenziale pericolo per la salute pubblica. Bisogna indagare a fondo. E per coincidenza, le competenze in questa faccenda sono tutte del governo. Che ha come ministro Stefania Prestigiacomo e come premier Silvio Berlusconi.
A questo punto, cioè per fare delle analisi degne di questo nome, rimane da scegliere una nave, bisogna attrezzarla, farla salpare e portarla fino al punto indicato. Ora: in Italia gli armatori si sprecano. Per avere contezza basta collegarsi al sito navi oceanografiche. Per coincidenza la scelta del governo ricade sulla “Mare Oceano”. Che, sempre per quegli scherzi che ti fa il caso quando sarebbe meglio che si facesse gli affari propri, appartiene alla categoria”Armatori del Monte di Procida”. E più in particolare alla famiglia Attanasio. Ecco, a questo punto finiscono le coincidenze e cominciano i fatti, le dichiarazioni e le connessioni. E salta fuori che Attanasio non è esattamente un nome sconosciuto alle cronache, soprattutto a quelle giudiziarie.
Il collegamento con il Governo (e con il premier Berlusconi) arriva direttamente da uno dei processi più scottanti, tornato d’attualità dopo la condanna di David Mills, l’avvocato inglese che avrebbe, secondo i giudici, coperto Berlusconi in cambio di una sostanziosa somma di denaro. Ecco, è proprio in riferimento a questa somma che la storia dell’armatore si interseca con i destini dell’uomo che governa il Paese. Attanasio armatore napoletano di 56 anni, è stato chiamato in causa da Mills e dal premier Silvio Berlusconi per il bonifico da seicentomila dollari sul quale indagavano i magistrati di Milano. Secondo la Procura, la somma costituiva un “regalo” di Berlusconi all’avvocato d’affari che lo aveva tenuto al riparo da un’inchiesta giudiziaria. Ricostruzione prima confermata e poi smentita da Mills che ha detto:”Quei soldi provenivano da Attanasio, non dal premier italiano”.
Una versione che contrastava con quanto riferito da Attanasio ai pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale. Agli inquirenti, l’armatore ha negato di aver dato ordine di far confluire somme di denaro dalle Bahamas sul conto aperto da Mills presso una banca di Ginevra. Anche perché, ha evidenziato: “Faccio presente che intorno alla metà di luglio del 1997 io sono stato arrestato con un’accusa di corruzione e sono rimasto detenuto per due mesi nel carcere di Salerno. Francamente, pensare di dare istruzioni a Mills dal carcere sarebbe stato, oltre che quasi impossibile, anche rischioso, perché gli inquirenti di Salerno erano particolarmente interessati alle mie relazioni d’affari con Mills”.
Ma chi è Diego Attanasio? Originario di Monte di Procida, armatore come già il padre Mario, l’Attanasio può vantare una flotta composta da sette navi oceanografiche. La “Italica”, con scafo in acciaio, ha preso parte al progetto internazionale “Antartide”. Nel 1997, i guai con la giustizia. L’imprenditore resta coinvolto nelle indagini della Procura di Salerno su un immobile acquistato nella zona Asi della città. Raggiunto da ordine di custodia il 18 luglio 1997, rimane agli arresti settanta giorni. E riappare nella ritrattazione di Mills. La sua strada e quella del governo si sono di nuovo incrociate al largo di Cetraro. A qualche metro di distanza da una nave che, dopo i presunti veleni, sembra portare un carico di misteri.
Note. Questo articolo ci lascia l’amaro in bocca. Descrive un imprenditore proprietario di una nave che ha relazioni con Berlusconi, lasciando ipotizzare scenari di compromissione. Lì’articolista non riferisce invece chi sia l’armatore della prima nave che è andata a Cetraro. Dobbiamo ritenere che non sia un amico di Berlusconi.
Sul fatto poi che la credibilità o meno delle informazioni fornite dipenda dalla amicizia o meno con Berlusconi preferiamo non dire nulla!
3 commenti presenti
La colpa è di Berlusconi.
Scritto da asdrubale il 5 Nov 2009
E poi che si decidano.
Che quei soldi a Mills non glieli hanno dati una volta Berlusconi e l’altra Attanasio, a seconda di come gli fa più comodo al momento.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 5 Nov 2009
Qualcuno omette di dire che l’assesore all’ambiente alla Regione Calabria, tale Silvio Greco, è il fratello del Presidente della Cooperativa Nautilus, Raffaele Greco, armatrice della Coopernaut Franca. Questo è un reale conflitto d’interessi certificato.
Scritto da Vince il 6 Nov 2009