Fatti e rifatti quotidiani
14 Novembre 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Seconda rettifica, quella definitiva (almeno per quanto mi riguarda). Motivata dai commenti dei lettori di questo blog, che tengo in considerazione più del mio personale metro di giudizio. Anzi colgo l’occasione per ringraziarli tutti, sia quelli che mi hanno sostenuto che coloro che hanno criticato. Ed anche quelli equilibratamente critici. Tutto quello che avete scritto me lo sono evidentemente meritato, nel bene o nel male.
Da alcuni commenti deduco che probabilmente ho usato toni troppo veementi nei confronti dell’articolo scritto da Monica Raucci, pertanto le chiedo pubblicamente scusa nel caso si ritenga offesa, o come dice lei diffamata. Non era mia intenzione, lo scopo dell’articolo non voleva essere un attacco alla sua persona, che non ho il piacere di conoscere, bensì una critica allo spaccio di false novità del (nuovo) quotidiano diretto da Antonio Padellaro. Sono mie opinioni personali, facilmente confutabili nel caso sussistano fatti oggettivi a dimostrarlo. Monica dalla sua ha un contatto preliminare con Mastellarini, approccio del quale non sapevo nulla e non avevo elementi per sospettare che ci fosse stato, lo ingnoravo completamente. E del quale sono stato informato esclusivamente dalla stessa Monica Raucci dopo la pubblicazione del post in questo spazio, con successiva conferma da parte di Gabriele.
Detto questo, si da atto alla giornalista Monica Raucci di non aver copiato integralmente il contenuto del citato articolo di Gabriele Mastellarini, pubblicato il 12 novembre 2007 da l’Espresso. Ha contattato preventivamente Mastellarini, ma non lo sapevo. Francamente ritengo che la posizione della giornalista sia stata molto ben chiarita dai suoi commenti e che non fosse necessario aggiungere altro. Nonostante ciò, ha minacciato ripetutamente di adire le vie giudiziarie in caso di mancata cancellazione (addirittura la cancellazione?) o correzione sostanziale del post.
Per quanto io sia ben disposto, entro limiti ragionevoli, a riconoscere il mio errore di valutazione, credo proprio che non sia il caso di aderire alla richiesta di cancellazione totale del post avanzata dalla Raucci. Prima di tutto per rispetto dei commentatori, che per me meritano di veder sempre e comunque pubblicato il loro contributo. Poi perché su circa 400 articoli pubblicati qui nell’arco di circa nove mesi, non è mai accaduto che ne fosse ritirato o cancellato uno solo, per qualsivoglia motivo. Mi sembra sia sufficiente una significativa rettifica, spiacente niente cancellazione.
Bene, ora che ho fatto abbondantemente ammenda per la mia poco accurata analisi preliminare, pubblico la forma definitiva del mio pensiero al riguardo: i due articoli si somigliano molto. Il Fatto ha pubblicato una riedizione delle stesse cose, senza particolari novità, e secondo me su quel quotidiano non è l’unico caso di rielaborazione di notizie vecchie. Se Monica Raucci ritiene ancora di essere diffamata da questa mia interpretazione, faccia quello che ritiene giusto per difendere la sua dignità ed immagine. Mi spiace ma non ho altro tempo da dedicarle per questo sciocco contenzioso, nel caso sia necessario saprò relicarle nelle sedi opportune. Se ha ancora qualcosa da aggiungere alla vicenda, può contattarmi all’indirizzo email di questo sito (info@dituttounblog.com). Le posso solo augurare di scrivere cose più interessanti in futuro, tipo un suo articolo che ho trovato a questo indirizzo, e buona fortuna. (Sergio Fornasini)
Il nuovo quotidiano diretto da Antonio Padellaro è stato un successo editoriale, è un fatto.
Con il break even fissato a 10-15 mila copie vendute in edicola, 30.000 abbonati all’edizione online dichiarati, le 100.000 copie andate via in un attimo il primo giorno hanno piacevolmente stupito anche la stessa redazione del quotidiano. In una intervista di metà ottobre, il direttore Padellaro dichiarava ben 90.000 copie vendute. Niente male, sono fermamente convinto che nel nostro Paese la gente dovrebbe leggere molto di più, tutti i giornali.
Leggendo qua e là su qualche sito e forum, il nuovo quotidiano sul quale scrive copiosamente Marco Travaglio sembra essere diventato un simbolo ed un oggetto di culto, più che un organo di informazione. Tanto è vero che ho trovato anche chi, orgogliosamente, ha perso il primo numero in cartaceo e gli ha dato la caccia su E-bay.
Analizzando quanto circola in rete fra gli entusiasti lettori, ma soprattutto acquirenti, i più assidui fans sono stati prevalentemente giovani. Dopo i primi numeri, il loro scopo apparente era quello di ribattere in rete le parole scritte nel Fatto, felici di poter leggere qualcosa di diverso dalle solite minestre riscaldate.
A dire la verità, non è che Il Fatto abbia esordito con chissà quale scoop: la notizia di Gianni Letta indagato era stata publicata poco su carta stampata e molto in rete. Lo aveva fatto, ad esempio, lavocedellevoci.it nel lontano 29 maggio scorso, ben quattro mesi prima del nuovo quotidiano. E non sono nemmeno stati gli unici a farlo. La stampa tradizionale non ha dato particolare risalto alla notizia, è vero, ma c’è da dire che la vicenda è partita dall’ufficio di quel magistrato di nome John Woodcock, che ormai ci ha abituato nel puntare su nomi celebri per le sue inchieste. Sta di fatto che dopo mesi non sono intervenuti particolari fatti nuovi e nessuno ne ha parlato più, ma solo perché non c’era nulla di nuovo da raccontare. La scelta editoriale di Padellaro & C. è stata diversa, titolone a caratteri cubitali sottolineato, per raccontare una storia vecchia e destinata probabilmente al nulla. Sono scelte editoriali, il tempo giudicherà la loro validità.
Non essendo abbonato al Fatto, scorro di tanto in tanto gli articoli pubblicati sul blog antefatto.ilcannocchiale.it. Circa un mese fa ho scovato un articolo che non mi suonava nuovissimo, trattava degli uffici delle Regioni italiane a Bruxelles e di quanti soldi costi mantenere quei distaccamenti. Poi ho ricordato: quando ero abbonato a l’Espresso avevo letto qualcosa di simile, ma è stato tanto tempo fa ed il cartaceo non lo conservo a lungo. Mi è venuta in soccorso la rete, oltre che la memoria, ed ecco che ti rintraccio l’articolo originale. Ma guarda un po’, è firmato Gabriele Mastellarini, lo apprezzavo anche prima di conoscerlo di persona. L’articolo è di novembre 2007, al Fatto Quotidiano ( o meglio riFatto) due anni dopo ne hanno pubblicato uno sullo stesso argomento. Un articolo molto simile in apparenza a quanto già scritto sull’Espresso. Punto.
Il risultato, se accattivante, interessante, aggiornato o meno, è sottoposto al giudizio dei lettori. Sotto ci sono i due articoli a confronto, buona lettura.
La marcia su Bruxelles
di Gabriele Mastellarini (da l’Espresso del 12 novembre 2007)
I fondi europei, a saperli intercettare, sono una bella torta. Sarà per questo che le regioni italiane non badano a spese pur di avere uffici propri a Bruxelles. E che uffici. È costata 9 milioni 246 mila e 20 euro la nuova sede della Regione Piemonte a Bruxelles, in rue du Trone 62. Sei piani per un totale di 2.597 metri quadrati da destinare a sede unica di Euroregione Alpi-Mediterraneo, macro-area formata da Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e dalle francesi Provenza-Alpi-Costa Azzurra e Rodano-Alpi. Un altro milione e 270 mila euro il Piemonte li ha investiti per spese notarili, traduzioni, oneri fiscali, mobili e connessioni telematiche. Nei giorni scorsi, la Regione ha rivenduto alcuni locali alla Provenza a 1,478 milioni di euro, mentre non si sono ancora fatte vive Valle d’Aosta e Liguria, che restano nei loro uffici.
I valdostani sono al civico 49 di rue de Treves: affitto e costi di gestione incidono per 285 mila euro l’anno. In rue de Luxembourg 15 c’è ‘Casa Liguria’: 800 metri quadri, pagati 1,350 milioni, con oneri annui di 283 mila euro. L’ultima ad insediarsi in locali nuovi di zecca è la Regione Veneto che da luglio è in avenue de Tervueren 67, pagando un milione e mezzo di euro più spese ulteriori per ristrutturazioni (1,629 milioni), arredi e impianti (262 mila), parcelle ai due architetti (180.600).
Al 62 di Avenue de Tervueren c’è ‘Casa Puglia’, acquistata a luglio 2006 a 2,1 milioni, più opere edili per 600 mila euro. In attesa della fine dei lavori, i pugliesi sono in affitto a rue de Luxemburg 3, dove occupano 150 metri quadri e un posto macchina. In rue de Pascale 45/47 ci sono le Province Autonome di Trento e Bolzano e la Provincia di Innsbruck che, in tre, hanno versato 2,323 milioni. Il Molise ha pagato 1,3 milioni gli uffici di rue de Toulose 47, mentre il Friuli Venezia Giulia è dal 2005 in rue du Commerce 49. L’immobile dei friulani è costato 2 milioni e mezzo, recuperati in parte attraverso i subaffitti di alcuni locali alla Regione dell’Istria e al Land della Corinzia, rispettivamente 8.619 e 41.460 euro l’anno. In Avenue Louise 210 c’è CasAbruzzo, pagata 1,4 milioni più 750 mila euro per i lavori
di sistemazione dei tre piani di uffici, dépendance e giardino.
L’Abruzzo non versa più i 375 mila euro d’affitto per i locali Rond Point Schuman 14, dove sono rimaste Lazio, Marche, Toscana e Umbria. L’uscita degli abruzzesi ha convinto gli altri governatori a fare il grande passo e comprarsi un ‘angolino’ a Bruxelles. La Toscana ha preso 489 metri quadri al quinto piano, altrettanti al sesto, 456 metri quadri all’ottavo (in comproprietà), una terrazza, quattro posti auto esterni, dieci box coperti e quattro cantine. Costo complessivo: 12,776 milioni, versati nell’aprile 2005. I toscani hanno pagato anche per Umbria e Marche che, nei mesi successivi, hanno restituito 1,229 milioni ciascuno, versando in contanti altri 1,4 milioni a saldo delle compravendite. L’anno scorso, la Toscana è riuscita a chiudere un altro affare rivendendo alcune stanze alla Regione Lazio. La Calabria versa 172 mila euro l’anno per 489 metri quadrati, tre parcheggi e un archivio al terzo piano di piazza Broqueville. La Campania ha inaugurato nel 2002 la propria sede che costa 333.700 euro l’anno, mentre la Lombardia nell’ultimo bilancio ha dichiarato 245 mila euro “per spese di rappresentanza del presidente, della delegazione di Roma e dell’ufficio di Bruxelles”. La Sicilia, dal 2002, corrisponde un canone di 120 mila euro per il quartier generale di 14 stanze a Place du Champ de Mars 5. L’unica regione non presente a Bruxelles è la Basilicata.
In certi casi è meglio distinguersi.
Le sedi delle Regioni a Bruxelles: edifici di lusso da milioni di euro per una manciata di dipendenti
SPESE PAZZE IN EUROPA
di Monica Raucci (da Il Fatto Quotidiano n°16 del 10 ottobre 2009)
Chi non crede nell’esistenza del vuoto assoluto, può fare un giro nelle sedi delle Regioni italiane a Bruxelles: labirinti di uffici e corridoi disabitati, meta perfetta per il turismo ascetico. Edifici di lusso, pagati a peso d’oro negli anni della corsa all’Europa. Poiché acquistare una sola sede per tutte le Regioni sarebbe stato troppo logico e poco oneroso. Così ogni amministrazione locale ha, nel tempo, voluto la sua (con rare eccezioni): una pioggia di soldi usciti dalle tasche degli italiani. Uffici di centinaia, quando non migliaia, di metri quadrati. Dove oggi lavorano, però, una manciata di funzionari. Quando va bene.
A via Rue de Trone 62 c’è la sede europea del Piemonte: 400 metri quadrati senza neanche un dipendente. Anzi, a dire il vero una persona che lavora c’è, da mesi. Ma è una stagista. “Dovrebbe arrivare qualcuno prima o poi”, dice con l’ottimismo dei giovani. L’edificio intero è costato alla Regione la bellezza di 9 milioni 246 mila euro ed è grande 2597 metri quadrati, in parte affittati ad altri enti. Un piano lo ha comprato nel 2006 la Regione Puglia: 400 metri quadrati costati 1.855.0000 euro, più 600.000 euro di spese edili. Attenzione ora: Toscana, Lazio, Umbria e Marche sono nello stesso edificio, a Rond Point Schuman 14. Toscana e Lazio sono state le prime inquiline e ciascuna ha pagato ben 3.900.000 euro per circa 600 metri quadrati, più garage e cantina. Poi sono arrivate Marche e Umbria, che hanno occupato un piano dividendo la cifra per due.
Eppure in principio quando la Toscana cercava una sede, trovò undici valide alternative e a prezzo conveniente, ma alla fine decise per la più costosa. Una scelta dettata dal prestigio e dalla comodità: il palazzo di Rond Point Schuman è di fronte alla sede della Commissione europea e a due passi dalla metro. Fatto sta che, in totale, le quattro Regioni hanno speso 12 milioni di euro per 1800 metri quadrati. E dentro, in tutto, lavorano 16 dipendenti. Anche i 320.000 abitanti del Molise dovevano avere la loro degna sede e nel 2005 la Regione ha sborsato 1,6 milioni per i 550 metri quadrati degli uffici di Rue de Toulose 47, più 200.000 euro per spese di restauro e acquisto mobili. Dentro si adoperano comodamente due dipendenti assunti, in attesa dei tre stagisti che verranno omaggiati di “un piccolo contributo spese”. Alla fine, sono gli stagisti il vero pilastro portante delle sedi a Bruxelles. Pagati poco, spesso niente, almeno loro riempiono gli spazi. Sono appena tre i dipendenti di quella che viene chiamata ‘Casa Abruzzo’, e che condividono però oltre 1000 metri quadrati, mentre a rue de Luxembourg 15 c’è la sede ligure. Ovvero, 800 metri quadrati pagati 1.350 milioni di euro e occupati dalla Regione solo per metà. Dentro, di nuovo, i soliti quattro, anzi tre, gatti. Difficile, almeno in questi giorni, parlare con loro: al telefono risponde una segreteria che vi augura buona Pasqua. Si fanno più compagnia gli undici dipendenti di Place Champ du Mars 1-3, sede della Regione Lombardia: ben 1800 metri quadrati pagati 3 milioni e mezzo di euro, dati in locazione in parte a enti e rappresentanze. Qualche Regione è in affitto: la Calabria versa 172 mila euro l’anno (più 25000 euro per oneri locativi) per 400 metri quadrati (4 dipendenti), la Campania 333.700 l’anno per 200 metri quadrati (tre dipendenti).
Alla fine, se sommiamo la superficie di tutte le sedi regionali, il totale è di 10.000 metri quadrati. Un campo da calcio e mezzo. Che diviso per i 60 dipendenti totali, fa 166 metri quadrati a testa. Ogni tanto, in quel di Bruxelles, ci si deve sentire davvero soli. Ma almeno tutti questi uffici sfavillanti fruttano? Riescono ad assicurarsi una fetta dei finanziamenti europei? Ma questa purtroppo è un’altra (brutta) storia.
36 commenti presenti
Fornarini: suvvia, che suscettibilità!
(Io leggo Te e Leggo il Fatto. Quanto al secondo, immagino – tra l’altro – le infinite difficoltà gestionali per avviare e poi mandare in stampa un nuovo quotidiano senza pubblici finanziamenti e con redazione assai striminzita. Forse merita un minimo di tolleranza, no? E poi: ma li leggi gli altri giornali (ed ogni riferimento a “quelli del” Premier è volutamente non casuale!?).
Da parte mia, con imperitura stima, continuerò a leggerTi.
Scritto da alberto il 11 Nov 2009
Beh ovvio che non hanno risposto… Per quanto uno abbia ragione le cose andrebbero comunque dette con un po’ meno arroganza…
Anch’io se fossi il direttore del giornale mi prenderei male leggendo di uno sconosciuto che intima di non volersi abbonare senza che io abbia avuto il tempo di replicare prima
Scritto da emanuele il 11 Nov 2009
bella Sergio XD
Scritto da Tyler il 11 Nov 2009
Interessante.
E il 7-11 grande strillo in prima pagina per una notizia dal libro di Bruno Vespa
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2374936&title=2374936
Scritto da sameth il 11 Nov 2009
Il Fatto. Chi?
Scritto da fabrizio spinella il 11 Nov 2009
risposta colettiva:
@ alberto: prima di tutto grazie per la stima e l’apprezzamento. Si fa quel che si può in quella redazione, anche ripassare in padella vecchie notizie. Immagini cosa ci vuole per manterere aggiornato un blog, senza pubblici finanziamenti e senza neppure la redazione. I giornali cerco di vederli tutti, nei limiti del poco tempo a disposizione. Ce ne sono alcuni che sono palesemente strumentali ad una parte politica o all’altra, alcuni che si dicono liberi e non raccontano nulla di nuovo. Ma le notizie vere c’è ancora qualcuno che se le va a cercare? Ecco, in quel caso le cose verrebbero decisamente meglio.
@ emanuele: le critiche espresse nella mia email non mi sono sembrate arroganti, semmai amaramente ironiche. Avessi voluto essere arrogante, potevo usare toni diversi e pubblicare ben prima la mia lettera. Poi per come la penso io, un lettore va rispettato, che sia noto o un perfetto sconosciuto. E se quest’ultimo solleva critiche motivate e supportate da fatti, al posto di Padellaro io lo avrei ringraziato per il suo contributo a migliorare.
@ sameth: grazie per la ulteriore dimostrazione dell’aria fritta venduta come informazione. Ne ho un’altra in serbo, trovata in rete. La pubblicherò presto.
Scritto da Sergio Fornasini il 11 Nov 2009
Caro Fornasini,
indubbiamente avranno plagiato l’articolo come lei dice, ma come si fa a giudicare il giornale solo da un paio di articoli? Saranno stati scorretti, ma per fare una valutazione complessiva dovrebbe comprarlo per almeno uno o due mesi e poi vedere se e’ effettivamente valido o meno, senza contare che non e’ detto che non migliori in futuro, ancora siamo agli inizi.
La saluto
Scritto da Mastellaroni il 12 Nov 2009
Gentile Sergio,
sono Monica Raucci. La informo che non solo avevo letto il pezzo di Mastellarini, ma sono stata io a stessa a contattarlo, perché volevo aggiornare quei dati e chiedergli se c’era un modo più veloce di fare il lavoro senza chiamare Regione per Regione. Poiché modo diverso non c’era, ho contattato amministrazione per amministrazione per verificare e aggiornare quei dati, che infatti non in tutti i casi . Prova ne rimangono le decine di mail salvate nella mia posta. Un lavoro durato un mese. In più i due pezzi sono molto diversi. Il primo, quello di Mastellarini, è molto più puntuale su alcuni dati, ma non si pone il problema del numero di dipendenti. E’ ben diverso se in una sede di 600 mq pagata a peso d’oro lavorano 40 dipendenti piuttosto che 3.
Quindi la esorto, prima di accusare qualcuno di plagio, a verificare e informarsi.
Monica Raucci
Scritto da monica raucci il 12 Nov 2009
Considerate le pesanti accuse infondate che lei ha mosso tramite uno strumento pubblico alla mia persona (“Un articolo fotocopia, le similitudini sono impressionanti: più che di rimasticatura della notizia direi trattarsi di plagio bello e buono”, quando non c’è una sola frase ripresa dall’articolo del 2007, e tutti i dati sono stati verificati nuovamente)la esorto non solo a pubblicare la mia lettera, ma anche a rivedere i contenuti e i toni del suo post. Altrimenti mi vedrò costretta a rivolgermi all’autorità competente.
Scritto da monica raucci il 12 Nov 2009
Gentile Sergio,
ha preso 10.
Complimenti. Ora zitto e a casa.
Matteo
P.S.: Spinella. Chi?
Scritto da Matteo il 12 Nov 2009
Raucci, lei ha carattere e minaccia di rivolgersi all’autorità competente (che per un giornalista dovrebbe essere il suo pubblico di lettori, non certo un giudice). Lei dice di aver contattato Mastellarini. Brava collega. Quindi, deduco, lei ammette di aver preso spunto da informazioni da lui raccolte e pubblicate due anni prima, aggiornandole come si fa per l’agenda del giornalista. Per questo, benedetta figliola, avrebbe potuto fargli una citazione di…primogenitura.
(Certo, ma come sono permalosi i componenti della categoria, dimentichi che non c’è nulla di più inedito della carta stampata…)
Scritto da fabrizio spinella il 12 Nov 2009
Gentile Monica Raucci,
vista la sua richiesta di rettifica provvederò a modificare nell’articolo la frase “più che di rimasticatura della notizia direi trattarsi di plagio bello e buono” in “direi trattarsi di una rimasticatura bella e buona”, escludiamo il plagio e spero che la rettifica la soddisfi. Mi spiace che il suo scritto le sia costato addirittura un mese di lavoro, analizzandone i risultati secondo me le similitudini permangono con tutta evidenza. Ovviamente questa è un’opinione personale, alla quale fa seguito il mio pensiero liberamente espresso su questo blog. I lettori giudicheranno confrontando i due pezzi. La struttura continuo a vederla pressoché identica in entrambi i casi, il suo articolo ha in effetti il merito di aver evidenziato l’utilizzo di spazi immensi e costosi per pochissimi dipendenti.
Per quanto riguarda la paventata minaccia di “rivolgersi all’autorità competente” si rilassi per favore: questo sito credo sia frequentato da persone civili, categoria alla quale penso ancora di appartenere. Non credo ci sia bisogno di usare mezzi diversi dal dialogo per poterci confrontare. Il ricorso alla querela verso chi scrive ed esprime opinioni, che tanto viene denunciato dalla redazione di cui lei fa parte, lasciamolo alle persone stizzite dalle critiche.
Una frase tratta dal suo giornale: “L’intimidazione contro la libertà di espressione tramite l’uso della querela non è una prerogativa solo di Silvio Berlusconi ma di buona parte di quelli che gli stanno vicino”. Così per curiosità: lei a chi si sente vicina?
Saluti
Sergio Fornasini
Scritto da Sergio Fornasini il 12 Nov 2009
@ matteo:
zitto a chi? Ma lei ce l’ha una casa? Veda di utilizzarla meglio e frequentarla con maggiore continuità
Scritto da Sergio Fornasini il 12 Nov 2009
Ognuno ha la libertà di esprimere opinioni, e di dire che i miei pezzi fanno schifo. Altro è diffamare qualcuno come lei ha fatto. L’unica cosa in comune tra me e il pezzo di Mastellini (che tra l’altro non è nè il primo nè l’unico ad aver scritto sule sedi a Bruxelles, per fortuna, come io spero di non essere l’ultima) è l’argomento (tra l’altro neanche tutto, una parte), e se per lei questa si chiama “rimasticatura”, allora siamo proprio all’uso distorto delle parole, e in questo modo è lei a non portare rispetto per il lettore. Scrive: “questo sito credo sia frequentato da persone civili, categoria alla quale penso ancora di appartenere. Non credo ci sia bisogno di usare mezzi diversi dal dialogo per poterci confrontare”. E’ soprendente che sia proprio da lei a dirlo, che ha diffamato senza verificare. E come vede io sono la prima disposta al dialogo, ma non alla diffamazione, che non è in una sola frase del suo post, ma in tutto pezzo, a iniziare dal titolo. Riguardo all’ultima sua frase, ossia che io , chiedendo la rettifica avrei usato “l’intimidazione contro la libertà di espressione”, credo si commenti da sola.
C’è una bella differenza tra intimidazione contro la libertà d’espressione e libertà di scrivere falsità offendendo la dignità professionale di una persona. E se non capisce la differenza, mi faccia il piacere, non apra un blog.
Scritto da monica raucci il 13 Nov 2009
Il mio cognome è Mastellarini e non Mastellini!
Alla cara collega Monica Raucci, un grosso in bocca al lupo per la sua attività…spiace solo constatare i toni pesantissimi utilizzati nei confronti del buon Fornasini le cui critiche sono state già suffragate da alcuni commentatori del blog. Critiche che – anche a mio modestissimo avviso – sembrano ben fondate.
Comunque alla cara Monica va dato il merito (che io ho riconosciuto) di aver scoperto qualcosa di interessante sul concorso per diventare direttore della sede europea della regione abruzzo. Riparta da lì e, per favore, non utilizzi la minaccia di querela.
Anni fa un giornalista del quale avevo stima mi telefonò a seguito di un articolo (mai smentito) su di una sentenza a lui relativa. E la prima frase fu quella di chiedere la cancellazione dal blog altrimenti mi avrebbe querelato…
Cara Monica, oggi quel collega è ben in vista sul Fatto.
Tanti complimenti e mi saluti l’ottimo Gomez.
gabriele mastellarini
Scritto da gabriele mastellarini il 13 Nov 2009
Ma per favore! Rassereniamo il clima e abbandoniamo l’eccesso di suscettibilità.
Mi pare un (brutto) contagio dei tempi inveleniti che stiamo vivendo.
Non occorre minacciare sfracelli per ottenere maggior rispetto.
Nè attribuisce di per sè autorevolezza l’uso di parole “trancianti” mediate dal codice penale che (sembrano) non (voler) ammetere repliche (plagio – diffamazione etc.).
Debbo immagiunare che tra Sergio e Monica non corre buon sangue ?
O che l’uno/a sia prevenuto nei confronti dell’altro/a?
O che una frase esagerata abbia innescato una sequela montante di sterili incomprensioni?
Be quiet!
Ragioniamo ed argomentiamo, non siamo mica su “Libero”!
Scritto da alberto il 13 Nov 2009
Scrivo per l’ultima volta perché ho già perso troppo tempo su questo blog
Non ho capito se lei, Mastellarini, da ragione a Fornasini. In tal caso sarebbe davvero sorprendente, visto che ha ricevuto una mia mail in cui le chiedevo come reperire alcuni dati (evidentemente perché li volevo cercare, se avessi voluto copiarli dal suo pezzo, mi sembra ovvio, non le avrei di certo scritto).
I miei sarebbero toni pesantissimi????
Il signor Fornasini non solo mi ha diffamato su un blog pubblico, attribuendomi comportamenti infondati (dice che copio. Bene, ha le prove? Glielo dico io, no. E sa perché? Perché io ho le prove del contrario, del mio lavoro di ricerca dati, avendo salvato tutte le mail delle amministrazioni. Tra l’altro non ha neanche letto bene i due articoli, perché alcuni dati sono diversi). Ma ha inviato anche una mail con la stessa accusa a due direttori. Un comportamento gravissimo, lesivo della mia immagine.
In considerazione di tutto ciò, invito per l’ultima volta il signor Fornasini a non solo cancellare o correggere in maniera sostanziale il post, ma anche a ristabilire la verità dei fatti con i due direttori (basta mandare una mail e inoltrarla a me).
E a farlo non oltre 24 ore. Io agirò di conseguenza. Esattamente come farebbe lui, e giustamente, se uno sconosciuto su un blog pubblico scrivesse, in modo del tutto infondato, che nel suo lavoro è un ladro.
Scritto da monica raucci il 13 Nov 2009
qui ci scappa un nuovo libro per Mastellarini, i politici querelano i giornalisti e i giornalisti i blogger. Assalto ai blogger.
Se succede prepariamo una colletta?
Scritto da Tyler il 13 Nov 2009
Ma la Raucci avrà detto a Travaglio e Padellaro che chiede aiuto a Mastellarini?
Scritto da sameth il 13 Nov 2009
l’articolo di Mastellarini non si visualizza 🙁
Scritto da Tyler il 13 Nov 2009
La signora Raucci, se si ritiene diffamata, ha tutto il diritto di adire le vie legali.
Anche per me il tono dei due articoli é piuttosto simile, non me ne vorrà la giornalista, ma forse il termine plagio non é il più appropriato. Potrei dire che l’uno é stato di ispirazione per l’altro, ma non saprei se la Raucci riterrebbe la mia affermazione lesiva della sua reputazione.
Certamente posso dire che la buona fede di Fornasini é fuori discussione e che il tono un po’ forte é stato dettato dall’amicizia con Mastellarini e dalla brutta vicenda che coinvolse il giornalista abruzzese quando si spinse a mettere in dubbio quell’aura di santità che avvolge Travaglio, firma di punta del Fatto.
La soluzione, se posso permettermi, sarebbe quella di mettere in bella evidenza la rettifica della Raucci, evitando questa specie di guerriglia.
Una cosa, però, vorrei chiedere alla Raucci, ammesso che le restino altri due minuti da perdere su questo blog: che differenza c’è tra un blogger che diffama una giornalista ed un giornalista che diffama un politico? Forse una manifestazione di Repubblica.
ps: Tyler. Il titolo del libro potrebbe essere, come ha detto, Assalto ai blogger. Sottotitolo: non allineati.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 13 Nov 2009
Travaglio, pag. 1, 11-11-09
“(…)in quella Pravda
ad personam che è diventata il Tg1 (…) Augusto Minzolini mente. Racconta balle. In continuazione. (…) Due mesi fa (…) disse che anche Tony Blair aveva querelato la Bbc: non era vero, Blair non ha mai
querelato la Bbc. (…)
E uno, conoscendo Travaglio, va a verificare:
Minzolini, editoriale TG1 “: nel 2004 Tony Blair, dopo un lungo braccio di ferro che arrivò quasi in tribunale, costrinse alle dimissioni i vertici della Bbc che lo accusava di aver falsificato i dossier sulla guerra in Iraq.”
http://snipurl.com/t7wtl [www_youtube_com]
Scritto da sameth il 13 Nov 2009
noto che lei ha il gusto della provocazione.
Ci vediamo presto
Scritto da monica raucci il 13 Nov 2009
Scusi, dice a me?
Scritto da sameth il 13 Nov 2009
Passare dalle parti di questo blog prima di cena, è come un aperitivo. Monica Raucci m’incuriosisce, per il suo tono un po’ “concitato” (stile Concita dell’Unità, direi). Google mi rimanda ad un sito di “Quarto Potere Roma”, dove la Raucci si presenta così:
«Monica Raucci, professionista romana 32 enne, laureata in Filosofia, Ifg di Urbino. Ha all’attivo contratti con società di produzioni televisive e con Sky (programmi e Tg) e diverse collaborazioni in carta stampata (Panorama, Libero, 9colonne). Pur facendo di fatto sempre la giornalista, per gli editori è stata ora autrice, ora regista, ora valletta, ora tecnico delle luci, tanto che in questo momento vanta 3 posizioni previdenziali aperte.
Difende pochi ma chiari punti fermi:1)sotto i 20 euro a pezzo non si chiama compenso, ma elemosina 2) pagare oltre i 4 mesi per un pezzo non si chiama ritardo, ma sciacallaggio 3) Non pagare pezzi commissionati solo perché si decide di non pubblicarli ha un nome ma vietato ai minori di 18 anni 4) Agevolare gli editori in tutto questo, permettendo loro oltretutto di pagare solo il 2% di contributi previdenziali, è istigazione a delinquere.»
Sotto: 0 commenti.
E’ proprio la Raucci che adesso scrive per il “Fatto”?
Vista la giovane età della giornalista, non sarebbe il caso di essere clementi con lei?
Nella foto, sembra carina. Fornasini, sarò un po’ maschilista, ma ad una giovane donna che replica «Ci vediamo presto», io risponderei di volata: “Vediamoci da Babington’s, alle cinque, l’ora del tè”. Poi, quel che sarà, sarà. Magari un duello all’ultimo biscotto.
Scritto da fabrizio spinella il 13 Nov 2009
Mi spiace Fornasini, la leggo volentieri, ma ha fatto proprio una brutta figura a mio parere, e non è questione di lana caprina. Ha diffamato, le è stato fatto notare e non ha avuto lo stile di ammetterlo, ma ha minimizzato, correggendo, ma con un tono vittimistico e piccato, il suo articolo diffamatorio. Il blog non è un organo di stampa, ma resta il fatto che senza l’intervento dell’interessata chi legge i suoi articoli e si fida di lei avrebbe avuto una impressione falsa.
Per l’impagabile Dean Keaton, mi spiega dove vede la diffamazione di Repubblica? E nota la differenza tra il capo del governo, nonché imperatore dei media e una giornalista?
enrigo
Scritto da enrigo il 13 Nov 2009
consiglio salomonicamente a sergio fornasini e monica raucci di chiudere questa brutta vicenda eliminando il tutto e lasciando solo i testi dei 2 articoli…i lettori giudicheranno
gmast
Scritto da gabriele mastellarini il 14 Nov 2009
Se uno sbaglia e diffama qualcuno, ricordo non solo in un blog ma scrivendo a dei dirigenti, deve chiedere scusa e basta. E non lasciare NESSUN dubbio in sospeso. Come non siamo giustamente tenuti a fare noi giornalisti.
Se il signor Fornasini aveva dei dubbi riguardo alla mia difesa, bastava chiedere a me le prove del lavoro svolto, e io gliele avrei fornite una per una.
Ma il Fornasini preferisce insistere “i due articoli si somigliano molto. Il Fatto ha pubblicato una riedizione delle stesse cose, senza particolari novità, e secondo me su quel quotidiano non è l’unico caso di rielaborazione di notizie vecchie”.
In sette anni di lavoro da freelance (e quando sei freelance la professionalità devi guadagnartela giorno per giorno, perché non hai un posto garantito) non ho MAI copiato da nessuno, e non ammetto che il primo che si sveglia la mattina lo metta in dubbio in questo modo.
Scritto da monica raucci il 14 Nov 2009
Premesso che sono rimasta allibita forse anche allucinata dalla reazione della Sig.ra Ricucci, pardon Raucci (la storpiatura del cognome è concessa? Mi pare di sì, stessa sorte toccata qui a Mastellarini proprio dalla di lei penna, ops, tastiera!), vorrei solo sottolineare, senza entrare nel merito degli aspetti legali emersi (di cui non m’ intendo) che analoghe questioni sono continuamente presenti sia in rete, carta stampata, tv. Affermazioni, smentite, parole riciclate, copia-incolla che tralasciano volutamente aspetti non avvaloranti la propria tesi, illazioni, bufale. Battibecchi che come in un ping pong fanno rimbalzare da una parte all’altra argomenti le cui trattazioni restano alla fine non esaurienti.
Strano che proprio chi opera nel settore non se ne sia accorto! Forse non si scompone più di tanto, in analoga situazione, solo chi scrive assiduamente e gode di certa notorietà, poiché oltre a conoscere questi rischi (capirai!) cioè di essere contraddetti e criticati, sa che in ogni caso vale la regola dell’eventuale reciproco attacco. E senza che ogni volta si debbano tirare in causa i tribunali.
Non conosco personalmente Fornasini ma frequentando questo blog e ancor prima quello di Mastellarini al quale Fornasini partecipava, non ho alcun dubbio sul fatto che non intendesse diffamare, screditare o sminuire personalmente nessuno, anche perché non mi sembra il suo stile – che risulta sempre equilibrato e ponderato – ma semplicemente evidenziare uno di questi…palleggi. Documentando, come scrupolosamente è sua tendenza fare, quanto rilevato ed evidenziato. Anche perché “dituttounblog”, come recita il suo nome, è uno spazio in cui si può raccontare di tutto, ma prevalentemente si è rivelato e dimostrato, da parte del suo autore, terreno in cui coltivare argomenti di attualità con l’intento di sfoltire dubbi o segnalare incongruenze, non certo di seminare zizzania. Anche perché semmai è proprio questo uno di quegli aspetti che l’autore ha dimostrato di voler contrastare.
Forse Sergio ha preso il caso specifico più a cuore di altri perché da un lato sta il Mastellarini (con il quale come già ricordato ha condiviso una precedente esperienza in rete) e dall’altro Il Fatto, quotidiano che per gli obbiettivi che si è prefissato proclamandoli, dovrebbe essere innovativo nei contenuti e nella modalità di trattarli ed esporli. E anche i non abbonati, ma favorevolmente interessati, si aspettano il mantenimento, e ben venga, di questa quasi solenne promessa.
In questo coinvolgimento più personale, rispetto a quello posto in altre questioni messe in luce in articoli precedenti, credo risieda il motivo che ha spinto Sergio a scrivere anche una mail alla redazione de Il Fatto, per segnalare quanto rilevato, aggiungendo alcune considerazioni scaturite dal contrasto tra le aspettative e il risultato, che nel caso specifico dell’articolo in oggetto viene qui considerato non all’altezza di quanto promesso ai lettori. Anche se i più non avranno certo collegato, non avendolo letto o non ricordandolo, l’articolo di Mastellarini. Un monito ma anche il bonario richiamo su una leggerezza (o come tale considerata da Fornasini) che potrebbe essere recepita come il segnale di una debolezza sulla quale intervenire.
E forse proprio qui sta l’arrabbiatura, direi piuttosto la rabbia (mi pare infatti sia stato espresso un sentimento fin troppo duro e bellicoso) dell’autrice dell’articolo.
Se non fosse per la ricerca della precisione e la dovizia dei riferimenti, Fornasini la Raucci non l’avrebbe manco citata. Il problema non è lei, né la sua penna né la sua forse (al momento della stesura) scarsa fantasia; semmai la funzione copia-incolla (più precisamente copia (nel senso di attingi)-trasforma-incolla) del suo, seppur da lei manovrato, pc.
Il vero problema è che si teme che le pagine (poche peraltro!) del nuovo quotidiano che annuncia il fresco e il nuovo, vengano riempite con articoli riscaldati. E così più che infiammare (di ardore e spirito) finisca col produrre flebili lumicini. Che messi in discussione producono però in chi è coinvolta, energiche vampate!
Del resto non credo che questa inezia possa ledere la professionalità e la carriera della Raucci, a meno che non si trattasse di una prova decisiva e, si sa, in classe non è ammesso sbirciare il compito del compagno, sebbene compiacente o informato.
In conclusione: mettere, per restare sul…grill, quasi al rogo Fornasini per una così banale questione mi sembra davvero poco, molto poco, pochissimo, degno di chi alimenta e s’infervora con condivisibile ed accalorata passione per il valore inestinguibile della libertà di esprimersi.
Io intanto sento puzza di bruciato…Forse sono le caldarroste, nella variante (che)marroni!
p.s. La Regione Veneto, di cui faccio parte, è risentita nei confronti della Sig.ra Raucci (ci rida su La prego!)per non essere stata menzionata (spero non mi sia sfuggito!) nel suo articolo (com’è che Gmast – di fatto – l’aveva fatto?).
Spero vivamente si sia giunti all’happy end.
Scritto da Nicoletta Salata il 14 Nov 2009
Ringrazio Nicoletta per il commento spettacolare. C’è sempre della poesia in quello che scrive
Scritto da Sergio Fornasini il 14 Nov 2009
Gentile signora o signorina Raucci,
credo che di passi indietro da parte mia ne siano stati fatti a sufficienza. La mia affermazione al riguardo della somiglianza dei due articoli sono quelli di un lettore, che come tale forma le proprie opinioni leggendo appunto. Nel mio caso, un lettore che scrive su un blog.
Se le mie rettifiche non la appagano a sufficienza non so proprio come venirle ulteriormente incontro.
Di sicuro, non è per mia colpa o dolo se i due articoli presentano somiglianze. La mia è una semplice constatazione, che potrebbe essere anche sbagliata, ma costituisce il risultato di una personale analisi di due articoli comparsi in tempi diversi sulla stampa, tutto qua.
Non sto affermando che lei ha copiato, bensì che sullo stesso argomento ha espresso più o meno nella stessa forma gli stessi concetti. Quindi non sto denunciando un plagio, semplicemente una mancanza di originalità.
Non ho bisogno di chiederle “prove del lavoro svolto”, non mi interessano. Io leggo e commento il risultato, che le piaccia o no.
Le scuse gliele ho già presentate ed ho rettificato l’articolo, e sono ancora libero di esprimere le mie opinioni e mandare email a chi voglio.
Se ne faccia una ragione, esistono anche gli altri al di fuori della sua finestra. Se ha bisogno di affermare questioni di principio in altre sedi lo faccia pure, mi solleverà dall’onere di sentirmi in dovere di risponderle qui.
Scritto da Sergio Fornasini il 15 Nov 2009
Fornasini, lei non ha partecipato alla manifestazione a favore della libertà di stampa, minacciata dal ricorso alla querela dei politici di maggioranza e adesso ne paga le conseguenze.
Scritto da asdrubale il 15 Nov 2009
“i due articoli si somigliano molto. Il Fatto ha pubblicato una riedizione delle stesse cose, senza particolari novità, e secondo me su quel quotidiano non è l’unico caso di rielaborazione di notizie vecchie”.
Questo dalle mie parti si chiama esercizio del diritto di critica.
Sergio ha pubblicato e preso atto delle repliche della Raucci e ha rettificato, o meglio, ha precisato alcuni punti del suo articolo.
Continuare con questi toni mi sembra oramai fuori luogo.
@ Enrigo
Mi permetto segnalare che Sergio ha pubblicato il link ai due articoli lasciando la possibilità ai lettori di giudicare sulla somiglianza o meno tra i due scritti.
Non si tratta di fidarsi di Sergio o di chiunque altro,si tratta di leggere, verificare, confrontare e alla fine esprimere un’opinione.
E’ quello che ha sempre cercato di fare Sergio con questo Blog, dando lo spunto e dando la possibilità ai frequentatori del sito di discutere e ribattere alle sue opinioni nella più assoluta liberta.
In ogni caso, personalmente, sono con Sergio, questa vista e pure quell’altra.
Scritto da tequilero il 15 Nov 2009
grande Nico :*
aibella Sergio XD
posso dire qualche parolaccia? 🙁 uff
Sono passati altri giornalisti in questo Blog e non avevo mai notato questo stile. BBBBBBAH
Aridateme Facci!!! 😀
Scritto da Tyler il 15 Nov 2009
Bella Sergio!!
Scritto da sandrino fornettini il 15 Nov 2009
Grazie a tutti i commentatori, sia quelli critici che gli altri che mi hanno sostenuto. Un particolare ringraziamento a Nicoletta Salata, Tequilero, Dean Keaton, Tyler e Spinella, vecchie conoscenze che hanno sempre contribuito a mantenere vivo il dibattito e l’interesse, con grande qualità ed eleganza. Tyler con un pizzico di “caciara” in più a dire il vero 😀 . E, ripeto, grazie anche alle voci più critiche. Mi auguro che in futuro non accadano più “guerriglie” simili su queste pagine, farò attenzione affinché non si presentino altre occasioni simili.
Scritto da Sergio Fornasini il 16 Nov 2009