Dieci domande dieci a Giuseppe D’Avanzo di Repubblica, per vedere l’effetto che fa
25 Novembre 2009da www.paologuzzanti.it e www.cielilimpidi.com
CASO MITROKHIN: DA PAOLO GUZZANTI 10 DOMANDE A ‘LA REPUBBLICA’
Roma, 22 nov. (Adnkronos) – A tre anni dalla morte di Alexander Litvinenko avvenuta a Londra il 23 novembre 2006, l’ex presidente della Commissione parlamentare Mitrokhin, Paolo Guzzanti, autore di ‘Il mio agente Sasha’, e Gabriele Paradisi, blogghista e autore del libro inchiesta ‘Periodista, di’ la verdad’, pongono sul blog “Rivoluzione Italiana” (www.paologuzzanti.it) – dieci domande a Giuseppe D’Avanzo di Repubblica.”Nelle domande da noi poste a D’Avanzo -spiega Guzzanti- si documenta che le interviste pubblicate su Repubblica tre anni fa e sulle quali si e’ fondato il massacro della Commissione Mitrokhin, sono state smentite dagli intervistati (senza che i lettori di Repubblica ne sapessero nulla) e quella a Litvinenko, raccolta due anni prima ma pubblicata dopo la sua morte, e’ priva di qualsiasi elemento di autenticita’”.(Sin/Zn/Adnkronos) 22-NOV-09 16:25
Dieci domande a Giuseppe D’Avanzo di Repubblica
È giunto il tempo, tre anni dopo, di tirare le somme.
Bisogna annotare con cura le bugie ascoltate; interrogarsi sulle ragioni dei troppi silenzi; afferrare il filo rosso che da una storia [l’assassinio di Alexander Litivinenko] mi ha condotto a un’altra [le interviste di Carlo Bonini e Giuseppe D’Avanzo a Alexandr Litvinenko, Evgenij Limarev, Oleg Gordievskij e Vladimir Bukovskij] e in un’altra ancora [la scoperta che di quelle interviste non esisteva registrazione audio] fino alla soglia di una quarta [le vibranti smentite degli intervistati mai pubblicate su “Repubblica”].
In tutto questo tempo Giuseppe D’Avanzo ha scritto una serie di articoli offrendo ai lettori lezioni di giornalismo e lamentandosi dello stato dell’informazione in Italia. Parole sante.
Ecco, dopo aver letto pochi giorni fa l’ennesima lezione di giornalismo, animato dalla sua stessa ricerca di verità e trasparenza, vorrei porre anch’io 10 quesiti a Giuseppe D’Avanzo.
Premessa
Carlo Bonini e Giuseppe D’Avanzo, a partire dal 26 novembre 2006, ovvero tre giorni dopo la tragica morte di Aleksandr Litvinenko, avvelenato con una dose di polonio 210 il 1º novembre, furono gli autori di una serie di articoli pubblicati su Repubblica incentrati sulla morte del defezionista russo riparato in Gran Bretagna e sulla Commissione parlamentare d’inchiesta concernente il “dossier Mitrokhin” e l’attività d’intelligence italiana, che aveva indagato dal luglio 2002 al marzo 2006 sulle attività dei servizi dell’est nel nostro paese. Se l’archivio online di Repubblica non m’inganna, non risulta che prima di quella data i due giornalisti di punta del quotidiano romano si fossero mai occupati della vicenda Mitrokhin e dei lavori della relativa Commissione parlamentare. Tant’è.
Il primo articolo, un colloquio con Alexandr Litvinenko risalente al 3 marzo 2005, è introdotto dalla precisazione che “per espressa volontà dell’ex colonnello, [l’incontro] è interamente “on the record”. Eccone la trascrizione”. Tuttavia, come Carlo Bonini ebbe a scrivermi per e-mail “L’intervista non venne incisa su nastro ma da me “stenografata” e quindi trascritta integralmente il giorno stesso sul mio computer portatile”: in poche parole non era “on the record”, non esisteva un testo scritto controfirmato da Alexandr Litvinenko, non erano riportate nemmeno le domande poste all’intervistato. Tutto questo contrariamente alle abitudini di Bonini e D’Avanzo, i quali, in una deposizione di fronte ai magistrati torinesi il 20 febbraio 2001 riguardante la vicenda Telekom Serbija, avevano spiegato il loro “metodo” di lavoro abituale impiegato nelle vicende di una certa delicatezza. Queste le parole esatte: «In effetti, secondo il nostro metodo, la registrazione, avvenuta in Belgrado il 12 febbraio, venne trascritta, venne redatta l’intervista che era naturalmente fedele al testo registrato e venne poi inviata all’intervistato, data la delicatezza della questione» (il Giornale, 29 settembre 2003). Non solo, nei virgolettati riferibili alle parole di Litvinenko si riscontrano alcune evidenti incongruenze:
- Litvinenko dichiara di non aver “mai sentito parlare di Prodi”: falso. Ne aveva sentito parlare dal generale Anatolij Trofimov nel 2000 e, oltre ad averne parlato con diverse persone, lo riferì addirittura in un video nel febbraio 2006 e lo scrisse di suo pugno in russo il 13 gennaio 2004.
- Litvinenko dichiara di aver deciso di concedere quell’intervista perché deluso dal fatto che “sul giornale di Berlusconi” era apparso il suo nome come collaboratore della “Commissione Mitrokhin”: falso. Il fatto risale al 2006, e non al 2005, quando cioè Bonini e D’Avanzo dicono di aver intervistato Litvinenko.
La seconda intervista, pubblicata su Repubblica lo stesso 26 novembre 2006, è ad Evgenij Limarev, anche questa risale al 2005 (21 e 22 febbraio). Limarev, come Litvinenko, era un contatto di Mario Scaramella e, secondo quanto dichiarato da lui stesso in seguito, era una fonte anche di Repubblica. L’intervista a Limarev conteneva accuse se possibile ancora più pesanti di quelle di Litvinenko, tanto che il ministro dell’Interno Giuliano Amato, il 27 novembre 2006, ordinò un’ispezione interna al suo Ministero per appurare se veramente agenti di polizia, carabinieri o funzionari del Sisde avessero mai collaborato illegalmente con il presidente della “Commissione Mitrokhin” Paolo Guzzanti. L’indagine del ministro Amato accertò la totale infondatezza delle accuse di Limarev e lo stesso Limarev, in una dichiarazione “on the record” raccolta da Paolo Guzzanti e pubblicata online, ritrattò buona parte di quelle affermazioni.
C’è poi una terza intervista, pubblicata il 7 dicembre 2006, è al colonnello Oleg Gordievskij. Anche di questa intervista non esiste registrazione su nastro e anche in questo caso le parole attribuite a Gordievskij vennero seccamente smentite dall’interessato in una sua e-mail inviatami direttamente (e da me girata per conoscenza a Bonini e D’Avanzo). La Repubblica non ha mai dato notizia di questa smentita.
La quarta ed ultima intervista della serie, pubblicata il 9 dicembre 2006, è quella a Vladimir Bukovskij. Anche di questa non esiste registrazione. Il 9 febbraio 2007 Vladimir Bukovskij inviò una lunga e-mail a Carlo Bonini, e per conoscenza anche a me, nella quale contestava punto per punto le affermazioni che Bonini e D’Avanzo gli avevano attribuito. La sua smentita non fu mai pubblicata.
Infine, l’11 gennaio 2007, Bonini e D’Avanzo scrissero un articolo intitolato: “Ecco il falso dossier su Prodi che Scaramella preparava a settembre”, nel quale si lasciava intendere che nel PC di Mario Scaramella, arrestato il 24 dicembre 2006 con l’accusa di calunnia nei confronti di un agente ucraino dell’SVR di nome Aleksandr Talik, fosse stato rinvenuto un file-dossier contro Romano Prodi realizzato dallo stesso Scaramella nel settembre 2006 (quindi a Commissione Mitrokhin chiusa). Emerse successivamente che quel documento in realtà era stato redatto da Evgenij Limarev e che Scaramella lo aveva salvato sul suo computer senza apporvi correzioni o aggiungervi considerazioni personali. In quello stesso articolo Bonini e D’Avanzo dichiararono “circostanza falsa” l’informazione contenuta nel file scritto da Limarev e recuperato dagli inquirenti sul PC di Scaramella secondo la quale loro avrebbero cominciato a raccogliere informazioni su Mario Scaramella e Paolo Guzzanti prima che Litvinenko fosse avvelenato (novembre 2006). Tuttavia sappiamo che entrambi si erano recati a Londra per intervistare Litvinenko proprio su Guzzanti e Scaramella già nel marzo 2005 ed avevano intervistato Limarev sugli stessi argomenti nel febbraio dello stesso anno.
Ecco quindi le 10 domande a Giuseppe D’Avanzo:
1) Perché lei e Bonini scriveste che il colloquio con Alexandr Litvinenko era «per espressa volontà dell’ex colonnello, interamente “on the record”» quando invece non lo era?
2) Perché non esiste registrazione di nessuna delle vostre interviste a Litvinenko, Limarev, Gordievskij e Bukovskij quando invece lei ebbe modo di spiegare in dettaglio che è vostra abitudine farlo regolarmente quando si tratta di argomenti delicati?
3) Perché le interviste a Evgenij Limarev e ad Alexandr Litvinenko furono raccolte rispettivamente nel febbraio e marzo 2005, ma vennero pubblicate solo dopo la morte di Alexandr Litvinenko, a 21 mesi di distanza? Perché non pubblicaste quelle interviste esplosive (nelle quali si facevano affermazioni pesanti sulle modalità di lavoro e sulle finalità della “Commissione Mitrokhin”) quando la Commissione era ancora in pieno svolgimento e, secondo le informazioni in vostro possesso, attivamente impegnata a minacciare la sicurezza dello Stato?
4) Perché non pubblicaste quelle interviste quando, il 3 aprile 2006, il deputato inglese al Parlamento Europeo Gerard Batten presentò all’assemblea una richiesta di indagine a carico di Romano Prodi (ex presidente della Commissione Europea) per via di suoi presunti legami con il KGB? Le ricordo che la fonte dell’accusa era proprio Aleksandr Litvinenko e che in quello stesso mese di aprile 2006 si sarebbero tenute in Italia le elezioni politiche (9 e 10 aprile).
5) Perché, il 19 novembre, quando si era ormai diffusa sui media italiani la notizia che Litvinenko era morente, decideste di non pubblicare quella testimonianza e attendeste invece il 26 novembre, quando Litvinenko era già morto da tre giorni?
6) Perché non pubblicaste le secche smentite di Oleg Gordievskij e Vladimir Bukovskij su quanto era stato loro attribuito nelle vostre interviste e perché il vostro direttore Ezio Mauro, da me interpellato in merito, avallò questa decisione?
7) Quando Litvinenko vi confidò di aver scelto di testimoniare a Repubblica il suo disagio nei confronti della Commissione Mitrokhin – perché sul “giornale di Berlusconi” era stata incautamente rivelata la sua collaborazione con la “Commissione Mitrokhin” – fu Litvinenko a leggere nella sfera di cristallo ciò che sarebbe accaduto l’anno dopo, o foste voi, che, col senno di poi, quando due anni dopo decideste di pubblicare l’intervista, trovaste opportuno arricchirla di questa motivazione?
8) Perché dopo che la pubblicazione della vostra intervista a Evgenij Limarev aveva originato un’ispezione del ministero dell’Interno, quando (il 24 gennaio 2007) si appurò l’assoluta infondatezza delle accuse di Limarev contro Guzzanti e Scaramella non vi premuraste di onorare il codice deontologico e non tornaste direttamente sulla notizia ammettendo che l’informazione fornitavi da Limarev era risultata falsa?
9) Perché quando venne alla luce che il “dossier” su Romano Prodi che avevate attribuito alla mano di Mario Scaramella in realtà era stato redatto da Evgenij Limarev, consulente anche di Repubblica, non vi premuraste di informarne i vostri lettori? E per quale ragione in quell’articolo faceste di tutto per radicare nell’opinione pubblica la convinzione che la calunnia di cui era accusato Scaramella fosse nei confronti di Prodi quando sapevate bene che non era così?
10) Perché, sempre nell’articolo del gennaio 2007, dichiaraste “circostanza falsa” l’affermazione di Limarev secondo cui lei e il suo collega Bonini avevate cominciato a raccogliere informazioni su Mario Scaramella e Paolo Guzzanti prima della morte di Litvinenko se, come invece sappiamo, vi eravate recati a Londra per sentire Litvinenko proprio su Guzzanti e Scaramella già nel marzo 2005 ed avevate intervistato Limarev nel febbraio dello stesso anno?
Paolo Guzzanti già Presidente della Commissione Parlamentare Bicamerale sul dossier Mitrokhin, autore de “Il mio agente Sasha – L’assassinio di Litvinenko e della Commissione Mitrokhin”, Aliberti Editore, maggio 2009, pp. 458
Gabriele Paradisi fondatore e direttore del blog “Cieli limpidi”, autore di “Periodista, di la verdad! – Controinchiesta sulla Commissione Mitrokhin, il caso Litvinenko e la repubblica della disinformazione”, Giraldi Editore, Bologna, 2008, pp.324.
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Scritto da sameth il 27 Nov 2009