Agente zero zero tette: il mio nome è Bond, Patrizia D’addario Bond
2 Febbraio 2010di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Chiedo scusa all’ottimo Spinella, che con invidiabile preveggenza ha anticipato l’avvento della spia venuta dalle lenzuola, ma per me questa faccenda fa venir voglia di scherzare ed allora mi abbandono a farlo nella maniera più irriverente possibile. Permettetemi un tantino di satira, grazie
In una notte buia e tenebrosa, un ombra si avvicina a Palazzo Grazioli. O meglio una escort, in compagnia di altre consimili, tutte a bordo di un auto lussuosa dai vetri schermati che attraversa il passo carraio della dimora romana del Supremo. I servizi di sicurezza sanno già che si tratta di gente fidata, sono stati informati del loro arrivo e lasciano transitare la comitiva. Solo i cerberi con l’olfatto più allenato riconoscono immediatamente l’inconfondibile odore di gnocca, e si strizzano l’occhio a vicenda.
Lasciate libere nei meandri della rocca presidenziale, le pulzelle approdate alla règia dimora vanno dilagando rapidamente per le ampie e lussuose stanze, alcune delle quali affrescate. Talune preferiscono intrattenersi nella toilette, fotografandosi a vicenda con il telefonino per far schiattare le amiche invidiose e sfigate. Tanta invidia uguale maggiore status.
Ma la Patrizia, si proprio quella che la volta precedente era stata tentata dal giacere languidamente (e non l’aveva fatto, orrore e sacrilegio!), dov’è andata a finire? Questa volta si sta concedendo alle lusinghe del Sublime, ha una proprietà immobiliare da convertire a residence, un lancio verso la sicurezza imprenditoriale tanto agognata ed inseguita. Ed eccola all’opera, con santa e diligente pazienza ad armeggiare sul lettone con un ultra settantenne dedito all’arrembaggio delle sue grazie.
Come sono andate le cose quella notte non è rimasto confinato alla sfera privata: nei loro paraggi c’era un sofisticato registratore: roba da spie, uno di quegli apparecchietti da pochi euro che si può accattare al supermercato. Niente di fantascientifico, forse lo stesso apparecchio altamente spionistico utilizzato con l’ex compagno, quello citato in giudizio anni prima. E così, quei momenti di intimità sono andati a finire in bocca a tutti quanti. Un vero complotto, infatti quando la superspia Patrizia è stata convocata dai giudici che indagavano su tutt’altra faccenda non gli è sembrato vero di poter svuotare il sacco sull’allegra (si fa per dire) serata romana. Anche perché della sua licenza edilizia non c’era l’ombra, ed era stata pure allontanata con modi niente affatto amichevoli dalla convention dei candidati (come lei) alle elezioni amministrative, manco fosse un’appestata. Vendetta di gnocca illusa e tradita.
La mattina dopo il festino potrebbe esere stata avvistata da alcuni testimoni mentre abbandonava la residenza del Supremo, affaticata da una lunga ed impegnativa notte e con alcuni segni inequivocabili: sembra avesse abbondanti tracce di cerone sulla sua persona e sui vestiti.