WinZip Gelmini: la riforma che comprime la scuola con un click
15 Marzo 2010La stravolgente riforma della scuola superiore prende corpo, anche se con continui aggiustamenti. Unico comune denominatore alle varianti: i tagli.
La compressione dei licei venne palesata all’inizio di febbraio scorso, dopo una seduta del Consiglio dei ministri. Veniva allora annunciato con grande enfasi che degli oltre 450 diversi licei esistenti (fra sperimentali e progetti assistiti) ne sarebbero rimasti solo sei. Una sorta di remake di Highlander (ne rimarrà soltanto uno!) della scuola superiore era iniziato, solo che non si trattava di un film girato ad Eilean Donan Castle e dintorni. Spettacolare taglio, come anche per gli istituti tecnici (da dieci con 39 indirizzi ridotti a due con 11 indirizzi), i professionali (da cinque corsi e 27 indirizzi a due corsi e 6 indirizzi).
A parte la drastica riduzione in termini numerici, ciò che in quel frangente stimolò la mia curiosità fu uno dei sei indirizzi superstiti per i licei: artistico, scientifico, classico, delle scienze umane, linguistico e musicale/coreutico. Musicale/coreutico?
Perdonate la mia ignoranza, mi son dovuto affidare a Google per scoprire chei licei coreutici furono istituiti nel 2003 dall’allora ministro Letizia Moratti, che tempo pochi mesi istituì il biennio di specializzazione presso l’Accademia di danza di Roma, “per la formazione di docenti in discipline coreutiche: danza classica e danza contemporanea”. Insomma un luogo ove lo studio era orientato verso il canto, gli strumenti musicali, la danza contemporanea. Una specie di “Amici” istituzionalizzato? Il luogo ideale per forgiare aspiranti cantanti e future veline e soubrette. Ma vuoi vedere che prima o poi ci ritroveremo Maria De Filippi come ministro dell’Istruzione!
Scherzi a parte, la riforma preannunciata è una cosa molto seria e pesante. Qualche particolare viene modificato in corso d’opera, ad esempio uno dei sei pilastri fondamentali su cui si basa la nuova scuola superiore alla fine si rivela un pilastrino, dopo pochi giorni è la Gelmini stessa ad annunciarlo in un incontro con i sindacati: saranno solo undici in tutta Italia i nuovi licei musicali/coreutici, con promessa da parte del ministro di comunicare via internet il primo marzo quali saranno le poche scuole interessate. Anche se poi diventano 23, ma che vuoi che sia: stiamo lavorando per voi, qualche variante si può sempre attuare.
Quello che costituisce una certezza è lo sbolognamento forzato di una buona parte del corpo insegnante, sia per la riduzione degli indirizzi che per orario scolastico ridotto e, di conseguenza, progammi di insegnamento. Non vi voglio tediare con cifre e dati, in sintesi l’insegnamento delle lingue e di materie pregnanti e fondamentali verranno decurtate, vi rimando all’articolo pubblicato oggi da repubblica.it per ulteriori dettagli.
Tirando sommariamente due conti, nella scuola italiana c’è chi parla di 80.000 insegnanti in meno, chi di 131.900 nuovi disoccupati della scuola. Solo in Sicilia sono 33.000 i posti a richio nel futuro biennio, a denunciarlo è il sindacato UGL del quale è attualmente segretario nazionale Renata Polverini, candidata per il centro-destra a governatore del Lazio, mica la solita stampa di sinistra. Parcellizzando ulteriormente le sforbiciate, altre fonti parlano di 700 insegnanti in meno in Liguria, 200 solo a Pordenone, 350 in Molise e così via.
Oltre ai gravissimi aspetti occupazionali, la didattica della futura scuola che va delineandosi rivela un panorama impoverito, in termini di ore di insegnamento e relativi contenuti. Sono consapevole del fatto che la formazione ha certamente bisogno di una riforma, non fosse altro perché la struttura della scuola è rimasta praticamente immutata da troppo tempo. I numerosi governi che si sono succeduti hanno spesso dichiarato di aver riformato lasciando in pratica immutato lo scenario, ma quella intrapresa dalla Gelmini non mi sembra davvero la direzione giusta.
La scuola primaria è già di fatto una kermesse nella quale si studia più la preistoria che qualsiasi altra cosa, i bambini escono dalle elementari con nozioni sul giurassico da fare invidia ai paleontologi. Però non incontreranno mai nel programma scolastico qualcosa di più vicino, più determinante del loro stato attuale. Tipo la seconda guerra mondiale, dai miei lontani ricordi mi sembra averla incontrata per la prima volta nel programma di storia in quinta elementare, con basilari nozioni di quello che è stato il fascismo, il nazismo e la deportazione e lo sterminio degli ebrei. Gli attuali giovani virgulti riceveranno vaghe nozioni del conflitto e del fascismo quando arriveranno ad età più matura, ovvero quando ormai il falso nozionismo trasmesso dai media e dalla televisione avrà già fatto profonda presa nelle loro coscienze. A quel punto la loro opinione sarà già formata, saranno già predisposti al negazionismo ed inoltre utilizzeranno un italiano approssimativo e televisivo nel quale avranno più significato i termini “inciucio”, “giustizialismo” ed altri neologismi usati a piene mani dai personaggi del piccolo schermo, piuttosto che “rispetto”, “convivenza” e “democrazia” che risulteranno loro come termini arcaici e decaduti.
La scuola superiore sta per essere stravolta, quando arriverà la botta anche per la media il quadro sarà completo e desolato, di questo passo.
L’intervento pesante sulla istruzione pubblica non avviene in un panorama di eccellenza, e non lo migliora affatto. Siamo fuori dai parametri concorrenziali europei, se consideriamo che quasi ovunque nel resto del continente i ragazzi accedono all’università a 18 anni, da noi “maturano” solo un anno dopo. E pure arrivandoci più “maturi”, i neo laureati successivamente alla discussione della tesi debbono proseguire gli studi con master e dottorati, meglio se all’estero, se davvero hanno ambizioni a collocarsi in posizioni adeguate ai loro studi.
C’è in gioco il futuro delle nuove generazioni, la loro educazione e fomazione. È il futuro di tutti noi ad essere in gioco, possibile che investire nell’istruzione significhi così poco per l’attuale classe dirigente?
6 commenti presenti
La scuola italiana è un disastro certificato da tutti gli organismi internazionali, ma è quasi ammirevoli che proprio i responsabili di detto disastro difendano i propri privilegi, ottenuti in anni e anni di egemonia indiscussa, con tanta tenacia.
Per fortuna gli manca l’appoggio dei genitori degli alunni, che sanno benissimo come e perché le cose della scuola italiana vanno così male.
Scritto da asdrubale il 16 Mar 2010
Piano.
Io non saro’ il piu’ titolato a parlare ma con il sistema scolastico-universitario ci ho avuto a che fare fino all’altro ieri.
A mio avviso la scuola elementare media e superiore italiana, per come l’ho fatta io, non so ora, e’ ottima. Quando ho a che fare con i periti e simili poi mi tolgo il cappello.
Ultimamente ho l’impressione che la qualita’ stia scadendo a picco, ma onestamente non ne ho le prove.
Diverso il discorso per l’universita’.
Le nostre ti fanno sputare sangue, quelle estere (nella MEDIA) sono una barzelletta (ho fatto un anno all’estereo e lo ritengo un anno di superiori da noi fatto un po’ meno pratico)
Pero’ da noi ti fanno sudare sulla teoria. Io potrei parlare per ore della teoria, delle equazioni piu’ sofisticate etc etc, ma quando esci nel mondo del lavoro con quello che hai studiato non te ne fai NIENTE di niente.
Da questo punto di vista all’estero le universita’ sfornano tecnici che si sono fatti dieci volte il cul* meno di noi ma che sanno almeno quel poco che serve.
Questo senza pero’ contare la riforma 3+2 (una iattura) e il nepotismo che ormai nella mia vecchia universita’ e’ degenerato in maniera scandalosa e inaccettabile.
A me poi la riforma della Gelmini pare a naso una buona riforma.
Se la dilazionassero di un anno sarebbe meglio ma le difficolta’ che accusano gli editori di libri mi paiono superabilissime.
Sbaglio?
Scritto da Luigi il 17 Mar 2010
Ragionamento assennato.
Scritto da Fabrizio Spinella il 17 Mar 2010
Luigi, ma lei in quale pianeta vive?
Con simpatia, naturalmente.
Scritto da asdrubale il 17 Mar 2010
@ asdrubale
Be’, mi sono diplomato nel ’93, laureato (tardi, lo so) nel ’01 e ho appena terminato un master universitario.
Lei?
Le mie sono solo opinioni, certo. E infatti se lei ha dati piu’ certi e affidabili e me li racconta, le sarei grato.
Scritto da Luigi il 18 Mar 2010