Terza Repubblica
5 Marzo 2010Certe cose, però, sono vere. Sono vere e basta.
Sono vere indipendentemente da come le chiami, le strumentalizzi, le getti in caciara elettorale.
Ossia: il tasso di democrazia interna ai partiti non è mai stato così basso. Le inchieste giudiziarie sono mine vaganti. La magistratura si muove apertamente contro il governo mentre il governo si muove apertamente contro la magistratura. Il Parlamento non è mai stato così irrilevante, professionalmente squalificato, succube di decisioni prese altrove in base a sondaggi volanti. L’opposizione storica non è mai stata così infiacchita, impotente. Il Pdl sembra una monarchia in subbuglio. La cancellazione per un mese di molti programmi giornalistici, in effetti, non si era mai vista: una censoria stupidaggine che favorirà le disaffezione degli elettori già a rischio astensione. Ogni istituzione è delegittimata. I Di Pietro e i guastatori professionali soffiano su ogni fuoco. Eccetera.
Detto questo, io non ho tanto paura che in questo Paese possa esserci una svolta autoritaria: ho paura che possa esserci qualsiasi svolta senza che neppure ce ne accorgiamo. Ho paura che, presi dalla faziosità, non riusciamo più a chiamare le cose – vere – col loro nome. Ho paura che questo Paese affoghi ancora di più nell’ignavia, nell’accidia, in quell’indolenza molto italiana che, mischiata alla crisi e alla paura, è prodromo di ogni peggio.
(Filippo Facci – Libero, 4 marzo 2010 – pubblicato su macchianera.net)
Un commento presente
Chiediamoci perché Travaglio non cambia mestiere? Si faccia raccomandare da Caselli o da Ingroia (con i quali va a colazione) per fare la carriera di pm, ma prima indossi la tuta di carcerato per vedere l’effetto che fa. Seguendo la sua logica il sistema parlamentare è da abolire, perché consente al legislatore, eletto dai cittadini per governare, di approvare le leggi. E no, dice Travaglio, sopra di tutti c’è la Magistratura! La quale, come si sa, non ha l’obbligo di dibattiti parlamentari, di presentarsi alle elezioni, e si autotutela col CSM. Travaglio è l’unico illibato, nemmeno la frequentazione di un favoreggiatore di mafiosi che verosimilmente gli dava notizie mirate per depistare è riuscito a sverginarlo. Per molto meno, persone poi assolte hanno patito la galera e la gogna mediatica. In un paese normale, a un pm come Ingroia che stabilmente va in vacanza con un cronista che verosimilmente (oh che bella parola travagliesca) da lui attingerebbe notizie riservate ( e da chi altri, se no: l’intimità favorisce le confidenze e gli scoop), darebbero soltanto le cause assicurative. Dove al massimo può propalare le targhe…
Scritto da Fabrizio Spinella il 14 Mar 2010