Fermatelo: a L’Aquila spende e spande a regola d’arte
12 Marzo 2010Ottocento milioni non bastano. Ne occorre un altro per non urtare le/nelle basi delle colonnone.
Non basta aver speso già 800 milioni di euro, per lavori preventivati a soli 570 mln di euro. Ora, si devono fare nuove opere solo per rimediare alle magagne precedenti e per un altro milione di euro. Che sarà mai? L’ennesima boiata. Semplicemente perché quest’onere ulteriore dovrebbe essere posto – completamente – a carico del signor contraente generale per il Piano C.A.S.E..
Infatti, fin dall’aprile 2009, Gian Michele Calvi ha facoltà di progettare, appaltare e dirigere tutti i lavori necessari per dare un tetto ad una minoranza degli sfollati de L’Aquila. Nell’arco di undici mesi è riuscito a far aumentare i costi di tutta la baracca del 40%. Come qui si può ben vedere e capire.
All’interno del ConsorzioForCase, con 119 tecnici provetti, prevalentemente provenienti da Pavia (12), come lui stesso, da Bormio (12), da Udine (13), da L’Aquila (17) e da Roma (10), l’ingegner Calvi ha curato tanto il progetto, quanto l’appalto e la realizzazione d’ogni elemento costituente le case dei C.A.S.E., quindi anche delle famosissime fondazioni antisismiche che sono costate soltanto il 24% degli ottocento milioni di euro serviti per fare l’insieme. Dovevano essere a regola d’arte. Perciò, i lavori sono andati – prevalentemente – a ditte “padane” di risaputa ed indubbia fiducia. Ora, alla fine della fiera, occorre appaltare pure il progetto di opere di protezione di manufatti meravigliosi che, ancora una volta, mostriamo affinché si possa comprendere se, eventualmente, qualcosa è sfuggito durante la fase di realizzazione, o se un non so che s’é perso tra appalti e subappalti, oppure se queste cose sono state, semplicemente, mal progettate.
È mai possibile che il progettista & direttore dei lavori non abbia considerato che occorreva proteggere gli utenti degli spazi adibiti ad autorimessa, dal rischio di i n c e s p i c a r e in ognuna delle 6.208 basi dei suoi 8.052 pilastroni, eretti tra i suoi 183 doppi solettoni antisismici in calcestruzzo armato autompattante? Chiunque, l’avrebbe notato immediatamente. Pure uno come Bertolaso che dovrebbe, in quanto medico, prevenire i danni dei cittadini, anziché, apparentemente, curare – ad eventum – gli interessi di costruttori più o meno famosi.
Eppure, soltanto dopo 11 mesi, il contraente generale ritenendo che questi elementi di ferro, con 80 cm di diametro, debbano essere preservati da fantomatici “urti accidentali ”, appalta sia il progetto sia la fornitura e la messa in opera di “cordoli alla base delle colonne dei parcheggi dei complessi del Progetto C.A.S.E.”.
Il bando scade alle ore 13 del 19 marzo 2010. Si potrà offrire un qualsiasi ribasso d’asta su un importo totale di circa un milione d’euro e subappaltare ad altri, fino al 50% dei lavori aggiudicati. Tuttavia, la Protezione civile specifica che questa ennesima gara serve “al fine di evitare urti accidentali con gli elementi diancoraggio delle colonne stesse ” oltre che a proteggere dalla polvere e dallo sporco gli isolatori antisismici, posti alla sommità delle medesime colonnone. [volendo, alla fonte si trovano tutti i particolari del bando].
È pleonastico ribadire da chi sono state progettate le piastrone sandwich con le ultra colonne. È arduo stabilire chi dovrebbe ora pagare le spese per proteggere il cittadino dal rischio d’impatto con cotanta pavese tecnologia? È fuorviante domandare: chi ci proteggerà dalla libertà di spesa della protezione civile, ormai evidenziata, vita natural durante, in ogni piccolo e grande evento?
Per non dare risposte azzardate, si può riflettere sui numeri seguenti, reali e presunti, dei soggetti a rischio.
Nei 19 villaggi realizzati da Gian Michele Calvi, alla fine di febbraio, gli ospiti residenti risultano essere 13.408 (dicesi, tredicimilaquattrocento e otto: vedi fonte). Tuttavia, la bocca della verità ha appena ricordato: <<… abbiamo realizzato, in tempi record, abitazioni nuove, confortevoli, antisismiche, per quasi 40mila abruzzesi che avevano perso la loro casa …>>.
Cosicché, Bertolaso s’é rivolto immediatamente al Santo Padre, per raccomandare preci e santa intercessione anche per circa 27mila fantasmi che, di giorno e di notte, s’aggirano nelle autorimesse delle case dei C.A.S.E., con grave rischio d’incespicare continuamente tra i tirafondi distrattamente lasciati in bella vista, dal suo braccio sinistro, alla base delle seimila colonnone interposte tra le 183 piastre antisismiche che reggono i 183 edifici dove risiedono – temporaneamente – poco più di tredicimila e quattrocento persone reali, ma prive di anima urbana.
(da www.agoravox.it)