LETTERA APERTA AI GIORNALISTI ITALIANI
24 Aprile 2010Cari colleghi,
il 22 aprile si è tenuta a Roma l’assemblea di Unicredit, la maggiore banca italiana.
Erano presenti i giornalisti delle principali testate italiane, sia d’informazione che di finanza.
Ebbene, non una sola riga è stata pubblicata relativamente all’assemblea; tutti si sono limitati a dar conto delle “veline” distribuite dai solerti addetti stampa di Profumo, nei quali venivano declamate ed elogiate le magnifiche sorti e progressive del “colosso dai piedi d’argilla”.
Non una sola riga è stata pubblicata degli oltre 20 interventi di piccoli (e non solo piccoli!) azionisti che hanno messo il dito nelle (purtroppo numerose) piaghe che infestano il corpo da tempo malato di Unicredit.
Non una sola riga è stata pubblicata delle tante lamentele relative al comportamento nei confronti dei clienti, massacrati da spese esorbitanti, da commissioni fuori legge (vedi quelle sostitutive del massimo scoperto), da contratti derivati dagli effetti devastanti, da consigli d’investimento in totale conflitto d’interesse.
Non una sola riga è stata pubblicata delle accuse relative ad un bilancio che non tiene conto delle enormi minusvalenze legate ai “tutoli tossici” in portafoglio della banca (nonostante lo stesso Profumo, incalzato dagli azionisti, abbia dovuto quantificarle a voce – ma non nel bilancio – per un importo pari ad oltre 1 miliardo di euro, guarda caso tanto quanto l’utile apparente).
Non una sola riga è stata pubblicata dell’enorme contenzioso che grava sulla banca, promosso da clienti vessati e danneggiati, e per il quale Unicredit quasi quotidianamente soccombe in vari Tribunale pagando milioni di euro l’anno.
Non una sola riga è stata pubblicata su affari oscuri ed al limite della legalità denunciati da alcuni azionisti polacchi e connessi al “progetto Chopin” e all’operazione “Brontos” per la quale la banca è stata denunciata per elusione fiscale.
Non una sola riga è stata pubblicata…
Ma per fortuna l’informazione non è solo quella, più o meno imbavagliata, dei quotidiani che guardano anche al budget pubblicitario, attenti a non perdere quello del sistema bancario.
Esiste anche quella libera di Internet di cui questo blog fa orgogliosamente parte.
Pertanto nelle prossime settimane daremo conto dettagliatamente dei principali interventi che si sono susseguiti nel corso dell’assemblea, in modo che tutti possano rendersi conto di quanto avviene nelle “stanze del potere” e di come le voci libere siano sistematicamente soffocate.
Se qualcuno volesse unirsi al gruppo dei “piccoli azionisti” (piccoli sì, ma che però possiedono la maggioranza del capitale della banca!) può contattare il responsabile del Comitato Azionisti Italiani scrivendo a
Buona lettura e… arrivederci alla prossima assemblea!
(Gianluigi De Marchi)
Lettera spedita prima dell’assemblea ai responsabili economici dei seguenti giornali:
– La Stampa
– Corriere della Sera
– Libero
– Il riformista
– La Repubblica
naturalmente nessuno ne ha tenuto conto, ma non ci arrendiamo per così poco e continueremo a diffonderla alle redazioni