MANOVRA: LA RUSSA, ASCIERTO, GASPARRI E IL GIOCO DELLE TRE CARTE SULLA PELLE DEI MILITARI E POLIZIOTTI – Tremonti nella parte del mazziere
12 Luglio 2010Comunicato stampa del PDM – Partito per la tutela dei diritti dei Militari e delle Forze di Polizia
Roma 12 lug 2010 – “In questi giorni sotto la spinta della protesta dei Sindacati di polizia e di alcuni delegati di quei Cocer non asserviti al trio La Russa, Gasparri e Ascierto, si sono susseguite le dichiarazioni ad effetto e disgustosi giochi, come quello delle “tre carte”, fatto senza remore o pudori sulla pelle degli uomini e donne in uniforme.
La manovra finanziaria fin dall’inizio si è dimostrata essere una perversa e immotivata tortura da infliggere senza scrupoli agli appartenenti ai Comparti Difesa e Sicurezza, quelli verso i quali i membri della maggioranza hanno sempre magnificato la loro vicinanza e solidarietà, spesso a seguito dei numerosi lutti che hanno funestato questi due anni e mezzo di legislatura. Insomma, per i militari un altro schiaffo in faccia dopo quelli inferti con il “Codice della Repressione” (c.d. Codice dell’Ordinamento militare), la proroga del mandato dei servizievoli Cocer delle Forze armate e le norme salva generali proditoriamente infilate nei decreti legge per il rinnovo delle missioni internazionali di pace.
Lo scorso 3 luglio il deputato Ascierto (PdL), maresciallo dei carabinieri in aspettativa per mandato parlamentare, dopo aver tentato di fare da “sensale” in discutibilissimi incontri politici avvenuti il 1° luglio, tra i delegati Cocer (quelli vicini al PdL) e i capigruppo PdL di Camera e Senato, ha dichiarato – rivolgendosi a Tremonti – che «Se proprio bisogna incidere lo facesse con l’alta dirigenza, con i trasferimenti dei dirigenti che costano una enormita’, con le feste e le rappresentanze. Queste sono voci che si possono tenere in considerazione, ma non si puo’ incidere sugli stipendi e le tredicesime», minacciando contemporaneamente di non votare la manovra e di assumersi ogni responsabilità difronte ai suoi ex colleghi. In molti sono rimasti stupiti da questo suo inaspettato proclama, forse dovuto alla lontana appartenenza alla compagine militare, forse la solita trovata pubblicitaria.
Ora siamo al dunque. Dopo il susseguirsi di annunci e smentite su “emendamenti si, emendamenti no”, che hanno costretto il Presidente del Consiglio, più volte smentito dai suoi stessi “yes man”, ad intervenire pronunciando la mitica frase “ghé pensi mi” (rivisitazione in stile lumbard dell’obamiano “yes we can!”) il provvedimento approderà all’Aula del Senato, solo per l’ennesimo voto di fiducia, così come era stato mal partorito, nella parte che riguarda proprio i poliziotti e i militari, con l’aggiunta di una “fregatura esclusiva”, il fondo salva colonnelli e generali, fatto passare mediaticamente per un doveroso riconoscimento a tutto il personale interessato della tanto millantata specificità.
Di fatto la mannaia calata sulla testa dei cittadini in divisa non è cambiata di una virgola. Anzi è peggiorata. Prima hanno annunciato tagli sulle tredicesime e poi, recitando una parte da “oscar”, senza modificare alcunché hanno detto di aver salvato le Forze armate e di Polizia. Ma non solo, hanno addirittura ideato un fondo destinato a salvare le misure perequative per il personale. Pochi spiccioli destinati nella quasi totalità ai colonnelli e ai generali (i loro più fedeli amici).
Comunque il buon Tremonti ha concesso a La Russa di salvare le consulenze (solo quelle mediche alla Difesa hanno comportato una spesa di oltre 5,5 milioni di euro nel 2009), le feste (ghiotta occasione per esibizioni in stile “affaciatina dalla balconata”) e la mini naja una sorta di revisione storica dei campi “Balilla. La truppa ha fame, diamo i soldi ai generali.
Che questa era tuta una messa in scena per non cambiare nulla lo avevamo capito fin dall’inizio e come se non bastasse è stato facile dimostrare che Ascierto aveva avuto solo il ruolo di “compare”, assieme a Gasparri, nel gioco delle tre carte diretto da La Russa e Tremonti per zittire le poche voci “libere” che ancora sopravvivono tra i Cocer (GdF e Aeronautica). Con i sindacati di polizia il trucco non è riuscito e si sono ricominciati a vedere i famosi “poliziotti accoltellati alle spalle” simbolo di lotta del Coisp.
Ovviamente la stragrande maggioranza dei militari e poliziotti non ha notato il fatto che, tanto per chiarire meglio la sua appartenenza – quella politica – il giorno 7 luglio con il suo voto Ascierto, come tanti altri dichiaratisi “paladini dei militari”, a contribuito a bocciare un nostro emendamento presentato dal deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Pdm, con cui avevamo proposto all’Assemblea della Camera una modifica al dispositivo della mozione Cicu e altri, n. 1-00404, per impegnare il governo a spendere meno in armamenti per “non incidere negativamente, in alcun modo, sui trattamenti economici del personale militare”.
Involontariamente la nostra proposta emendativa ha acceso una lampadina nella mente del buon carabiniere Ascierto e, quindi, siamo felici di averlo aiutato a decidere, finalmente, da che parte stare. Si è chiarito le idee ed ha scelto: lui è amico di Gasparri e La Russa, e tutti e tre sono amici dei generali.
La Russa, Gasparri, Ascierto e Tremonti hanno lavorato assieme per indorare l’amara pillola da far digerire ai cittadini in divisa, hanno fatto il gioco delle tre carte. Quello dove il mazziere vince sempre. Peccato per loro che il trucco è stato scoperto, così oltre a dimostrare che il loro vero interesse per i militari, i poliziotti e i vigili del fuoco e prossimo allo zero, hanno anche contribuito in maniera determinate ad esasperare gli animi di quelli a cui promettevano, e promettono ancora, il riconoscimento della peculiare specificità lavorativa. Insomma, la solita presa per i fondelli che ha già provocato numerose azioni di protesta che hanno portato il personale di molti enti militari ad attuare lo “sciopero delle mense”. Lunedì 12 luglio anche il personale della base di Rivolto, sede della pattuglia acrobatica, le “Frecce Tricolori”, inizierà la sua protesta e certamente con il mal di pancia far volare le “Frecce” sarà un po’ difficile.
A questo punto con un voto di fiducia già annunciato al deputato Ascierto resta poco da fare: o mantiene fede alla sua dichiarazione e vota contro questa manovra con il concreto rischio di tornare a fare il maresciallo dei carabinieri, oppure perde totalmente la faccia nei confronti dei suoi ex colleghi in divisa.
Cogliamo l’occasione per ringraziare il deputato Ascierto per aver messo a disposizione il suo posto da parlamentare per combattere questa nostra doverosa battaglia in favore dei “Cittadini in divisa”, e nel caso dovesse tornare a fare il carabiniere non mancheremo certo di riconoscergli il merito di aver contribuito, speriamo con successo, a salvare le Forze armate e di polizia da una manovra finanziaria totalmente iniqua che rischia di portare l’intero Paese verso una fine ingloriosa, con buona pace della “Democrazia”, della “Libertà” e della “Legalità”.