Anche Angela Napoli ebbe un protettore
9 Settembre 2010La deputata di Taurianova, nella Piana di Gioia Tauro, Angela Napoli (nella foto), ipotizzando una vocazione al meretricio da parte di sue colleghe parlamentari, ha detto che «la donna spesso è costretta, per avere una determinata posizione in lista, anche a prostituirsi o comunque ad assecondare quelle che sono le volontà del padrone di turno».
Qualcuno dovrebbe rammentare alla deputata Napoli che la sua candidatura in Calabria nacque da una scelta «padronale» dell’ex presidente dei deputati di AN Raffaele Valensise, che la impose nella lista nonostante il malcontento generale e la fece votare. Nessuno ipotizzò che lei fosse stata in intimità col Valensise, ovvero che si fosse prostituita per ottenere un posto alla Camera, come insinua adesso per le sue colleghe. La Napoli era una signora anonima, una delle tante iscritte dell’ex MSI, e tale sarebbe rimasta senza l’investitura di Valensise. La riprova che la stessa Napoli era una donna senza consenso popolare (e non solo per mancanza di avvenenza) e quindi non avrebbe più avuto chances di essere eletta se si fosse mantenuto il sistema delle preferenze dopo la scomparsa del suo mallevadore, si ebbe quando la deputata candidandosi al Consiglio comunale del suo paese, Taurianova, ottenne la miseria di 23 (ventitré) voti.
La zelante neo-finiana Napoli dovrebbe anche spiegare la sua fedeltà a corrente alternata all’ex presidente di AN, che prima non avrebbe voluto rimetterla in lista in quota AN e poi cedette alle sue implorazioni fors’anche per le pressioni morali degli ambienti della DIA dei quali la stessa Napoli in più occasioni si sarebbe fatta portavoce, divenendo una professionista dell’antimafia. La deputata si era già autosospesa dal gruppo del PdL lamentandosi del comportamento di Fini che evidentemente non la sopportava più, alla stregua di tutti i parlamentari calabresi di centrodestra che avevano steso intorno a lei un cordone sanitario.
Fabrizio Spinella