Ricordo di Sandra Mondaini (1931-2010) – «La donna è più intelligente e più cattiva dell’uomo»
22 Settembre 2010© Francesco D. Caridi
«Di avventure ne ho un miliardo, adesso sono un po’ in ritardo,
corro, scappo fuggo devo andare via, ma aspettatemi che tanto ritornerò!
Aspettatemi che tanto ritornerò!»
(Sandra Mondaini, canzone di Sbirulino)
Quando negli anni Ottanta cercavo opinioni di donne dello spettacolo per inchieste di costume, mi bastava aprire la rubrica telefonica solitamente ai nomi di Sandra Mondaini, Rossella Como, Claudia Cardinale, Oriella Dorella, Jenny Tamburi (morta cinquantenne per tumore quattro anni fa; ebbi con lei una simpatica dimestichezza ai tempi del Premio Naxos – Regia TV di Daniele Piombi), ben disposte ad esprimersi con chiarezza su argomenti che nei giornali si ripetono ogni anno come le feste comandate: la crisi della famiglia, le mode dei giovani, la condizione delle donne.
Di Sandra Mondaini, l’attrice brillante scomparsa il 21 settembre che dell’elegante Raimondo Vianello fu moglie devota per mezzo secolo (entrambi rallegrarono per decenni telespettatori di ogni età con gags canzonatorie), serbo particolarmente due ricordi: un negozietto di abbigliamento ricercato, da lei tenuto per qualche tempo a Roma in Via Sistina, dove ammiratori di passaggio si stupivano di incontrarla; e una sua sorprendente riflessione sulla natura femminile, nel periodo in cui l’attrice stava affrontando con un forte spirito di resistenza il primo urto con la malattia subdola.
Un giorno, la chiamai per farle commentare il tentativo di alcune attiviste del PCI di boicottare un’esibizione di Carmen Russo al Festival dell’Unità nel settembre 1983 a Reggio Emilia. Le compagne erano scandalizzate dal corpo procace della Carmen, sculettante a suon di musica tra le salamelle e i vessilli di falce & martello della fiera comunista, perché ciò equivaleva a promuovere un certo tipo di donna distante dai canoni marxisti (ma non da quelli emiliani…). I maschi del partito evidentemente la pensavano in modo diverso, e quindi applaudirono in massa la Carmen scollacciata che la trionferà, anticipando così di un mese il successo popolare della sua apparizione nella prima puntata di Drive In e di sei anni l’evoluzione estetica del PCI. Così anche il petto esuberante della Carmen fece la sua parte…
Dopo aver ascoltato con risate cristalline questa gustosa notizia, Sandra Mondaini mi dettò un parere schietto sulla natura femminile, nei termini che più avanti riproduco da un mio vecchio articolo («Femminismo, ultimi sussulti», ne “Il Borghese” del 2 ottobre 1983), e che mi paiono ancora attuali.
È il pensiero di una donna che si cimentò con il marito Raimondo Vianello nella comicità con la naturalezza dei migliori attori, creando un genere originale di recitazione che rifuggiva da inutili parolacce per far divertire. E nel contempo condusse la vita famigliare, non allietata da figli, con dedizione al marito, semplicità di modi, curiosità culturali e disponibilità verso il prossimo (contribuì ad un fondo contro i tumori e ad iniziative assistenziali).
Quando Raimondo morì nell’aprile scorso, capimmo dal suo affanno che Sandra si mostrava già pronta a raggiungerlo. L’amor che mai separa.
E adesso, per inciso, aggiungo un’informazione storica, forse poco nota ai lettori.
Sandra e Raimondo (ex bersagliere volontario della RSI, alla quale aveva aderito per reazione morale alla fuga vigliacca del suo comandante in seguito all’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre) erano accomunati da una visione «politica» a grandi interpreti, quali Ernesto Calindri, Carlo Dapporto, Wanda Osiris, Aldo Fabrizi, Luciano Salce, Macario (iscritto come gli altri al PNF), Walter Chiari (militò nella Decima Mas), Giorgio Albertazzi (rischiò di essere fucilato dai partigiani, fu aiutato nell’immediato dopoguerra dall’anarchico sidernese Titta Foti), Ugo Tognazzi (giovanissimo nella Brigata Nera di Verona). Tutti con trascorsi di destra «romantica», patriottica (leggete «I balilla andarono a Salò», di Carlo Mazzantini), confessati poi anche da famosi intellettuali di sinistra come Roberto Vivarelli: «Sono stato un fascista repubblicano a 13 anni e non me ne pento». Un ideale ormai spassionato, tuttavia rischioso da rinvangare ai tempi dell’«arco costituzionale», per non incorrere in epurazioni nella RAI-TV e nel cinema e nel teatro e nei giornali. Questa partecipazione ad una storia controversa, era stata tuttavia vissuta da quegli attori con spontaneità ed auto-ironia, senza le rimozioni di altri personaggi più o meno dotati, che hanno fatto outing «di destra» in anni più tardi, quando non temevano più il pericolo di emarginazione.
Sandra fu autenticamente di destra per fatti suoi, come Raimondo, senza invocare legittimazioni anacronistiche o inseguire fantasmi, e senza voler indottrinare. Per lei, parlava la sua intelligenza, la sua bontà, la sua tenacia. Non doveva giustificare o farsi perdonare niente, nemmeno il suo appello a favore di Berlusconi.
Chi ha visto in tv Sandra mascherata da Sbirulino per la gioia dei bambini, o in veste di moglie nevrotica nelle esilaranti sit-com, sarà adesso sorpreso a coglierne l’autenticità di donna in queste frasi che mi disse con placida voce:
«Un certo tipo di femminismo è finito, una certa arroganza da parte della donna è finita. Ho la sensazione che la donna si sia finalmente accorta che, pur essendo a volte più forte dell’uomo, ha bisogno della protezione maschile.»
«La carriera conta, sì, però rischia di diventare un’altra nevrosi. La donna ha capito che a vivere come un uomo si perde. Si può vivere benissimo da femministe, con la propria dignità, col marito, senza perdere i propri valori, esaltando anche la propria fragilità se si ha voglia facendosi proteggere dall’uomo.»
«Certo è che la donna è sempre più inquieta dell’uomo. L’uomo è molto più calmo, meno fantasioso, se vogliamo. Ho sempre sostenuto che la donna è più intelligente e quindi più cattiva, più fantasiosa e quindi più perversa. La donna è più disposta al compromesso, l’uomo è fondamentalmente più onesto. Alla luce della mia esperienza e di quella dei miei amici posso affermare che la donna è cattiva. Io faccio molti ragionamenti per non essere portata dal mio istinto a essere cattiva.»
Cara Sandra.
© Francesco D. Caridi