Prestigiacomo, un ministro dell’Ambiente veramente atomico
17 Marzo 2011Di fronte alla tragica situazione giapponese tutto il mondo non può fare a meno di interrogarsi sulla sicurezza delle centrali nucleari, è quanto meno ovvio oltre che doveroso. In questo constesto di profonda riflessione brilla l’assoluta certezza di intenti, unica al mondo, del nostro amatissimo governo: si va avanti con i programmi e basta discutere ancora.
In questo pittoresco contesto, degno del ponte del Titanic prossimo all’affondamento, splende di luce particolarmente fulgida il nostro ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Ha iniziato l’offensiva sin dall’inizio sparando una serie di affermazioni pro nucleare, singolari per chi presiede un tale discastero. E’ stata così produttiva sull’argomento da rendere difficile starle dietro, avrei dovuto prendere appunti. Cercherò di riassumere le sue esternazioni più significative: ha iniziato la raffica contro i detrattori dell’atomo accusandoli di sciacallaggio, ha minimizzato quanto stava accadendo a Fukushima parlando di esplosioni poi smentite, salvo essere subito dopo cancellata lei dalle evidenti conferme dei fatti. Ha minimizzato sulla possibilità che dai reattori giapponesi si potesse alzare una nube radioattiva, poi sappiamo cosa è accaduto. Si è detta certa che un terremoto di tale intensità non potrebbe mai verificarsi in Italia. A parte fare i debiti scongiuri, non sapevo fosse anche una veggente ed una esperta sismologa. Conclama l’assoluta sicurezza delle future centrali nucleari italiane come se avesse appena vinto un Nobel per la fisica, salvo tralasciare un insignificante particolare: non esiste una sola installazione simile in funzione al momento. Quindi la domanda è lecita: per caso sa di cosa diavolo sta parlando?
Il problema è che il nostro ministro dell’Ambiente forse guarda troppo i telegiornali. Infatti i nostri media, quasi all’unanimità, evitano accuratamente di far notare come si vorrebbero costruire tre o quattro centrali spacciate ufficialmente per “ultima generazione”, omettendo però casualmente di raccontare tutto. Ovvero che la particolare tecnologia scelta dal nostro governo non conta un solo impianto funzionante nel resto del globo. Ma si sa, i tiggì sono sempre molto attenti a non turbare i nostri fragili animi con notizie e fatti consistenti, a cominciare dal TG Nebbia della rete ammiraglia Rai. Rapportando il tutto a fattori reali, affermare che le nostre future centrali saranno assolutamente sicure può essere basato al massimo sulla presunta validità del progetto, ovvero è pura teoria. Affermarlo equivale ad ignorare l’evidenza dei fatti: nessun impianto industriale può dirsi sicuro al 100%, neppure una centrale atomica costruita in Giappone. Figuriamoci da noi come può venir fuori.
Le uniche due centrali simili a quelle che vorrebbe il governo sono ancora in costruzione, una in Finlandia e l’altra in Francia. I costi per realizzarle ed i tempi necessari sono quasi raddoppiati rispetto a quanto preventivato, fino ad oggi non hanno prodotto l’energia necessaria ad accendere neppure una lampadina. Da noi ne vorrebbero costruire quattro, qui le cose si fanno in grande quando ci sono appalti miliardari di mezzo. Considerato che siamo il Paese europeo con la migliore capacità di far levitare tempi e costi necessari a costruire autostrade, ferrovie ed opere pubbliche in genere cosa ci dovremmo aspettare? Se poi consideriamo che il calcestruzzo ed il movimento terra sono i business più amati dall’industria delle moderne mafie allora diventa tutto molto più chiaro, compresa l’idiozia del ponte sullo stretto di Messina.
L’ho scritto molto tempo fa in questo blog e lo penso ancora: il nucleare è un tema che andrebbe affrontato con molta ragione e zero politica, valutandone davvero costi, rischi e benefici. Produrre energia con l’atomo costa anni di lavoro, grandissimi investimenti ed alla fine il costo per chilowatt risulta, già oggi, superiore a quelo dell’elettricità prodotta con le rinnovabili. L’uranio non è una fonte inesauribile, dobbiamo ancora posare la prima pietra delle nostre sicurissime centrali e la materia prima per alimentarle è già in via di esaurimento. E’ quindi lecito immaginare che quando entrerà in funzione la prima centrale il prezzo dell’uranio sarà alle stelle. L’enorme problema di smaltimento delle scorie non lo ha risolto nessuno al mondo, è pura follia pensare che si possa far meglio laddove si incontrano enormi difficoltà già solo a smaltire e riciclare i semplici rifiuti urbani.
Siamo in questi giorni di fronte ad un tremendo incubo: il Giappone, ritenuta a ragione una nazione efficentissima e disciplinata in tutte le sue attività, sta faticando a contenere uno dei peggiori disatri nella storia del nucleare. Pensiamo davvero di poter essere migliori e più qualificati a farlo nel malaugurato caso dovessimo incappare in una simile emergenza?
(Sergio Fornasini per dituttounblog.com)