AIAZZONE, UN DRAMMA. QUALCHE CONSIGLIO PER I TRUFFATI
30 Giugno 2011di Gianluigi De Marchi
Sono molti i lettori che segnalano di essere stati coinvolti nella truffa della Aiazzone e dell’Emmelunga, e che vogliono avere notizie su come comportarsi per cercare di ricuperare i propri soldi e tutelare i propri interessi. La questione è intricata, ma grazie alle indicazioni forniteci dall’Associazione “Cittadino e utente” (sede in Piazza Castello a Torino) (www.cittadinoeutente.it) che sta raccogliendo numerose denunce per avviare azioni singole e collettive possiamo fornire alcuni suggerimenti utili.
Per prima cosa coloro che hanno stipulato un contratto di finanziamento con FIDITALIA per l’acquisto dei mobili (sono la stragrande maggioranza) , devono inviare una lettera raccomandata a/r alla società chiedendo la risoluzione del contratto di finanziamento per inadempimento del venditore fallito, la sospensione dei pagamenti e la restituzione delle rate già pagate; è il primo passo per ottenere almeno di non di over continuare a pagare rate a vuoto, visto che ormai c’è la certezza che i mobili non saranno mai consegnati…
Coloro invece che non hanno acceso un contratto di finanziamento ed hanno pagato direttamente al negozio, dovranno chiedere di essere ammessi al passivo del fallimento delle società, e potranno essere soddisfatti solo dopo i creditori privilegiati (lavoratori, ecc.); a questo punto bisogna verificare sul contratto di acquisto chi è il venditore e quindi individuare a quali procedimenti partecipare. Precisiamo subito, a scanso di equivoci e per non alimentare fallaci speranze, che il ricupero sarà solo parziale e presumibilmente modesto. Precisiamo che coloro che hanno acquistato da Holding dell’Arredamento (Tribunale competente Roma, curatore Avv.Sergio Scicchitano) o da B&S (Tribunale competente Tivoli, curatore Dott. Marcello De Sanctis), devono fare due domande: una al fallimento del proprio venditore, un’altra al fallimento di Panmedia. Coloro che hanno acquistato da Panmedia, si potranno invece insinuare nel solo fallimento Panmedia (Tribunale competente Torino, curatore Dott. Ivano Pagliero)..
La domanda va inviata alla Cancelleria del Tribunale competente, per raccomandata a/r, allegando i contratti, la domanda di insinuazione al passivo, copia delle fatture e dei pagamenti effettuati, copia delle eventuali richieste di rimborso inviate al venditore, con ricevute di ritorno.
Una vicenda a dir poco sconcertante, dalla quale comunque trarre un insegnamento: chi compra un bene di consumo farebbe sempre bene a pretendere la consegna prima di avviare i pagamenti, o almeno a limitare al minimo l’esborso iniziale a titolo di caparra.
Di negozi ne esistono tanti, tutti hanno bisogno di vendere, state certi che troverete chi vi porta la roba a casa senza tanto discutere…
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