Alcune considerazioni di Paolo Barnard sulla vicenda Report – Gabanelli
29 Settembre 200947.000 euro.
La sentenza del tribunale di Roma è arrivata. Paolo Barnard, la RAI e Milena Gabanelli sono condannati a pagare 47.000 euro di danni al dirigente di una multinazionale del farmaco che fu da me filmato, in qualità di redattore di Report, mentre ammetteva l’esistenza della corruzione dei medici durante i congressi-vacanza di lusso (reato penale che danneggia milioni di ammalati, e che ne uccide ogni anno migliaia).
Come è noto (http://www.paolobarnard.info/censura.php), RAI e Milena Gabanelli mi hanno non solo abbandonato in giudizio, ma si sono accaniti affinché il giudice mandasse solo me al macello dei risarcimenti, nonostante l’inchiesta in oggetto fosse stata da loro voluta, apprezzata, vagliata, e replicata. Come è noto (http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=133), oggi la scure maneggiata contro di me dal binomio RAI-Gabanelli si è abbattuta proprio sulla conduttrice di Report. Come è noto, nel 2008 io da solo denunciai pubblicamente l’abominio dell’abbandono legale da parte degli editori ai danni dei loro giornalisti free-lance quando vengono denunciati dai ‘gaglioffi’ smascherati dalle loro inchieste. A quel tempo Milena Gabanelli e i suoi valenti redattori mi diedero del vigliacco piagnucolante. Non gradiva, la ‘paladina’, che si sapesse ciò che ella stava facendo contro di me e contro l’anima stessa della libera informazione pur di compiacere ai suoi dirigenti in RAI.
Oggi Gabanelli, privata dell’assistenza legale, reagisce stoicamente: “Continueremo comunque“. Report andrà in onda lo stesso. Ma in quel modo la signora di Report ha per la seconda volta cucinato la sua viltà e la sua paura di perdere la carriera in RAI sfornando un finto eroismo. Quasi tutti ci sono cascati, e sono in tripudio per il ‘coraggio’ di questa donna e dei suoi seguaci nell’andare avanti in ogni caso. Coraggio?
L’andare avanti in ogni caso di Milena Gabanelli è l’esatto contrario, è il piegarsi alla logica abietta del ‘padrone’ RAI permettendogli di perpetrare la sua ingiustizia senza conseguenze, senza cioè una ribellione pubblica della redazione del programma, alla stregua di ciò che fece il pool di Mani Pulite nel 1994 contro altri abietti padroni; senza una presa di posizione pubblica di Gabanelli contro i suoi datori di lavoro, che farebbe clamore; senza un incrociare le braccia chiamando a raccolta altri giornalisti per paralizzare i palinsesti in difesa del diritto alla tutela legale, cioè lotta civica, che è ciò che fecero per secoli i veri eroi dei nostri Diritti. Ma quegli eroi, a differenza di Milena Gabanelli, accettavano di pagare il prezzo del coraggio. Un prezzo che lei non pagherà mai e poi mai, perché il rischio per lei e per i suoi vassalli è di perdere ben di più di qualche causa civile. Il rischio è di perdere la carriera, la fama, lo stipendio, le amicizie che contano nel nome di un battaglia per un principio. Meglio di no, meglio chinare il capo e farla passare liscia agli scherani del Cavaliere a viale Mazzini. Questo è il suo ‘coraggio’.
Ciò che voi, pubblico, guadagnerete dal permanere in onda di Report a ogni costo (a ogni costo), è mille volte inferiore a ciò che perderete. Perché nel breve termine avrete ancora qualche sprazzo d’informazione, ma nel lungo termine morirà per sempre il coraggio di ribellarsi radicalmente, e con esso non morirà solo l’informazione, ma anche la speranza. Se non capite questo, è finita.
Nel 2008 chiesi pubblicamente a Report di schierarsi con me nella denuncia degli editori che abbandonano i loro giornalisti. Certo, il rischio era altissimo, e io ho pagato le conseguenze di quella denuncia, pesanti, tanto. Dalla redazione di Gabanelli mi arrivò disprezzo, “noi continuiamo a lavorare“, mi scrissero col piglio ‘eroico’ del lavoratore che non vuole disturbare il padrone. Non sapevo che il coraggio si esprimesse così. Per fortuna, così non lo espressero per secoli gli uomini e le donne cui dobbiamo ogni libertà che ci è rimasta.
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10 commenti presenti
…e basta! se la piantassero di darsi spallate a ripetizione l’un l’altro e collaborassero per il loro COMUNE interesse non sarebbe meglio?
Scritto da emanuele il 29 Set 2009
Certo emanuele, purché paghi qualcun altro (possibilmente pantalone).
Scritto da gino cerutti il 29 Set 2009
emanuele, scusa tu vedi solo una spallata in tutto questo?
Scritto da Sunny il 29 Set 2009
Forse Barnard dimentica che l’obiettivo della maggioranza è AZZERARE qualsiasi voce critica in video, per cui, l’incrociare le braccia invocato qui va nella stessa direzione dei voleri del padrone di questo sciagurato governo.
Scritto da Candidus il 30 Set 2009
Sunny, io vedo colleghi che piuttosto di darsi una mano si accoltellano a vicenda per orgoglio.
Tutto questo mentre Belpietro si frega le mani e si ciba della carcassa della Gabanelli sull’editoriale di oggi di Libero
Scritto da emanuele il 30 Set 2009
Quindi per emanuele e Candidus l’autocensura è un qualcosa da salvare?
Di questo si parla, non di altro.
Voce critica? Ma se quando le dicono “ti togliamo l’assistenza legale” lei risponde “sì io continuo lo stesso” tacendo però la parte della medaglia che le fa comodo.
Ha sentito tremare la terra sotto i piedi, quando anche lei (‘politicamente forte e protetta’ e queste sono parole di Giulietto Chiesa non mie) si è ritrovata nella stessa situazione (oddio la sua è sicuramente migliore) che denunciava tempo fa Barnard.
Che Report vada in onda, bene. I contenuti sono quelli di una volta? Secondo me proprio no. Si autocensurano sapendo di farlo e non andando in giro a dirlo. Se tenesse veramente alla libertà d’informazione e non solo alla sua carriera in RAI si sarebbe messa si traverso da tempo. Non che adesso lo abbia fatto… Fondamentamentalmente la notizia che è andata in giro è che Report non ha più assitenza legale. Poi cosa ha fatto? Niente. Ha abbassato la testa, ha detto sì padrone continuo anche senza assistenza legale. Atto eroico? No, assolutamente.
Ha tacito la verità: continuo a lavorare, a prendere i soldi, ad aggiungere medaglie al valore che non c’è (tanto gli spettatori mi seguono senza mettermi in discussione, cavolo ci sono anche i fan sfegatati che mi tolgono le castangne dal fuoco intervenendo in mia difesa e osannandomi negando perfino l’evidenza, a dire il vero c’è anche qualcuno di quelli che sembrava un pò più tignoso che mi difende perchè in questo schifo di tv il mio programma passa per il meglio che c’è…) ma mi autocensuro, faccio tagli, non propongo più inchiesta pura, non mi interesso della libertà di informazione.
Sinceramente di una voce critica di questo tipo si può far a meno…
P.S. Se al posto di RAI, Gabanelli e Barnard ci fossero stati Tizio, Caio e Sempronio per me sarebbe la stessa cosa. Anzi siccome cose del genere succedono in moltissime redazioni forse sarebbe proprio parlare al plurale.
Scritto da Sunny il 30 Set 2009
@Sunny
Vedo che sei totalmente sicura che Report si autocensura. Buon per te. Io non credo che sia così…forse in piccolissime dosi si. Poi 30 querele non sono poche, no?
Per un bell’esempio di autocensura vedere Uno Mattina, Susanna Petruni e Stefano Ziantoni …. oops.. quello era autoinginocchiamento.
Scritto da Candidus il 30 Set 2009
Candidus, per piacere, paga tu le spese legali alla Gabanelli. Non è argent de poche.
Scritto da fabrizio spinella il 30 Set 2009
@ Candidus
Tu sei sicuro del contrario?
Hai mai lavorato nel giornalismo? Come fai a conoscerne così bene i meccanismi da essere sicuro di quel che sostieni?
Chiediti anche a quando risalgono quelle cause, riguardati qualche vecchia inchiesta, una delle ultime poi tira le somme che vuoi.
Ah, leggi un pò qui:
http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=142
Lascia perdere quel che dice Barnard, basta solo il virgolettato della Gabanelli.
Scritto da Sunny il 30 Set 2009
Mi intrometto solo per dire che seguo poco Report, anche se vorrei di piu’. Pero’ le volte che ho seguito delle inchieste su cui per lavoro ne sapevo qualcosa ho constatato che si sparavano boiate pazzesche, intervistando gente che ne sapeva poco o punto solo per andare in cerca di persone che dicevano quello che la gente voleva sentire. Per carità, magari non sempre e’ cosi’, ma sara’ per questo che hanno cosi’ tante querele sul groppone?
Ripeto pero’ che mi sono fatto un’idea vedendo pochissime puntate per questo la mia opinione vale quello che vale.
Ciao
Luigi
Scritto da Luigi il 1 Ott 2009