ATTENTI ALLE SPESE INDEBITE SUI MUTUI!
25 Febbraio 2015di Gianluigi De Marchi
L’episodio è stato pubblicizzato all’inizio del mese ed è di una gravità assoluta: una banca (per l’esattezza la Popolare di Vicenza) ha addebitato a tutti i clienti che hanno in corso un mutuo delle “spese per ricupero forfetario per accertamento periodico del valore dell’immobile in garanzia”.
Non è certo l’importo prelevato forzosamente dalle tasche dei clienti che fa scandalo (si tratta di 45 euro), ma è il principio: perché una banca si permette di ricuperare spese non fissate contrattualmente? Le spese di perizia (che fra l’altro costano ben più di 45 euro) sono logiche e giustificate al momento dell’esame preliminare dell’operazione, perché la banca deve sapere il valore dell’immobile sul quale fare affidamento per l’eventuale ricupero forzoso del credito. Ma dopo uno, due o cinque anni che senso ha fare una perizia, quando il cliente ha già rimborsato le rate previste e quindi il debito è comunque ridotto?
Il bello è che la banca, non rendendosi conto dell’infortunio in termini di correttezza dei rapporti contrattuali, ha addebitato il costo anche ai titolari di mutui ”cartolarizzati” (quelli cioè che sono stati venduti ad un’altra istituzione finanziaria ed impacchettati nei famigerati “subprime”). Capito la furbata? Non solo spilla 45 euro per verificare se l’immobile a garanzia vale ancora a tutela della banca, ma li preleva anche se il rischio ormai non c’è più perché il mutuo è stato girato ad un altro!
E’ scoppiato il finimondo e la banca ha avuto il suo bel da fare per cercare di contenere le proteste; ed ha dovuto fare totale marcia indietro nel caso dei mutui “cartolarizzati”, stornando l’addebito giustificandosi che si era trattato di un ”disguido”.
Un disguido… Termine usato spesso per autoassolvere chi fa una castroneria, ma vergognoso.
Consiglio per i lettori: tenete altra l’attenzione, controllate sempre ogni addebito, chiedete spiegazioni, non arrendetevi alla prima giustificazione abborracciata e pretendete sempre di avere risposte scritte e di ottenere il rimborso dei “disguidi”.