BANCHE ISLANDESI ED IRLANDESI:DUE CRACK PARALLELI
25 Ottobre 2011di Gianluigi De Marchi
Islanda ed Irlanda sono due paesi che hanno una sola consonante di differenza, sembrano due gemelle… E purtroppo sembrano proprio due gemelle, almeno nel campo finanziario.
Alcuni anni fa le banche islandesi furono travolte da folli speculazioni che avevano fatto (aiutate anche dalle grandi banche internazionali) sui mercati finanziari. E adesso anche la Bank of Ireland (una delle maggiori banche irlandesi) è saltata, riducendo in cenere i risparmi dei poveretti che avevano creduto (su consiglio dei “consulenti bancari”) di fare un buon investimento.
Sono numerosi i risparmiatori che hanno sottoscritto obbligazioni di quella banca e che in questi giorni si sono visti accreditare pochi centesimi in cambio di migliaia di euro: per l’esattezza i titoli sono stati rimborsati ad 1,5 centesimi ogni 1.000 euro di capitale! Il fatto è che, in piena estate, la banca ha deciso di “ristrutturare” il proprio debito: ha inviato una proposta a tutti i sottoscrittori tramite le banche intermediarie che però (a quanto risulta dalla valanga di lettere di protesta ricevute da molti giornali) si sono ben guardate dall’avvisare i propri clienti. La ristrutturazione prevedeva che gli obbligazionisti potessero scambiare i titoli ridotti a carta straccia – incassando parziale una perdita –con nuovi bond garantiti dallo Stato irlandese. Chi decideva di non aderire avrebbe avuto un immediato rimborso di 1,5 centesimi ogni 1.000 euro…
Nessuno avrebbe mai rifiutato l’offerta, se ne fosse venuto a conoscenza, eppure molti non sono stati avvertiti dalle banche, che si sono giustificate con la banale affermazione: “La Consob non ha pubblicato un prospetto, ed inoltre l’offerta era indirizzata a chi aveva più di 50.000 euro”.
Se avessero informato i risparmiatori, questi avrebbero potuto consorziarsi oppure vendere i bond sul mercato: ma dato che non l’hanno fatto, tante persone sono andate in vacanza tranquille e, al loro ritorno, si sono ritrovati defraudati. Non resta che protestare e rivolgersi alle associazioni dei consumatori per avviare azioni legali (Adusbef, Aduc, Movimento Consumatori e Cittadino e utente stanno già studiando come inchiodare le banche alle loro responsabilità).
Consiglio per i risparmiatori: poiché la legislazione irlandese consente di tirare certi “pacchi”, rivedete il vostro portafoglio e se avete titoli di quel paese vendeteli subito, perché non siete tutelati. E vendete anche, se ne avete, le quote dei fondi comuni che hanno sede in quel paese che le banche italiane hanno venduto a piene mani negli scorsi anni; nel prossimo articolo vi spiegheremo il perché.