Il Milan becca due palline dal Cesena e Berlusconi se la prende con… gli arbitri di sinistra!
13 Settembre 2010Un Silvio Berlusconi fresco di vacanze estive lo si poteva immaginare più rilassato e riposato. La sua faccia è invece apparsa artefatta, gonfia e piena di bozzi. In testa il solito elmetto di materia simile a capelli nerissimi, gli occhi due fessure tra pesanti borse. Patetiche battute che in verità sembrano essere piaciute molto alla platea. Ma essendo la festa dei giovani del PdL avrà probabilmente pensato che la maggioranza dei presenti fossero bambini dell’asilo. Se l’editoriale di Famiglia Cristiana era disgustoso e pornografico, come può definirsi l’oscena barzelletta su Hitler raccontata ieri dal premier? Divertente, è ovvio. Almeno a giudicare dalle risate dei convenuti.
Silvio l’ha buttata in caciara anche parlando del suo Milan, tornato da Cesena con le ossa rotte. Secondo lui non c’era nessun fuorigioco, solo la sfortuna di incontrare spesso arbitri di sinistra sul glorioso cammino della sua squadra di calcio.
Povero Silvio! Ha però dimenticato di precisare che era di sinistra anche il palo sul quale si è andato a stampare il rigore tirato da Ibrahimovic.
(Sergio Fornasini per dituttounblog.com)
(ANSA) – ROMA, 12 SET – ”Ieri e’ andata male, nel calcio succede, anche se credo che l’arbitro abbia negato tre gol al Milan”. Lo ha detto Silvio Berlusconi. ”Il Milan ieri sera ci ha dato dei dolori – ha aggiunto il premier – ma non ha giocato male: direi che spesso il Milan ha incontrato arbitri di sinistra”.
9 commenti presenti
L’agonia di questo regime è lunga, infinitamente lunga e non passa mai.
Vedere quest’uomo, somigliante sempre più al delirio di se stesso, incedere in mezzo a stuoli di poveracci (di spirito) plaudenti, intenti a dividersi le spoglie di quel che resta e di quello che restera di questo nostro povero e frastornato paese lascia una tristezza ed una angoscia infinite.
E ancor più triste ed angosciante è il pensiero che infine, al termine di questo spettacolo imbarazzante, da “cinico tv”, non arriverà alcun messia.
Come cantava Mikis Teodorakis
“Lunga è la spiaggia e lunga è l’onda,
l’angoscia è lunga, non passa mai,
e il pianto cade sul mio peccato,
sul mio dolore che tu non sai.
C’è un fiume amaro dentro me,
il sangue della mia ferita,
ma ancor di più è amaro il bacio
che sulla bocca tua mi ferisce ancor”
Scritto da Alberto il 14 Set 2010
Teodorakis cantava?
Scritto da javier il 16 Set 2010
theodorakis componeva e cantava
http://www.youtube.com/watch?v=36dJma9KDL8
Scritto da Alberto il 16 Set 2010
Un fiume amaro
Canta: Iva Zanicchi
Autori: M. Theodorakis – Mogol – 1974
Se la mettiamo così come la mette Alberto, è la vita politica ad essere una ripetuta sequenza agonica: Mussolini, De Gasperi, Fanfani, Rumor, Andreotti, Spadolini, ecc.
Recitava Petrolini: “Dove andremo a finire? In nessun posto, ci siamo già.”
Scritto da Fabrizio Spinella il 16 Set 2010
Ma si può vivere sempre di pessimismo? Alla fine, verrà la gastrite ai tanti Alberto che popolano il Belpaese.
Scritto da Fabrizio Spinella il 16 Set 2010
Fabrizio
personalmente non riesco a paragonare (ed infatti non paragono affatto) l’attuale presidente del consiglio a De Gasperi, Fanfani, Rumor, Andreotti, Spadolini.
Ho “vissuto” il ciclo politico degli ultimi due (e degli altri successvi) ma senza mai provare l’imbarazzata preoccupazione che mi da l’attuale P.d.C. e (soprattutto)di chi lo sostiene (in questo caso mista a virgineo stupore).
Il tutto (per ora) senza gastriti!
E poi:
siamo sicuri che il pessimismo incida sulle sorti del (bel?)paese?
e se si, che incida negativamente?
ed infine, è necessariuo essere ottimisti?
mah
Scritto da Alberto il 17 Set 2010
Forse cantava in bagno.
Comunque non si può negare che certi comportamenti dell’attuale PdC possano stupire e meravigliare gli ammiratori di Andreotti e Spadolini, che magari avrebbero dovuto far preoccupare per ben altre e più nascoste decisioni prese in nome degli italiani.
Scritto da Javier il 17 Set 2010
Il pessimismo incide sulle sorti di un Paese? Certo,influenza le attività economiche. Basta un annuncio che deprima, e un titolo di Borsa va giù.
Non è necessario essere ottimisti. Ma se non si fosse ottimisti, la quotidianità sarebbe affollata dai pensieri e dai timori della fine: memento mori.
Tra dieci anni, gentile Alberto, discorreremo del ciclo politico di transizione del primo decennio del XXI secolo, e tra vent’anni faremo lo stesso. Con idee più chiare, forse.
Scritto da Fabrizio Spinella il 17 Set 2010
Massimo rispetto per le altrui opinioni.
E, in definitiva, parlare di pessimismo o di ottimismo, è come macinare l’acqua (peraltro, fuor di polemica: non è che, per caso, dietro lo scoppio della recente devastante crisi economica e delle varie “bolle”, c’è stato un eccesso di ottimsmo?)
Personalmente non sono un “pessimista cosmico” (tanto per citare il cantante …. o poeta gobbo di Recanati) ma sono obiettivamente pessimista circa le sorti politiche di questa Italia.
Quello che penso di Berlusconi Silvio l’ho detto (e si capisce); quello che penso dell’attuale opposizione (forse) non l’ho detto (ma si capisce lo stesso): in ogni caso male di entrambi.
Vedo carenza di classi dirigenti e totale assenza di progetti (scuola, giustizia, p.a., infrastrutture etc.).
Fino al dopoguerra eravamo un paese povero, che faceva emigrare larghe fette della propria popolazione.
La crescita economica e sociale che è seguita a quegli anni è derivata da una molteplicità di concause: l’innata imprenditorialità e creatività degli italiani, il costo (per lunghi anni) assai competitivo della forza lavoro ed una notevole “deregulation” nel settore; un paese da ricostruire ed un mondo fuori dall’Italia che accoglieva i nostri prodotti etc etc. ma, oltre a ciò, anche una politica che in larghissisma parte rispettava regole condivise ed una sorta di “unità nazionale”.
Ora la situazione dentro e fuori dalll’Italia è radicalmente cambiata.
Per competere dobbiamo cambiare.
Altrimenti non c’è scritto da nessuna parte che resteremo ancora a lungo una delle prime potenze economiche.
E’ di questo possibile declino che NON vorrei che parlassimo tra dieci anni.
Per il resto concordo che, in tutto questo, Berlusconi è una parentesi.
Scritto da Alberto il 20 Set 2010