Bruschi risvegli
9 Giugno 2009da ilrumoredeimieiventi.blogspot.com
Ha fatto tutto da solo anche questa volta? Silvio Berlusconi dal quartier generale del suo partito mastica amaro. Dati alla mano il preventivato sfondamento e la morte prematura di un partito già alla frutta (Pd) non c’è stato. E se il centrodestra tiene, come in tutta Europa (il voto di PdL + Lega è lo stesso delle politiche), così non si può dire per la coalizione del Popolo della Libertà che – fra una dichiarazione di Bonaiuti e un’imprecazione verso El Pais – adesso ha bisogno di fare mente locale sul responso delle urne. Ed Il Cavaliere – furibondo – ha rivendicato la sua leadership all’interno del PdL: “Senza di me affluenza ancora più bassa. Ho fatto tutto io” nonostante il futuro per lui non si delinei certamente tranquillo.
Il dato più veritiero da rilevare – mettendo finalmente in soffitta veline, napoletane e nude look che non hanno spostato nulla – è però un altro: La Lega e la compagine di An, ormai coesa nel PdL, sono diventati identità territoriali. Nel Nord Est, al di là dell’Emilia Romagna, il partito di Umberto Bossi ha rosicchiato parecchio al Popolo della Libertà (a Reggio Emilia ad esempio ha portato a casa un 14% inaudito) che, al termine della corsa con il Pd, si è ritrovato con un pareggio striminzito. Al centro Italia invece è indubbio che i voti del PdL siano arrivati dagli ex di Alleanza Nazionale che adesso batteranno cassa. Così come Bossi, nonostante le sue dichiarazioni, non perderà occasione per sventagliare i dati davanti al naso del Cavaliere. Se è vero che Berlusconi rimane il collante fondamentale per il nuovo partito di centrodestra italiano è anche vero, ed i dati lo confermano, che gli alleati stanno incominciando ad assumere una nuova identità: ora contano anche loro e Berlusconi dovrà far ammenda molto più che nel passato. Anche il 15% di Lombardo in Sicilia dovrebbe far squillare campanelli d’allarme (ci sono state punte in alcune città ben oltre il 20%), visto che, dopo i noti fatti della giunta siciliana, ora per Berlusconi saranno “volatili per diabetici”.
Ma c’è un altro fattore importante da tenere in considerazione: il bipolarismo gli italiani non lo digeriscono e, appena ne hanno la possibilità, lo comunicano. Se tutta Europa propende verso questo sistema a due – ed i dati europei lo confermano – in Italia la cosa cambia. Il dualismo conservatori/riformismi fa acqua da tutte le parti confermando, se ancora ce ne fosse bisogno, come il nostro paese non sia ancora pronto, culturalmente, per affrontare questo sistema semplificato. Le motivazioni sono diverse: un paese demograficamente vecchio non consente cambiamenti repentini e se i giovani, più scevri dalle vecchie ideologie, riescono bene ad affrontare la modernità così non possiamo dire per i più “attempati” ancorati per forza di cose alle tradizioni ed alla storia passata, storia che ha radici profonde, ricchissima di ideologie e di diversità causa una Repubblica troppo giovane per poter dimenticare i “vecchi confini e reami”. Il “colpo di Stato bipolare”, voluto da D’Alema e Berlusconi (che non ha paragoni con la vecchia bicamerale da dilettanti Marini/D’Alema), non riesce ancora a far breccia nel cuore degli italiani e, se fossimo in un paese normale, la politica avrebbe il dovere di chiedersi il perché.
In Europa intanto soffia “vento forte di Destra”. Solo i conservatori Greci perdono (ma con gli stessi seggi dei socialisti) mentre in Germania, Francia e Spagna la sinistra sprofonda, segno che il pragmatismo conservatore (qualcuno parla di xenofobia, ma non è del tutto così) funziona molto meglio rispetto alle favole della buona notte. 263 seggi del PPE contro i 163 del PSE sono un dato incredibile che dovrebbe far riflettere in tanti.
Tornando ai fatti nostri invece se il Pd ha rinviato almeno per un po’ il suo funerale Berlusconi dall’altra parte non ride, costretto da adesso in poi, a barcamenarsi tra i suoi alleati che hanno rialzato la testa. Il bipolarismo indigeribile, l’antipolitica populista che avanza (IdV) e nuove identità territoriali potrebbero portare verso nuovi equilibri in un disegno che, fino a poche settimane fa, sembrava ormai scolpito nel marmo.
Un commento presente
IdV antipolitica populista?
Peccato, sembrava un articolo quasi scritto bene.
Scritto da Francesco il 10 Giu 2009