“Il carcere di Teramo è lo specchio della situazione nazionale”
9 Novembre 2009«In sezione non si può massacrare un detenuto, SI MASSACRA SOTTO!»
di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
La frase che troneggia su questo post non è mia, va attribuita al comandante delle guardie penitenziarie del Carcere di Teramo, Giovanni Luzi. Giorni fa ha suscitato scalpore, ora è scivolata nel quasi dimenticatoio. Probabilmente solo perché non c’è scappato il morto.
Questa mattina si è diffusa la notizia della sospensione in via cautelativa del comandante, ad opera del ministro della Giustizia Angelino Alfano. Da notizia dell’agenzia AGI di circa un’ora fa si apprende si è insediato il nuovo commissario del carcere, Sabatino De Bellis. Una sospensione che arriva con un ritardo inspiegabile, oltre una settimana dopo l’evidenza dello scandalo, nonostante gli inviti da più parti a prendere provvedimenti urgenti.
Il carcere teramano di Castrogno vive una situazione drammatica: sovraffollamento (+60% di detenuti in eccesso), scarsità di personale di vigilanza e di supporto (pianta organica carente di 41 agenti e 4 educatori). Dati freddamente numerici ai quali si aggiunge la denuncia di ulteriori problemi da parte della parlamentare radicale Rita Bernardini, che parla di freddo per mancanza di riscaldamento, umidità e casi psichiatrici a forte rischio di suicidio.
Come se non bastasse tutto ciò, la registrazione audio catturata all’interno del carcere e fatta pervenire ad un quotidiano locale apre un agghiacciante squarcio sulla situazione dell’istituto di pena. È chiarissima la conversazione fra alcuni agenti della penitenziaria, nella quale l’oggetto della discussione è il pestaggio di un detenuto da parte dei sorveglianti. Il comandante Giovanni Luzi ha riconosciuto la sua voce, è lui che redarguisce i sottoposti. Ma non per aver massacrato un detenuto, bensì per non averlo fatto con discrezione. Come dire che è prassi comune la “riabilitazione” dei carcerati attraverso il pestaggio, basta farlo lontano dagli sguardi di eventuali testimoni.
Credo che nel resto degli istituti penitenziari la situazione non sia troppo diversa. Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una intervista televisiva ad un ergastolano che vive in regime di semi libertà, lavora all’esterno e la sera torna a dormire in cella a Regina Coeli. Ha descritto il sovraffollamento delle celle, con letti a castello stipati all’inverosimile. Nell’intervista ha anche parlato di “normalità” in tema di pestaggi, in particolare riferendosi a “qualche tossico” che dà in escandescenze e disturba, casi nei quali viene normalmente applicata la violenza fisica per farli stare più tranquilli. L’aspetto agghiacciante era il tono del racconto: sembrava che condividesse la prassi del pestaggio verso altri suoi pari, perché in fondo se lo meritano.
La concomitanza con il tragico caso di Stefano Cucchi ha probabilmente contribuito a far scomparire in rari trafiletti lo scandalo del carcere teramano. Le due vicende non sono direttamente collegate, se non per la drammatica situazione di sovraffollamento e carenza di agenti che vivono tutti gli istituti di pena del nostro paese. Le carceri stanno letteralmente scoppiando. Mentre da un lato si cercano soluzioni il più possibile rapide per redistribuire i detenuti (ventilata riapertura dell’Asinara e di Pianosa, ipotesi subito tramontate), dall’altro non si prevedono consistenti incrementi nel numero degli agenti di custodia, sottacendo ed attenuando le violenze consumate all’interno dei penitenziari. Si vive nell’emergenza, nel degrado e nella violenza, altro che reinserimento nella società.
Il servizio pubblico di informazione fa quello che può per informare, e per una volta c’è chi lo fa benissimo. Non a caso sto parlando di Gabriele Mastellarini, che ha saputo condensare tutto quello che c’è da sapere di importante su questa vicenda in un suo servizio, andato in onda nel GR1 del 3 novembre scorso. Nei pochi secondi del suo articolo (purtroppo solo radiofonico, avrebbe meritato un TG in prima serata) credo sia stato il primo in assoluto a rendere noto che la voce esortante al massacro con discrezione era quella di Giovanni Luzi. Lo ha dichiarato al suo microfono Eugenio Sarno, segretario generale UIL Penitenziari. Oggi l’epilogo, con la rimozione del comandante.
Propongo l’audio tratto dal GR1: click qui per ascoltare
Un commento presente
vero sergio, sono stato il primo a render noto che la voce era del comandante Luzi.
Sei un ottimo ascoltatore e grazie ancora per le belle parole
gabriele
Scritto da gabriele mastellarini il 9 Nov 2009