Clementina Forleo: il CSM si oppone alla sentenza del TAR che ha dichiarato illegittimo il suo trasferimento
28 Maggio 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com
Ricordare Clementina Forleo attraverso quanto ci stanno raccontanto i media è una ardua impresa, sembra scomparsa dalle cronache. Eppure è stata la protagonista di una inchiesta arrivata a toccare i piani alti della politica, la scalata alla BNL, le intercettazioni a D’Alema e Fassino fra gli altri. “Facci sognare” e “Abbiamo una banca” sono frasi rimaste, mi auguro, nella memoria collettiva.
La figura e la storia di Clementina invece vanno sempre più sfumando, il potere ed i furbetti l’hanno messa al centro del mirino, arrivando alla ispezione da parte del Ministero della Giustizia quando il titolare del dicastero era Mastella. Il Consiglio Superiore della Magistratura l’ha deferita alla sezione disciplinare, a nulla è valsa la sua difesa: trasferimento d’ufficio da Milano a Cremona è stata la sentenza dell’organo di controllo della magistratura. Nella motivazione del provvedimento «la situazione di incompatibilità determinatasi a seguito delle dichiarazioni rese dalla stessa in trasmissioni televisive o alla stampa in ordine all’esistenza di poteri forti che, anche per il tramite di soggetti istituzionali, avrebbero interferito sull’esercizio delle sue funzioni giurisdizionali e dei rilievi mossi ai pubblici ministeri preposti alle indagini per la cosiddetta “scalata BNL”, tesi a manifestare dapprima, allarme per un asserito “rallentamento delle indagini” e, poi, protesta per un supposto “insabbiamento in corso”». Che tradotto, significa che la Forleo non avrebbe dovuto andare in TV ad Annozero, oltre ad avere visioni ed opinioni diverse da quelle degli altri magistrati del suo ufficio. E le hanno anche tolto la scorta.
Un provvedimento che non sta in piedi, tanto è vero che il ricorso presentato da Clementina al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio viene accolto. Con sentenza n. 4454 del 29 aprile scorso, la prima sezione del TAR dichiara illeggittimo il provvedimento disciplinare annullando di conseguenza gli atti impugnati.
Storia a lieto fine direte voi, e invece il CSM insiste nel ritenere che a dott.ssa Mariaclementina Forleo debba stare ben lontana dal palazzo di Giustizia di Milano. Nella seduta di ieri il plenum del Csm ha votato a maggioranza la delibera che invita l’avvocatura generale dello Stato a proporre appello davanti al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha accolto di recente il ricorso. Nella delibera viene sottolineato «che le decisioni del Csm sono state ”frutto di un’attenta, libera e meditata determinazione guidata dal solo intento di garantire al meglio l’autorevolezza e l’imparzialita’ della funzione giudiziaria, che e’ risultata compromessa”. Si sottolinea che ”la fondatezza dei motivi per proporre il ricorso in appello contro la sentenza del Tar giustifica in particolar modo la richiesta di sospensione dell’esecutivita’ della sentenza di primo grado, visto che l’eventuale esecuzione della stessa riproporrebbe gravi difficolta’ per l’amministrazione della giustizia nel contesto degli uffici giudiziari di Milano, dove si sono registrati effetti negativi”; e per questo che Palazzo dei Marescialli nella delibera chiede al Consiglio di Stato la sospensione dell’esecuzione della sentenza del Tar» (Adnkronos).
Probabilmente la stessa “Attenta, libera e meditata determinazione” lo scorso 18 novembre 2008 ha ispirato il voto degli eurodeputati, che hanno respinto la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare a Massimo D’Alema. L’istanza era stata presentata il 20 luglio 2007 alla Camera dei Deputati dalla Forleo in qualità di GIP di Milano, al fine di poter utilizzare le intercettazioni quale materiale di prova, nell’ambito del procedimento penale relativo alla tentata acquisizione della BNL. la Camera aveva però rinviato a Strasburgo la richiesta relativa a D’Alema visto che all’epoca l’esponente degli allora Ds era europarlamentare. A favore del mantenimento dell’immunità del politico italiano il parlamento europeo si è così espresso: 543 voti a favore, 43 contro e 90 astensioni.
Per il momento a pagare è solo la Forleo, per i furbetti e la lobby trasversale alla politica italiana si può aspettare.
9 commenti presenti
Massimo D’Alema
va in cul alla balena
e c’è chi prova pena
per fare scena.
Da Clemente a Clementina
si registra ogni mattina
nella Repubblichina
un rumore di latrina.
Perdirindina!
Scritto da Giovanni il 29 Mag 2009
Perdindirindina!
Che dotta,
la rima
che lotta.
Scritto da Giovanni il 29 Mag 2009
ao sei meio de Bondi O_O
Scritto da Tyler il 29 Mag 2009
Ma Di Pietro che dice?
Scritto da asdrubale il 29 Mag 2009
Di Pietro tace, visto che è stato “immunizzato” pure lui.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 29 Mag 2009
Sapete forse il nome dell’amante di Di Pietro, che causò la separazione con la moglie bergamasca avvocato e figlia di avvocato amico di Tremaglia?
Scritto da Giovanni il 29 Mag 2009
“Che avrebbe causato”, così si rispetta il dubbio.
Scritto da Giovanni il 29 Mag 2009
Vi invito a leggere questo articolo:
“FORLEO E DIGERONIMO, STORIA DI DUE GIUDICI ISOLATE E NEL MIRINO DEL “POTERE DEMOCRATICO”
Il gip di Milano Clementina Forleo e il sostituto procuratore di Bari Desirèe Digeronimo, giudici che hanno trattato (senza fare sconti) procedimenti penali sui potenti della sinistra D’Alema e Vendola, sono state attaccate dalla politica, isolate dalla magistratura associata e censurate dai media.
http://stefanosantachiara2.wordpress.com/2013/09/05/forleo-e-digeronimo-storia-di-due-giudici-isolate-e-nel-mirino-del-potere-democratico/
Scritto da Cristina il 13 Set 2013
Grazie per la segnalazione. Oltre a leggere l’articolo lo pubblicherò integralmente su questo blog, merita la massima diffusione
Scritto da Sergio Fornasini il 15 Set 2013