COMMISSIONE MASSIMO SCOPERTO: NULLE ANCHE LE CLAUSOLE SOSTITUTIVE
20 Ottobre 2009di Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com
Per DEFERRARI
Nonostante la spaventosa crisi che è stata provocata dal sistema finanziario, c’è chi crede di poter continuare imperterrito come prima. Ci riferiamo in particolare alla famigerata e mai troppo criticata “commissione di massimo scoperto”, quel balzello anomalo grazie al quale le banche per decenni hanno rimpinguato le proprie casse senza nulla offrire in cambio alla propria clientela.
Applicare uno 0,25% uno 0,50% in più può sembrare poco, ma siccome l’addebito è trimestrale si trasforma in un onere effettivo annuo ben superiore (e cioè da un minimo dell’1% ad un massimo del 2%). Onere che va ad aggiungersi ai già pesanti interessi passivi pagati da imprese e privati a fronte dell’utilizzo dei fidi. Da questa estate la commissione è stata abolita e l’addebito è nullo. Ma come avviene fin troppo spesso in Italia, fatta la legge trovato l’inganno. Alcune banche hanno pensato bene di sostituire il massimo scoperto con un altro onere chiamandolo in un altro modo sperando di aggirare la legge. Il Presidente degli industriali di Treviso qualche settimana fa ha segnalato che i nuovi oneri a carico delle imprese si sono addirittura quintuplicati!
Consiglio per i lettori: se la vostra banca vi ha scritto una lettera mielosa con la quale vi ha detto (scrivendolo bello grande) che ha abolito la commissione di massimo scoperto, non dite grazie perché non siete autorizzati a dormire sonni tranquilli. Probabilmente più in piccolo (o con un’altra lettera) vi dirà che da luglio vi applica altre spese (una “commissione per messa a disposizione di fondi” oppure una “commissione per erogazione fidi” o altre belle definizioni) ma ricordatevi che la legge prevede chiaramente che “le nuove clausole applicate dagli istituti di credito devono ritenersi nulle quando, nonostante il diverso nome formale, abbiamo la stessa funzione della commissione di massimo scoperto”
Quindi chiarite bene con la banca cosa pagate e a che titolo, parlatene con un esperto in modo da valutare se è il caso di reclamare immediatamente per farvi rimborsare quanto indebitamente pagato.