Comunque stupri
25 Febbraio 2009di Filippo Facci per ilgiornale.it
Ho cominciato a fare il giornalista occupandomi di storie di malagiustizia, e ho visto e scritto di tutto. Riecheggiava il caso Tortora e quindi se ne parlava, ma poi ci fu Mani pulite e le mie storie non trovarono più spazio: non se riguardavano colletti bianchi (ovvio) e non se riguardavano anche gente comune. Mi dicevano, ogni volta, che quelle storie non giovavano all’azione benefica della magistratura. Col tempo le mie storie tornarono politicamente utili e ne raccolsi e scrissi non so quante: addirittura divennero un libro, un programma tv, una rubrica su questo giornale; colletti bianchi e poveracci condividevano gli stessi terrificanti errori. Ora forse l’aria sta cambiando ancora, e voglio dire solo questo: attenzione. Perché uno stupratore non è chi è accusato di stupro: è chi è condannato per stupro.
Uno stupratore, certo, è anche chi è arrestato in flagranza di stupro, chi è reo confesso di stupro, chi sia gravato da incontestabili prove di colpevolezza per stupro: ma non è chi, solamente, è accusato di stupro. Sembra ovvio, ma nella tragedia della giustizia c’è anche questo: che gli errori giudiziari non sono calati. I racconti delle violentate sono terribili, vanno amplificati, ma anche quelli degli accusati di stupro rivelatisi innocenti, spesso strappati alle loro esistenze e ai loro affetti per sempre. Oggi parliamo delle prime. Cambierà l’aria e riverrà il turno dei secondi. Noi idioti, nel mezzo.
11 commenti presenti
gli errori giudizari avvengono di più quando la massa è inferocita e chiede vendetta. Il problema che a chiedere questo, ora, è la maggioranza degli italiani, maggioranza a cui il Giornale fa da cassa di risonanza, se non addirittura da stimolo degli istinti più bassi…
Scritto da pellescura il 25 Feb 2009
Questo scritto mi ricorda un passaggio del bel intervento di Travaglio all’ultimo Passaparola (una delle migliori puntate).
http://www.youtube.com/watch?v=k1PcBT7tZfY
Insomma, Facci e Travaglio, ogni tanto, si trovano d’accordo.
Il Governo, approposito di stupri, continua con la linea della superficialità, della propaganda: agisce sull’effetto e non sulla causa, sulla punizione (nemmeno poi tanto bene) e non sulla prevenzione.
Il Decreto antistupri è ridicolo, inutile ed incoerente.
Credo che la verità si avvicini a questo concetto: fino a che non pretenderemo dalla Classe Dirigente una condotta onesta e trasparente, realmente rivolta al bisogno del cittadino, nulla potrà cambiare. Fino a che la Classe Dirigente avrà l’interesse che la giustizia non funzioni per sè e per i propri cari, non potrà funzionare a nessun livello. Dallo stupratore, italiano o straniero che sia, al Pusher, fino al Corrotto o al Furbone del Quartierone.
Ma come possiamo pretendere efficaci riforme della giustizia da persone che per prime ne pagherebbero le conseguenze, che per prime negli anni hanno fatto di tutto per aggirare, derogare, dilatare, burocratizzare, depotenziare l’intero sistema legislativo?
Travaglio nel suo intervento dice una cosa che ritengo saggia: è la Nazione a scegliersi (a grandi linee naturalmente) il tipo di immigrazione da “sopportare”. I criminali andranno dove le maniche sono più larghe, gli onesti andranno dove l’integrazione è più semplice, rapida, dove ci sono condizioni di lavoro migliori.
Insomma, pretendere una Leadership pulita è il primo passo per ridurre la criminalità, che sia di strada o palazzo.
Purtroppo questo è un cane che si morde la coda, perchè questa consapevolezza può giungere solo in seguito alla conoscenza dei propri diritti, dei fondamenti costituzionali, dei tasselli irrinunciabili per ogni democrazia che si rispetti. E’ quindi la promozione della cultura, il finanziamento della ricerca, l’ottimizzazione dell’insegnamento a far sì che il cittadino pretenda legalità, ad ogni livello.
Ma torniamo al punto di partenza, che interesse può avere un Silvio Berlusconi a renderci meno GrandeFratellizzati, e più Consapevoli?
Wil
Scritto da Wil Nonleggerlo il 25 Feb 2009
Ogni volta che sento pronunciare la parola che infatti non pronuncio o, come in questo caso leggerla, mi assale un istantaneo sentimento repulsivo.
Ogni volta che Facci parla di questo argomento non riesco, al di là della notizia e del pensiero personale con il quale eventualmente la infarcisce, a chiarirmi quale sia la sua reazione, diciamo di uomo, non la sua posizione.
Non mi si dica che il giornalista deve restare neutrale perché non è certo questo il caso.
Se in 14 righe di testo (almeno in questa impaginazione) la parola compare ben 7 volte concentrata in 6 righe (ed ogni volta è una scossa) + le 2 volte in cui viene menzionato anche colui che commette il fatto, ho tra l’altro anche l’impressione che si finisca quasi per far passare questa parola per un termine usuale e familiare mentre vorrei sottolineare che questa parola fa schifo. Sia in senso fonetico che ovviamente semantico.
Pregherei Facci, qualora non volesse esprimere opinioni sulla bestialità dell’atto forse perché non lo ritiene tale (anticipo le scuse in caso contrario), di evitare, non gli mancano certo le capacità linguistiche per farlo, di musicare questo termine come fosse un gioioso ritornello. Da un giornalista oltretutto appassionato ed esperto di musica note più armoniose, please!
Scritto da Nicoletta Salata il 25 Feb 2009
Non vedo cosa ci sia di strano a pronunciare o scrivere la parola stupro.
E’ una parola cruda che nessuna attenuante concede a chi si macchia di un crimine così ripugnante.
Con questo volevo solo dire a Filippo Facci, l’autore dell’articolo, che per la seconda volta in due giorni sono d’accordo con lui.
Nessuna attenuante nè sconto ad uno stupratore, ma quanto questi viene dichiarato colpevole di ciò che è accusato aver commesso. La presunzione di innocenza e il diritto alla giusta durate dei processi sono due concetti che dovrebbero essere messi al centro della riforma della giustizia invece di attuare misure palliative che non servono alla sicurezza delle cittadine.
Scritto da Tania il 25 Feb 2009
italia e stato italiano : gli stupratori non vengono trattati dalla legge come dovrebbero essere trattati e a chi da fuoco alle persone vengonono dati arresti domiciliari e appoggio ai centri di assistenza. invece per chi alza il gomito a piu di 1.5 viene distrutto e privato della propieta’ dell’auto con multe superiori ai 2500 euro e da 6 mesi a 2 anni di sopensione patente sia in primo reato e sia che nn sia stato leso nessun terzo . la modifica sulla legge 186 e’ uno schifo e porta alla distruzione completa gli individui senza alcun appello e senza alcuna distinzione.valutate che alcuni nn hanno ancora finito di pagare l’automobile valutate che altre persone hanno solo un’auto a nucleo famigliare . legge placebo e ingiusta solo x rimpinguare le casse dello stato e non risolvere alcun problema. se siete contro anche voi a tutto questo schifo firmate
PETIZIONE ON LINE NO ALLA CONFISCA DELL’AUTO
http://firmiamo.it/sign/list/noallaconfiscadellauto
GRAZIE a chi firmera’ e a chi diffondera’ l’informazione ANDREA
Scritto da ANDREA il 25 Feb 2009
Lo stupro è una cosa abominevole, quando leggo notizie al riguardo come uomo mi vergogno di avere il pisello.
Diamo spazio comunque a reati minori trattati con discutibile durezza, considerato anche che comportamenti comunque a rischio praticati abitualmente dall’automobilista italiano non vengono prevenuti e contrastati adeguatamente. Traduzione: insomma fate un po’ il cazzo che vi pare in strada ed autostrada tanto non vi controlla nessuno. E pubblichiamo il commento di Andrea anche se non c’entra nulla con l’argomento del post
Scritto da Sergio Fornasini il 26 Feb 2009
@ Tania
Più che “cruda”, la parola è bruciante, di “strano” poi non c’è nulla, ma non si può non riconoscerne, secondo una considerazione puramente linguistica, anche la sgradevole pronuncia. Ho semplicemente colto da un lato la ridondanza, che se era necessaria per rimarcare un concetto ne ha però amplificato il disgusto, dall’altro la laconicità(rilevata anche altrove tra le righe di F.F.) sull’argomento in sé. Il trafiletto mi ha indotta a chiedermi cosa pensa Facci dello STUPRO, ripeto dello STUPRO e di chi lo commette, lo STUPRATORE; pensiero esprimibile anche senza necessariamente tirare in ballo gli attributi come ha…stoicamente fatto Sergio dichiarando il suo ribrezzo.
A volte basta infatti una sfumatura per lasciare intendere un’ opinione o il suo contrario.
Se si è capito bene altrimenti…passo.
Scritto da Nicoletta Salata il 26 Feb 2009
Nicoletta.
Mi permetta una battuta sull’argomento.
L’indignato per professione è quanto di più semplice si possa fare in questo povero Paese.
Vende bene e mette al riparo da qualsiasi critica.
Andare oltre e considerare quello che dice la nostra Costituzione e il nostro codice penale è diventata impresa ardua e, paradossalmente, controcorrente.
Facci, in fin dei conti, non chiede nulla di strano per uno Stato civile e democratico, cioè la presunzione di innocenza per l’imputato, il diritto ad un processo giusto e il rifiuto della giustizia fai da te, del linciaggio fisico, morale e mediatico.
Capisco che faccia più schifo l’autore di uno stupro rispetto a chi ruba un’automobile, ma entrambi vanno tutelati fino a sentenza definitiva.
Lei, Nicoletta, donna del nordest, avrà letto sicuramente la storia del povero Zornitta, accusato di essere Unabomber, e delle conseguenze lavorative, sociali ed affettive che si è trovato a fronteggiare. A ben vedere, ciò che è più inquietante, è proprio il motivo per il quale una situazione simile gli è caduta addosso.
Il rifiuto di qualsiasi atto violento non consenziente, in conclusione, è proprio di ogni essere civile (mi stupisco del fatto che ancora nessuno abbia parlato della chiusura dei manicomi e delle case di tolleranza come una delle cause di determinati episodi di violenza, ma forse non è abbastanza politically correct) e non c’è bisogno di ribadirlo ad ogni riga, specialmente se si sta parlando d’altro.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 26 Feb 2009
Scusami Nicoletta ma non capisco perchè mi parli della parola stupro dal punto di vista linguistico.
Io non ho visto in quanto ha scritto Facci nulla che facesse pensare ad una certa ficiloneria con cui trattare l’argomento.
Si parlava di una legge sullo stupro che riguardava chi lo commette: cioè lo stupratore. E non vedo la necessità di usare dei sinonimi che possano addolcire la cosa. Rimango convinta che l’ambiguità anche linguistica in questi casi faciliti l’aggressore e non la vittima e che sia molto importante chiamare le cose con il loro nome.
Però rimango convinta che la pena inflessibile e più lunga possibile debba colpire un colpevole di stupro non un presunto colpevole, anche se ha confessato e che una legge giusta per impedire questo genere di reati sia quella che rende certa e pesante la pena e renda il processo più breve perchè arrivi la condanna.
Perchè se i processi durano 10 anni che fai? Tieni un possibile innocente in galera per tutto questo tempo? E se poi ti sbagli ed era innocente? Lo scarceri con una pacca sulle spalle e tante scuse?
Scritto da Tania il 27 Feb 2009
Dean Keaton
Leggendo, osservando, ascoltando si possono avere reazioni multiple e variegate. Oltre ad acquisire un dato o un pensiero si possono cogliere anche altri aspetti, forse meno evidenti e apparentemente scollegati, ma indicatori di ulteriori elementi.
E non c’è ragione per cui limitarsi all’azione del recepire mortificando il sentire.
Del trafiletto di Facci non ho messo in discussione la validità del concetto, mi sembra del resto che sia universalmente condivisibile il fatto che una sentenza di colpevolezza di un qualsiasi reato debba generarsi da prove certe. Non entro nel merito della questione perché non ho dimestichezza con le procedure, i tribunali ecc…ma va detto che viceversa ci sono anche tanti colpevoli in libertà sia perché l’hanno scampata totalmente sia perché possono godere di vari benefici. E anche questo fa parte della “tragedia della giustizia” e anche questi sono “errori giudiziari” inaccettabili, specialmente per le vittime e il loro familiari che (come il da Lei giustamente citato Zornitta) subiscono “conseguenze sociali, affettive” ed aggiungerei psicologiche.
Successivamente alla condivisione del concetto la mia attenzione è caduta però sulla forma e su un aspetto che per quanto Lei non avverta o possa ritenere immaginario o che non c’entri nulla ha per me consistenza.
L’indignazione di cui Lei parla, e che condivido essere talvolta luogo comune e garanzia di applauso, resta comunque un sentimento pertinente la cui intensità varia a seconda di quanto la si voglia più o meno esprimere e la cui entità dipende dalle proprie idee e concezioni.
Quella “sfumatura” di cui ho già scritto nel precedente commento, che del resto mi pare di avere rilevato anche in altre riflessioni (le sole che ho letto) di Facci sullo stesso argomento, l’ho colta, forse amplificandola, in una certa direzione.
Pertanto, se mi permette, sia come “donna del nord est” che di “sud ovest” un po’ mi si girano!
@ Tania
In teoria, dato un tema esiste la divagazione ed io ne ho fatto istintivamente pratica assecondando l’ispirazione suscitata dalle specifiche parole. Oppure da un altro punto di vista si può dire che, ahimè, sono andata ingenuamente fuori tema, ma nulla impedisce di commentare a 360° gradi o comunque da un’altra prospettiva. Il concetto di Facci chiaramente lo condivido. Anche se si tratta di aver rubato la marmellata. E’ che oltre all’intelletto penso sia sempre apprezzabile anche la sensibilità. Che non significa usare sinonimi o eufemismi ma, specie per chi di mestiere usa le parole e ne ha le capacità, non solo dosarle ma usarle per trasmettere oltre alla conoscenza oggettiva dei fatti anche un pensiero umanamente solidale e condivisibile, quale lo sdegno per certi episodi magari corredato da analisi e possibili risoluzioni. Sempre che sia lo sdegno il sentimento che si prova!
Chiaramente lì si stava parlando d’altro ma in quel poco che ho letto di Facci sull’argomento non ho colto mai questa intenzione. Magari invece ha scritto un feuilleton in cui si schiera a favore delle vittime e sottolinea che molti colpevoli se ne stanno a spasso, ma mea culpa non l’ho letto!
Grazie Tania se vorrai segnalarmi qualche articolo in cui io possa verificare di aver frainteso …ciò che, impulsivamente e forse sbagliando, ho inteso.
Scritto da Nicoletta Salata il 1 Mar 2009