CONTROLLI SUL MERCATO: INUTILI ED INEFFICACI?
2 Luglio 2017di Gianluigi De Marchi
“Quis custodiet ipsos custodes?”
E’ una delle frasi latine più note e citate, tratta dalla VI Satira di Giovenale, che letteralmente significa: «Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?».
Duemila anni dopo, la domanda è ancora di grande attualità nel mondo finanziario, e ben lo sanno i milioni di risparmiatori che nel corso degli anni sono stati spennati e depredati dei loro sudati risparmi anche a causa dei controlli inefficaci di enti ed istituzioni che dovrebbero sorvegliare il mercato e tutelare gli investitori.
Grandi truffe sono state realizzate in tutti i paesi; negli USA ricordiamo Charles Ponzi (italiano, inventore dello “schema Ponzi” che paga altissimi interessi ai creduloni utilizzando i soldi di chi investe dopo…) che mise sul lastrico 40.000 persone, Tom Petters (che provocò un “buco” di 4 miliardi di dollari), e soprattutto Bernard Madoff (truffa da 50 miliardi dollari!). L’Italia può “vantarsi” di Giuffré, il “banchiere di Dio”, che oltre a rovinare migliaia di risparmiatori prosciugò le casse di parrocchie e conventi in tutto il nord Italia.
Ricordiamo che in Italia il risparmio è un bene protetto dalla Costituzione, che all’articolo 47 recita: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”.
Eppure, nonostante questa solenne dichiarazione, i casi di truffe sono innumerevoli; e non sono solo i truffatori privati fantasiosi a creare perdite, ma anche istituzioni e società apparentemente serie praticano l’arte della truffa.
Qualche nome?
Nell’ultimo quindicennio, ricordiamo:
Gruppo Cirio: 35.000 risparmiatori truffati, perdita 2 miliardi di euro
Parmalat: 150.000 risparmiatori truffati, perdita 7 miliardi di euro
Argentina: 450.000 risparmiatori truffati, perdita 85 miliardi di dollari
4 banche italiane in “risoluzione”: 140 mila risparmiatori truffati, perdita 430 milioni di euro
Banca Popolare di Vicenza e Veneto banca: ???
Dov’erano i controllori? In che attività si trastullavano, mentre le truffe nascevano, crescevano e travolgevano i risparmiatori? I fallimenti sono stati un fulmine a ciel sereno?
Prendiamo il caso emblematico delle quattro banche chiuse a fine 2015.
Tutte e quattro erano commissariate: la Banca d’Italia aveva destituito i loro amministratori mettendo al loro posto commissari straordinari. La Cassa di risparmio di Ferrara lo era dal maggio 2013, la Banca delle Marche dall’ottobre 2013, la Cassa di risparmio di Chieti dal settembre 2014, la Banca popolare dell’Etruria dal febbraio del 2015. Il valore delle obbligazioni scendeva a mano a mano che venivano alla luce le malefatte degli amministratori revocati. La più grossa emissione di Banca Marche al momento del decreto governativo aveva perso tre quarti del valore nominale, dopo che i magistrati di Ancona avevano definito «gruppo criminale» gli ex amministratori…
L’impressione generale è che gli amministratori delle banche fallite abbiano avuto la possibilità di agire male per anni e anni.
Sia la Consob che la Banca d’Italia segnalano di aver fatto la loro parte, di aver svolto scrupolosamente il loro dovere, ma la somma di questi doveri scrupolosamente svolti dalla Consob e dalla Banca d’Italia non ha prodotto alcun beneficio per i risparmiatori.
Ricordiamo che La Consob ha, fra i propri compiti, quello di tutelare il pubblico risparmio (insomma, sembra il “braccio armato” della Costituzione). In particolare
- “regolamenta gli obblighi informativi delle società quotate nei mercati regolamentati e le operazioni di appello al pubblico risparmio;
- autorizza i prospetti relativi ad offerte pubbliche di vendita;
- controlla le informazioni fornite al mercato dai soggetti che fanno appello al pubblico risparmio;
- accerta eventuali andamenti anomali delle contrattazioni su titoli quotati e compie ogni altro atto di verifica di violazioni delle norme in materia di manipolazione del mercato;
La CONSOB può ordinare agli intermediari di porre termine ad irregolarità commesse nella prestazione dei servizi di investimento e vietare loro di intraprendere nuove operazioni quando le violazioni commesse possano pregiudicare interessi generali ovvero sia urgente tutelare interessi degli investitori”
Tratto dalla brochure “La CONSOB” a cura della Divisione Tutela del Consumatore Ufficio Relazioni con il Pubblico.
Non pare proprio che tali compiti siano stati svolti con efficacia…
Per quanto riguarda la Banca d’Italia, ha il compito principale di vigilare sul sistema bancario per assicurarne il buon funzionamento nell’interesse della collettività. Ebbene, si pensi che il governatore Visco aveva suggerito di riservare la vendita di obbligazioni subordinate (quelle che si sono evaporate nelle mani dei risparmiatori, cui erano state consigliate dagli “esperti” degli uffici titoli delle banche stesse!) solo agli investitori professionali. Ma nessuno dei suoi uffici ha bloccato i collocamenti!
Aveva ragione Giovenale a chiedersi: “Quis custodiet ipsos custodes?”…