De Magistris: siamo in piena P2
10 Marzo 2009Luigi De Magistris intervistato da Klaus Davi per Klauscondicio dichiara che «per il 60% – 70% il piano di Rinascita democratica è stato già applicato, anzi lo stanno migliorando nella loro ottica, lo stanno rendendo contemporaneo».
17 commenti presenti
“Mentre un anno fa avevo messo da parte opzioni diverse dalla Magistratura, adesso non escludo di fare l’imprenditore agricolo o l’avvocato, l’intellettuale o lo scrittore o il politico”.
L. De Magistris
“Quelli che hanno paura di Gioacchino Genchi sono quelli che hanno la coscienza sporca, e quelli che hanno la coscienza sporca sono quelli che mi hanno attaccato. E con questo attacco hanno dimostrato di valere i sospetti che io avevo su di loro. Anzi, più di quelli di cui io stesso mi ero accorto, perché devo essere sincero, probabilmente io avevo sottovalutato il ruolo di Rutelli nell’inchiesta Why not”.
“Questa è l’occasione perché ci sia una resa dei conti in Italia. A cominciare dalle stragi di via D’Amelio alla strage di Capaci. Perché queste collusioni fra apparati dello Stato servizi segreti, gente del malaffare e gente della politica, è bene che gli italiani comincino a sapere cosa è stata”.
G. Genchi
“La questione Genchi, a mio avviso, è sostanzialmente una grande bufala”.
“Il dottor Genchi non conosce nei dettagli le indagini, quindi mi assumo io l’intera responsabilità sotto il profilo delle investigazioni, delle intuizioni e degli obiettivi che mi ero prefissato”.
L. De Magistris
“Genchi ha utilizzato software come Access e Excel, software che sa usare anche mio nipote, per vedere quali utenze chiamavano le altre e con che frequenza”.
A. Di Pietro
“Non sono il nuovo Di Pietro”.
L. De Magistris
“La tecnica di indagine sviluppata dal consulente Gioacchino Genchi, cui il pm di Catanzaro ha delegato lo svolgimento degli accertamenti, ha portato ad acquisire un numero impressionante di dati; secondo un’informazione riferita al Comitato dal ROS dei carabinieri, si tratterebbe di una cifra oscillante tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico”.
“Una ‘banca-dati’ nella disponibilita’ di tre distinti uffici giudiziari, le procure di Catanzaro, di Salerno e di Roma, e del consulente Gioacchino Genchi, che non ha distrutto i dati in suo possesso”
F. Rutelli, presidente del Copasir
“Mi autocensuro il commento, perchè qui tira una brutta aria”.
D. Keaton
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 10 Mar 2009
Caro Dean, mi auguro che la sua autocensura sia dovuta a fattori esterni a questo blog. Qui siamo liberi e rilassati, per fortuna
Scritto da Sergio Fornasini il 11 Mar 2009
Se guardiamo l’individuo-magistrato alla luce della psicologia, dobbiamo ipotizzare che egli sia afflitto da “sospettosità patologica”.
Credetemi: è più pericoloso per la democrazia un Genchi (anche questo da studiare sotto il profilo della antropologia criminale)che un Gelli. De Magistris, stia buono: se ammettiamo che il Piano di rinascita democratica, già propagandato da Maurizio Costanzo (se non ci fosse stata la sua intervista nel Corriere della Sera, pochi avrebbero saputo di siffatto Piano), è stato al 60-70% realizzato, questo è avvenuto alla luce del sole, con libere elezioni. In quel 40-30% ancora non realizzato, dovrebbe esserci un capitolo per la stupidità e per la vanagloria umana. Senza offesa: l’ectipo di un magistrato.
Scritto da Fabrizio Spinella il 11 Mar 2009
Debbo supporre che i carabinieri del ros facciano parte del complotto. Tutti contro De Magistris e Genchi: perbacco, l’elenco degli eroi si allunga ogni giorno. Vedremo se anche per loro una poltrona in quota idv non si troverà.
Ancora nessuno mi ha spiegato come mai Genchi e soprattutto i magistrati che hanno indagato sulle stragi ricordate, che evidentemente dovevano essere a conoscenza delle scoperte del loro consulente, non aprirono procedimenti giudiziari, anzi, mi risulta che la pm Ilda Boccassini, che indagò sulla strage di via D’Amelio, chiese esplicitamente che Genchi venisse esautorato dall’incarico, perché non le piaceva il suo modo di indagare.
Oddio, adesso mi viene il dubbio che pure Ilda la rossa non sia una sorella massona piduista.
Scritto da asdrubale il 11 Mar 2009
Aggiungo solo questo link ad un articolo de La Stampa (secondo me il miglior quotidiano italiano del momento)per sottolineare, qualora proprio ce ne fosse bisogno, che i Servizi Segreti, se si chiamano “segreti” qualche ragione ci dovrà pur essere.
Scritto da asdrubale il 11 Mar 2009
D’Avanzo, in un editoriale del 26 Gennaio 2009, in mezzo alle solite elucubrazioni antiberlusconiane, raccontava:
“Nel 1993, Ilda Boccassini, quando indagava sulla strage di Capaci, non gradì che quel tecnico del pool investigativo si attardasse intorno ai contatti telefonici privati di Giovanni Falcone, che nulla avevano a che fare con l’ inchiesta. E quando nel febbraio di quell’ anno se lo trovò davanti che proponeva di «trattare» le carte di credito del magistrato ucciso, se ne liberò senza stare troppo a pensarci su. «O me o lui», disse. «Il fatto è – racconta ancora un altro pubblico ministero – che Genchi arriva da te con un elenco di numeri di telefono che sono entrati in contatto con il cellulare o il telefono fisso del suo indagato. Ti chiede una delega per verificarli. E tu che diavolo ne puoi sapere se tra quei centinaia di numeri ce n’ è uno che non ha nulla a che fare con il tuo “caso” e molto con le curiosità di Genchi? Questo è il motivo per cui preferisco non lavorare con lui, che è certamente il solo in Italia a sapere fare quelle analisi dei dati».
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/26/tutti-tabulati-del-vicequestore-ultima-arma.html
Già. Il solo in Italia a sapere fare quelle analisi è Gioacchino Genchi.
Lui e il nipote di Di Pietro.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 11 Mar 2009
Asdrubale ha indubbiamente doti di preveggenza.
Ecco Genchi sui Ros (e non solo):
GENCHI: “MACCHE’ MILIONI DI UTENZE TRACCIATE, ERANO 700”
“Ma quali milioni di utenze tracciate, erano poco piu’ di settecento e riconducibili a poche decine di persone”. Lo afferma Gioacchino Genchi, consulente dell’ex pm Luigi De Magistris nell’inchiesta Why not, in un’intervista sul settimanale ‘Left’, in edicola domani. Genchi si difende dalle accuse lanciate da Rutelli dicendo: “mai fatta un’intercettazione in vita mia. Anzi no, una l’ho fatta, quando mi sono ritrovato ad ascoltare per errore una conversazione fra mia moglie e sua madre”. Sul perche’ oggi il Ros – con cui collabora e ha collaborato da anni – indaga su di lui, aggiunge: “si sono voluti pulire i coltelli perche’ e’ dal 1989 che mi imbatto in porcherie fatte dal Ros. Mi hanno voluto colpire per quello che rappresento e ho rappresentato, e per il ruolo che ho avuto all’interno della polizia di stato. Tutti i soggetti a cui sono stati trovati paramenti massonici – continua Genchi – sono stati sempre prosciolti. De Magistris, e nel mio piccolo forse anche io, ha avuto il primato di individuare delle logge, delle consorterie massoniche che poi possono chiamarsi Compagnia delle opere o Opus dei”. L’ex consulente conclude l’intervista parlando degli effetti della sua partecipazione alla trasmissione televisiva Matrix: “sara’ un caso – dice – ma dopo la mia partecipazione a Matrix, Mentana e’ stato costretto a dimettersi e nella prima puntata dello stesso programma con un nuovo conduttore a essere intervistato per primo e’ stato proprio Mori”.
http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/GENCHI-quotMACCHE-MILIONI-DI-UTENZE-TRACCIATE-ERANO-700quot/news-dettaglio/3593880
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 12 Mar 2009
Asdrubale, manca il link, mi piacerebbe leggere l’articolo de La Stampa a cui fai riferimento.
Scritto da bart_simpson il 13 Mar 2009
Scusate, credevo di avere postato il link. L’articolo era sulla sentenza della corte costituzionale sul segreto di Stato in merito al caso Abu Omar. Purtroppo non riesco a ritrovarlo, forse è già in archivio, ma potrà essere consultato solo tra una settimana.
http://www.libero-news.it/adnkronos/view/77147
La sentenza è stata peraltro interpretata in vario modo, perché da noi, si sa, alla fine hanno sempre ragione tutti.
Scritto da asdrubale il 13 Mar 2009
Gioacchino Genchi è su facebook insieme a una ventina di gruppi che lo sostengono e nessuno che lo avversa.
Gioacchino Genchi Intanto vi rinvio a questa intervista, anche se rilasciata prima delle ultime pantomime di Rutelli al Senato: http://www.orsatti.info/2009/03/11/parla-genchi/
Iside V alle 17.05 del 11 marzo
Rutelli ha detto che lei Genchi ha indagato per anni anche sui servizi segreti e poi ha conservato i tabulati e i dati sensibili. Io spero che l’abbia fatto sul serio e che un giorno si sappia cosa bolliva in pentola. De Magistris parla di una nuova P2.
Gioacchino Genchi alle 17.13 del 11 marzo
Iside credimi, al confronto con quello che è emerso a Catanzaro, la P2 di Licio Gelli sembra una Onulus…
Scritto da bart_simpson il 13 Mar 2009
Mi farebbe un favore Bart?
Se il dottor Genchi rientra tra i suoi contatti in Facebook, io non mi spingo a tanto, gli chieda se sia vero che JFK è stato assassinato dall’uomo che fuma.
Credo che lui lo sappia.
Grazie.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 14 Mar 2009
che cavolo è una onulus?
Una Organizzazione non lucrativa con sede ad onolulu?
Scritto da tequilero il 14 Mar 2009
Benny Calasanzio sostiene che Carlo Vulpio potrebbe candidarsi alle europee con l’idv e che potrebbero arrivare adesioni ancora più straordinarie.
Scritto da bart_simpson il 15 Mar 2009
E nell’idv è arrivato pure il filosofo orgogliosamente comunista Gianni Vattimo.
Che strano.
Scritto da bart_simpson il 30 Mar 2009
Com’è noto, alla fine dello scorso gennaio Camilleri propose a Di Pietro, dalle pagine di Micromega, “una alleanza tra persone che non hanno “le carte macchiate” e cioè che siano oneste, con la fedina penale pulita, che non abbiano mai fatto politica e si decidano a farla in questa situazione d’emergenza”.
Di Pietro rispose promettendo una quota fino al 70/75% da destinare allo scopo e si disse disposto a valutare anche la modifica del simbolo.
Quindi Camilleri, spalleggiato da Flores d’Arcais, si spinse oltre dalle pagine di El Pais: “La lista che noi immaginiamo dovrebbe perciò vedere, accanto a personalità della società civile italiana in lotta contro Berlusconi, molti candidati spagnoli, francesi, tedeschi, polacchi… Perché il berlusconismo non è un fenomeno degenerativo solamente italiano, rischia anzi di contagiare l’Europa, ed è l’intera democrazia europea che dovrebbe preoccuparsene seriamente”.
E ancora: “Il fatto che persone indipendenti, senza partito, si costituiscono alla fine in un partito, è una contraddizione che si supera facilmente trovando un nome diverso… «gli indipendenti», tanto per fare un esempio. La nostra idea, del resto, non è affatto quella di costituire un partito tradizionale, ma solo una lista per le europee, ed eventualmente poi, se avrà successo, una organizzazione “a geometria variabile””.
Nacque qui, quindi, la famosa idea degli “indipendenti” da candidare alle Europee insieme a Di Pietro. Con un proprio nome ed un proprio simbolo. Sia ben chiaro.
Ma ecco la doccia fredda di metà marzo. L’idea era piaciuta così tanto all’ex pm che aveva deciso di farla propria, ma a modo suo. Ovviamente.
Niente simbolo diverso, nessuna quota, nè nome nuovo. Sono rimasti solo gli “indipendenti” cooptati da Tonino. E, a meno di nuovi sviluppi, trombati Camilleri e d’Arcais che in un comunicato hanno espresso il proprio rammarico: “L’Italia dei valori ha studiato la proposta e, pur ritenendola valida in linea di principio, ha ritenuto che non sia concretamente praticabile, salvo ingenerare confusione nell’elettorato per la concomitanza delle elezioni amministrative, dove tale lista comune non era neanche stata proposta. Peccato.
L’Italia dei valori ha comunque dichiarato la disponibilità e anzi la volontà di aprire largamente le sue liste a candidati indipendenti, espressioni di lotte della società civile. Ci auguriamo di cuore che tale disponibilità raccolga adesioni significative e possa convincere larga parte dell’elettorato democratico incerto”.
Di Pietro, da parte sua, li ha ringraziati: “L’Italia dei Valori conferma loro, e a quanti siano interessati, la disponibilita’ ad aprire le liste per le prossime competizioni elettorali ai migliori rappresentanti dellla societa’ civile”.
In sostanza l’ex pm i candidati “indipendenti” li sceglie lui, a suo insindacabile giudizio, e sempre e comunque sotto il suo simbolo.
Per la verità qualcosa i due hanno intuito.
Flores d’Arcais ha detto che “è evidente la differenza tra le due versioni: Idv con candidati e vera e propria alleanza tra due soggetti. Per molti potenziali elettori la semplice presenza di candidati indipendenti nel-l’Idv non sarà una novità sufficiente”.
Mentre Camilleri ha affermato che “è stata proprio la richiesta del simbolo appaiato a far sorgere dei dubbi in Di Pietro. Egli ha temuto di creare un qualche disorientamento fra i suoi elettori”.
Tutto sommato l’hanno presa bene. La loro idea è stata accolta da Tonino, anche se non proprio come l’avevano intesa in principio.
E sebbene gli “indipendenti” ora si chiamino De Magistris, Vulpio, Alfano e Vattimo.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 30 Mar 2009
Alle europee del 2004 Di Pietro si presentò alleato con Occhetto; i due portarono in parlamento quel fascistone di Giulietto Chiesa.
Ma come è nata la leggenda che Di Pietro è di destra?
Scritto da bart_simpson il 30 Mar 2009
Che Di Pietro sia stato sempre un convinto democristiano è lui stesso a non farne mistero. Un democristiano come s’intendeva nelle campagne molisane e abruzzesi e cioè tutti nipotini di zio Remo Gaspari.
Credo che oggi sia semplicemente un dipietrista.
Scritto da asdrubale il 30 Mar 2009