Decreto sicurezza : giovani avvocati , no a riduzione garanzie
2 Marzo 2009di osservatoriosullalegalita.org
Dopo le critiche al decreto sicurezza giunte dai penalisti, anche i giovani avvocati fanno sentire il proprio dissenso per un decreto che – denunciano – riduce le garanzie.
La Giunta dell’Associazione Nazionale Giovani Avvocati, riunita in Roma il 28 febbraio, ha infatti osservato che i provvedimenti adottati recentemente dal Governo, in nome della diffusa necessità di incrementare il livello di sicurezza dei cittadini e a garanzia di una giustizia più efficiente, “rischiano di privilegiare esigenze di ‘efficienza repressiva’, incidendo significativamente sui diritti delle persone e sulle garanzie difensive”.
Secondo i giovani avvocati, “il necessario bilanciamento degli interessi non può compromettere i diritti del cittadino ed in particolare il diritto di difesa che, in quanto inviolabile ed insopprimibile, deve resistere inalterato dinanzi all’onda delle emozioni, alle manifestazioni delle ‘piazze’ ed ai principi di una politica dell’emergenza. La durata del processo penale, inoltre, non può essere misurata con il metodo del doppio binario, che prevede regole e tempi diversi in considerazione del maggior allarme sociale del reato contestato e non della complessità dell’accertamento richiesto ai fini della ricostruzione del fatto”.
L’AIGA, pertanto, invita le forze politiche ad analizzare il tema della sicurezza dei cittadini attraverso un approccio diverso ed empirico, che persegua l’efficienza della giustizia nel pieno rispetto dei principi del giusto processo e della durata ragionevole. In quest’ottica, assoluta priorità meritano, a giudizio dei giovani avvocati, “l’attenta utilizzazione dei mezzi e delle risorse disponibili, la applicazione della digitalizzazione dell’amministrazione della giustizia, la rivisitazione del sistema delle notifiche, la revisione della disciplina per l’accesso ad incarichi direttivi degli uffici giudiziari ed infine la meditata revisione della geografia delle circoscrizioni giudiziarie”.