DENARO FACILE PER LE BANCHE MA NON PER NOI…
7 Luglio 2013di Gianluigi De Marchi
La politica monetaria mondiale è stata impostata, da alcuni anni, sulla creazione di disponibilità praticamente infinite a disposizione delle banche, con l’obiettivo di sostenerle evitando pericolosi fallimenti (il caso Lehman brucia ancora tra i responsabili delle banche centrali). La cosiddetta “liquidità facile” aveva anche, come obiettivo secondario (ma non certo meno importante) quello di consentire alle banche ordinarie di sostenere a loro volta il sistema economico produttivo, concedendo finanziamenti indispensabili per superare la crisi.
Purtroppo la prima parte del programma funziona bene, la seconda in vece no perché si è inceppato il meccanismo di distribuzione dei crediti: le banche non vogliono più concederli nel terrore di perdere.
E così, in pratica, i responsabili delle politiche finanziarie mondiali si comportano come Robin Hood, ma alla rovescia: prendono soldi ai poveri (i depositanti “ordinari” che non ricevono più un centesimo d’interesse sui loro depositi e, dall’altra parte, i debitori “ordinari” che pagano tassi elevatissimi quando riescono ad ottenere un prestito…) per darli ai ricchi (le banche, che dispongono quasi gratuitamente di cifre da capogiro che utilizzano per speculare sui mercati finanziari). Certo, qualcuno potrebbe osservare che un beneficio indiretto i risparmiatori lo ottengono perché, ad esempio, i prezzi dei BTP sono cresciuti parecchio negli ultimi mesi proprio grazie a questa politica: ma non è certo il rialzo dei corsi dei titoli di Stato che consente di far girare la ruota della produzione…
Quello che preoccupa è soprattutto il fatto che la marea sterminata di soldi “facili” s’indirizza anche verso forme puramente speculative: lo dimostrano i rialzi dei prezzi delle obbligazioni cosiddette “junk bond” (titoli spazzatura, emessi da società sull’orlo del fallimento) che, pagando tassi elevati, offrono (apparentemente…) buone possibilità di guadagno agli sparvieri della finanza.
Disperato appello per i governati: fermate questa infernale corsa verso il baratro, proibite le operazioni bancarie che non aiutano l’economia ma solo gli avidi manager, spingete le banche a dare soldi a chi produce e non a chi investe in borsa: i giovani si aspettano posti di lavoro, non cedole da staccare…
Un commento presente
Un mio amico mi ha detto che la sua banca gli ha detto che il suo scoperto di conto gli costa il 2,2% all’anno. No ho detto io, sei al 14%. Infatti ti applicano una commissione di affidamento trimestrale dello 0,30% cioè dell’1,2% all’anno e poichè tu utilizzi solo un quarto dell’affidamento, il costo è del 4,8% che si somma al loro 2,2 e fa il 7%. Inoltre sul conto ti fanno pagare spese che risultano di fatto pari agli interessi e quindi di fatto tu paghi loro il 14%. S.E.e O.
Scritto da Riccardo Lucatti il 10 Lug 2013