Di Pietro nelle mani della CIA? Un vecchio sospetto.
17 Gennaio 2010via email da Fabrizio Spinella
Dal libro di Fabio Andriola e Massimo Arcidiacono «L’anno dei complotti», Baldini&Castoldi, Milano 1995: (pagina 83)
«Il giornalista Francesco D. Caridi […] ha scoperto un particolare importante circa il possibile coinvolgimento di ambienti statunitensi nell’attacco a Craxi. In occasione di una festa a Los Angeles in onore dell’allora presidente del Consiglio italiano [proclamato Uomo dell’Anno dalla NIAF], uomini d’affari legati a Frank Stella, il ricchissimo presidente della più autorevole organizzazione di italo-americani, si incontrarono con uomini del Dipartimento di Stato. Uno dei funzionari del governo USA, in quella occasione fu udito dire, in riferimento a Craxi: “Questo lo facciamo fuori presto”. Era il 1987. Quattro anni dopo scoppiava Mani Pulite, un’operazione che evidentemente era iniziata molto prima.»
Nota degli stessi Autori: «Nel febbraio del ’95 è stato reso noto un rapporto della Cia di dieci anni prima in cui gli spioni americani prevedevano già oltre alla svolta democratica del Pci, il dissolvimento della Dc e il ritorno della destra».
12 commenti presenti
macchè
Scritto da victor il 17 Gen 2010
“Questo lo facciamo fuori presto”. Era il 1987. Quattro anni dopo scoppiava Mani Pulite, un’operazione che evidentemente era iniziata molto prima.»
E meno male che ha detto che lo facevano fuori presto.
Pensa se diceva:
“Questo lo facciamo fuori tra un pò”
Oggi stavamo ancora con Craxi, Andreotti e Forlani….
Come prova, poi, questa del sentito dire è veramente schiacciante.
Ad esempio, mio nonno mi ha riferito che il 02 ottobre del 1950 durante una festa tenuta a San Diego, ha sentito dire da un Funzionario di Stato Americano “è confermato, a Montenero di Bisaccia è nato quello lì, preparate la laurea”
“Evidentemente” l’entrata in Magistratura del nostro eroe era stata preparata molto prima….
Scritto da tequilero il 18 Gen 2010
Tequilero, a quanto mi risulta (mi sono informato), nessun “sentito dire”. Alla cerimonia della NIAF era presente una mediatrice d’affari internazionali, italiana ma con ottima conoscenza delle lingue e soprattutto dell’inglese, sorella di un pilota di un aereo privato che fu fatto saltare in volo nella previsione che avesse come passeggero un grosso politico siciliano (che all’ultimo minuto rinunciò), la quale stava accanto a quei funzionari del Dipartimento di Stato.
Per il resto, legga magari il rapporto della CIA (quando la Centrale era una “roba” seria, prima che Carter e poi Clinton la riducessero ad una centralina), e capirà che il suo “presto” ha scansioni temporali diverse dal “presto” di una strategia politica e militare. Pensi che un settimanale anticipò la scissione del Partito comunista, che sarebbe avvenuta dopo l’89, sulla base di un rapporto del Servizio di sicurezza italiano (quando i Servizi erano una “roba” seria, prima che post-dc e post-pci li rendessero “servizietti”). E ci fece una copertina.
Quanto a Di Pietro, forse convengo con alcuni analisti: gli hanno fatto fare il lavoro sporco. Borrelli era troppo raffinato.
Non parlo di complotto, ma di esperta concatenazione: si fissa un obbiettivo, si verificano le situazioni, si muovono le pedine, si utilizzano gli incidenti, si trovano le sponde, … una processione di indizi, caro mio. Ma bisogna che la vittima collabori con i propri errori e sia colpito quando è sfiancato dal diabete che non consente una lucidità e una prontezza di reazione. E’ successo con Craxi, ma anche con altri statisti in altri Paesi.
Scritto da Fabrizio Spinella il 18 Gen 2010
@ fabrizio Spinella
interessante contributo, se corredato da nomi cognomi e coordinate spazio-temporali sarebbe un grande e pirotecnico post da pubblicare. Che ne dice di approfondire?
Scritto da Sergio Fornasini il 18 Gen 2010
Qualche nome e qualche coordinata, per capire quanti misteri serba ancora la storia italiana.
Il 22 febbraio del 1978 un aereo privato Lear Jet, pilotato dal comandante Pierantonio Marchesi, sprofonda nel Tirreno. L’aereo è usato abitualmente per i suoi viaggi da Palermo a Fiumicino e ritorno, dall’ingegner Maniglia socio degli esattori Salvo nella società dell’Hotel Zagarella, che ospita gli alti livelli della mafia e della politica siciliana. Quel giorno era annunciato per l’imbarco su quell’aereo il potente assessore regionale Santi Mattarella, che di lì a poco sarebbe stato eletto Presidente della Regione Siciliana (20 marzo 1978) e che sarà ucciso due anni dopo (6 gennaio 1980). All’ultimo momento Mattarella rinuncia al “passaggio” aereo.
Il 1978 è uno degli anni terribili della vicenda repubblicana, segnato drammaticamente dall’assassinio di Moro. Si parta quindi dal 1978 a riscrivere la storia italiana, per arrivare ai giorni nostri, in cui è possibile che lo “strumento” Di Pietro possa, a differenza di altri, agire liberamente e rimanere incolume, perché appunto è “strumento”.
Scritto da Fabrizio Spinella il 19 Gen 2010
La vicenda dell’aereo Lear Jet fu raccontata molti anni dopo al magistrato Di Pietro dalla sorella del pilota morto. Il sostituto procuratore di Milano allora aprì una indagine?
Scritto da Fabrizio Spinella il 19 Gen 2010
Per rimanere sul tema “Antonio di PietrA ed il suo misterioso passato “, segnalo questo link tratto da ilGiornale
http://www.ilgiornale.it/interni/quando_di_pietro_non_indago_mafia/19-01-2010/articolo-id=414798-page=0-comments=1
f.g
Scritto da Francesco il 19 Gen 2010
Spinella, trovo sempre molto interessanti i suoi contributi.
Il fatto è che trovo anche alquanto ironico che un’esperta concanetazione di eventi venga scoperta grazie alla genialità di un funzionario di Stato Americano che se ne esce in presenza di testimoni con quella frase su “lo facciamo fuori”.
Come mi soprende e diverte la frase “Era il 1987. Quattro anni dopo scoppiava Mani Pulite, un’operazione che evidentemente era iniziata molto prima.”
Magari bastava non andare troppo lontano nel tempo e scrivere che dopo poco il governo craxi sarebbe caduto.
Utilizzando quel metodo, però, posso far sorgere il dubbio su ogni singolo evento che si è verificato dopo il 1987 e che ha visto coinvolto Craxi.
Un’ultima cosa,ad essere precisi Mani Pulite è iniziata nel 1992, cinque anni dopo la frase pronunciata dall’attenta spia.
Saluti.
Scritto da tequilero il 21 Gen 2010
No, Tequilero, lasci perdere le approssimazioni dei riassunti di un libro di taglio giornalistico che comunque meritevolmente aprì la discussione sul cosiddetto “complotto” (concatenazione).
Le istruttorie erano state “autorizzate” in un periodo antecedente il 1992, anno in cui furono “pubblicizzate”con emissioni di avvisi e mandati, dopo lunghe attese dei diversi vertici della Procura, che aspettavano evidentemente il “nulla osta” di alte autorità (Scalfaro infine, sospettarono in molti, avrebbe dato anni dopo il via libera al procuratore Borrelli che usò la spregiudicatezza di Di Pietro, contenendola soltanto quando si trattò di Prodi, del quale vietò l’arresto verosimilmente per intercessione di Scalfaro, a cui Prodi si era rivolto, dopo un interrogatorio duro ad opera di Di Pietro,per chiedere protezione).
Per essere precisi (sulla base di documentazione e non di orecchiamenti) “Mani Pulite”, sotto altra denominazione, era stata incardinata (ma “messa in attesa”) a cavallo tra 1986 e 1987, sul finire dell’era della Presidenza del Consiglio di Craxi, quando tutte le aziende municipalizzate ambrosiane, controllate da craxiani e dai dc di Mazzotta, era state messe sotto inchiesta, come rivelò per la penna di un suo redattore di punta il settimanale “il Borghese” nel numero del 29 marzo 1987, a corredo di un clamoroso articolo intitolato “Passante per la tangente”, che descriveva con una precisione impressionante l’affare colossale della Metropolitana Milanese e del passante ferroviario che tra l’altro fece lievitare il valore di molte aree periferiche di MIlano, tra le quali quelle ex IPAB amministrati dalla Commissione della Diocesi presieduta dal cardinale Martini. Allora tre chilometri di tunnel costavano ultimati più di cinquecento miliardi di lire. Di fronte alla “rivelazione”, tutti tacquero, compresi i pm che poi sarebbero assurti a protagonisti di “Mani Pulite”.
Ricordi, Tequilero, che l’affare della MM poi coinvolse giudiziariamente tutti, comunisti compresi e imprese di De Benedetti e Agnelli, ma alla fine non dannando tutti alla stessa maniera. Lo scandalo fu fatto scoppiare ad orologeria.
Peraltro, dov’era Di Pietro quando la consigliere comunale del Partito Liberale di Milano Mirella Bersani Calleri, amica di Federico Orlando columnist de “il Giornale”, iniziò una campagna di moralizzazione della vita pubblica milanese, prendendo di mira le spartizioni? Giocava a carte con i socialisti.
La frase del funzionario USA di alto livello fu pronunciata in presenza di persone di altrettanto alto livello. Testimone la sorella (MGM, al tempo donna d’affari ben inserita a livello internazionale) di quel comandante pilota di una flotta di notabili siciliani sprofondato nel Tirreno con il suo aereo in circostanze mai chiarite. Mai chiarite nemmeno da Di Pietro al quale si era rivolto in epoca di Mani Pulite la stessa donna.
Scritto da Fabrizio Spinella il 21 Gen 2010
Spinella, la storia della Metropolitana Milanese è stata raccontata dal Cavaluccio Marino l’altra sera, se non erro.
Scritto da tequilero il 22 Gen 2010
Ma il cavalluccio è giunto tardi, per riassuntino, dopo ventitré anni, esattamente l’età che egli aveva in quel tempo. Il problema resta: perché ritardarono la deflagrazione? La risposta ai pm dell’epoca.
Scritto da Fabrizio Spinella il 22 Gen 2010
A distanza di molti anni, è sostanzialmente confermata l’indiscrezione riferita al collega Andriola nel 1995 dal giornalista Francesco D. Caridi, relativa a un episodio del 1988 (e non del 1987), che riguarda l’inimicizia del Governo USA verso Bettino Craxi. Scrive Il Sole 24 Ore riportando un brano della intervista di Giovanni Minoli su Radio 24 a Steve Pieczenik, esperto di terrorismo, già consulente del Dipartimento di Stato Usa, nel 1978, componente del comitato italiano di crisi durante il rapimento di Aldo Moro da parte delle BR: «… su Bettino Craxi, che tentò in modo convinto di aprire una trattativa, Pieczenick si fa scappare una rivelazione inquietante che conferma molte ipotesi formulate su Tangentopoli e il ruolo americano che favorì la vicenda di Mani Pulite. “Non mi preoccupai sul possibile ruolo di Craxi, era stato già neutralizzato, gli stavamo dietro da tempo.Avevamo il coltello dalla parte del manico, sapevamo qualcosa su di lui. Craxi era comunque compromesso, si era compromesso da solo”.»
Scritto da Domenica il 1 Ott 2013