Dieci domande a Massimo D’Alema
19 Giugno 2009Personalmente, mi sono sembrate più pungenti ed attuali le “dieci domande” formulate da Repubblica a Berlusconi. Però anche queste sono niente male (sf)
D’Alema non manovra inchieste giudiziarie: le utilizza sul piano politico. Invece di accusare di mascalzonaggine gli altri, risponda alle dieci domande che gli ho posto dal giornale on-line Il Predellino e cerchi di essere convincente. Nel 1994 il suo collega di partito Luciano Violante dovette dimettersi dalla presidenza della commissione antimafia per aver dichiarato di essere a conoscenza di un’inchiesta sul traffico di armi che avrebbe coinvolto uno degli uomini di punta della nascente Forza Italia. L’inchiesta, se mai ci fu, si risolse in una bolla di sapone.
Spieghi D’Alema perché ha impiegato tre giorni per smentire la sua intervistatrice, Lucia Annunziata che lunedì, proprio sul Corriere della Sera aveva detto, interpretando le parole di D’Alema «sospetto l’arrivo di altri scandali, di altre foto spiacevoli… temo storie torbide…».
Massimo D’Alema non ha mai vinto una elezione. Non conosce il metodo democratico. La sua ascesa al potere è costellata di manovre di Palazzo, di operazioni dietro le quinte. È stato così nel 1994 contro Berlusconi, è stato così contro Prodi nel 1998. Appare così anche oggi perché, in questa storia ci sono – diciamo – troppe coincidenze e troppe allusioni per non pensare che la distruzione dell’immagine di Silvio Berlusconi che si sta tentando in queste settimane sia priva di registi e di supporter.
Persa la guerra giudiziaria, oggi la via scelta dalla sinistra per la rottura antidemocratica passa attraverso la demolizione dell’identità del leader che da quindici anni, con la forza del consenso popolare, blocca alla sinistra la strada della conquista del potere. Signor Presidente, come ha fatto a «prevedere» le imminenti scosse di cui ha parlato domenica scorsa?
Ecco le mie dieci domande.
Signor Presidente, perché ha sostenuto che «Berlusconi è animato dal mito dell’eterna giovinezza» e perché ha sostenuto che si tratta di «un mito pericoloso»?
Signor Presidente, come spiega che la giornalista a cui ha rilasciato le dichiarazioni di cui sopra, Lucia Annunziata, ha detto il giorno dopo, al «Corriere della Sera», che Lei, Presidente, si riferiva espressamente a questioni giudiziarie?
Signor Presidente, perché ha aspettato solo mercoledì per sostenere il contrario e cioè che Lei si riferiva a fatti politici e non giudiziari; quali sono le ragioni di una smentita tanto tardiva della dottoressa Lucia Annunziata?
Signor Presidente, lei è stato a lungo responsabile del Suo partito in Puglia, può dirci quali rapporti ha stabilito e mantenuto con la procura della Repubblica di Bari?
Signor Presidente, può raccontarci come ha conosciuto l’attuale sindaco di Bari, Michele Emiliano?
Signor Presidente, può raccontarci per quale ragione il Suo partito decise di candidare il dottor Michele Emiliano a sindaco della città?
Signor Presidente, Lei ritiene che la cosiddetta inchiesta Arcobaleno, relativa alla Missione Arcobaleno, voluta nel ’99 in Albania dal governo da Lei presieduta fosse infondata?
Signor Presidente, come mai il suo partito ha favorito la carriera politica di più di un magistrato pugliese?
Signor Presidente, può spiegare perché nel 1994, nel 1998 e oggi si attribuiscono a Lei piani politici la cui finalità è il rovesciamento dei governi espressi dalle urne?
Giorgio Stracquadanio (deputato Pdl)
7 commenti presenti
“La sua ascesa al potere è costellata di manovre di Palazzo, di operazioni dietro le quinte. È stato così nel 1994 contro Berlusconi, è stato così contro Prodi nel 1998.”
me la ricordavo un po’ più lunghina la sua carriera.
Scritto da Tyler il 21 Giu 2009
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“La sua ascesa al potere è costellata di manovre di Palazzo, di operazioni dietro le quinte. È stato così nel 1994 contro Berlusconi, è stato così contro Prodi nel 1998.”
me la ricordavo un po’ più lunghina la sua carriera.
Scritto da Tyler il 21 giu 2009
La carriera è lunghisima, ma si può riassumere in tre righe: vorrà dire qualcosa?
Scritto da asdrubale il 21 Giu 2009
Seeeeeeeee. Adesso uno fa le domande e l’altro deve rispondere.
Ma quando mai!
Per prima cosa bisogna parlare del giornale dove sono state pubblicate, dell’editore di quel giornale, del giornalista/deputato che le ha poste e, visto che ci siamo, di qualche potenza straniera o grande vecchio estero.
Una bella indagine, con tanto di intervista ad amici passati e presenti e la verifica del csellario giudiziale di tutti.
A questo punto, una volta scavato per bene nel passato di tutti i soggetti, si devono porre a loro altre dieci domande.
Quest’ultimi, a loro volta, dovranno indagare, scavare, insinuare e rigirare altre dieci domande al giornale, editore, giornalista e/o deputato che ha posto i nuovi quesiti.
E così via.
Le risposte non sono contemplate.
Scritto da tequilero il 21 Giu 2009
Avvocato Tequilero.
La soluzione è molto più semplice.
Se lei prova solamente a salutare D’Alema questi, in tutta risposta, la querela.
È fatto così. E ciò dimostra un’affinità con colui al quale offrì il seggio del Mugello per motivi sconosciuti ai più.
O forse no.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 21 Giu 2009
Impiccarono Bettino Craxi al pennone della tangentocrazia. Poi costituirono Fondazioni (omissis), per evitare che il flusso delle provvigioni dei grandi elemosinieri smettesse di scorrere. Con le Fondazioni, il contributo è tale, assicurato, incassabile a vista, fiscalmente riconosciuto. Ci spiegasse il levantino D’Alema, neoricco pugliese, che differenza passa tra una provvigione consegnata dall’azienda X al Partito Socialista di Bettino Craxi per agevolare il sistema degli appalti facendo vincere gli italiani nelle gare internazionali (vedi passante metropolitano e ferroviario di Milano, per il quale fu gratificato anche il PCI), e il contributo versato dall’azienda Y, diciamo ad esempio: alla Fondazione Italiani Europei, per aiutare la cultura politica!
Scritto da Fabrizio Spinella il 21 Giu 2009
Questa fa proprio ridere….
D’Alema è il più grande alleato e sostenitore di Berlusconi a sinistra. Se Berlusconi è al potere lo deve in gran parte a D’Alema.
Scritto da Alex il 24 Giu 2009
Alex, diciamo pure che lo deve principalmente a quel simpaticone di D’alema, almeno secondo il mio modestissimo punto di vista
Scritto da Sergio Fornasini il 24 Giu 2009