Domandare è lecito, sempre e comunque. Anche quando è chiamato a rispondere Di Pietro
7 Maggio 2009di Benny Casalanzio da bennycasalanzio.blogspot.com
Premetto di non parteggiare per nessuno. Anzi, riguardo alle parti in causa, stimo qualcosa di diverso in ognuna di loro. Che si chiami Casa della Legalità, che si chiami Elio Veltri o che si chiami Antonio Di Pietro. Detto questo urge vedere questo video. C’è il ragazzo con il cappellino che Di Pietro conosce bene che gli si avvicina e gli fa una domanda. Semplice, educatissimo e senza urlare. Gli chiede perchè l’Italia dei Valori, che in questo momento sta ottenendo la fiducia di tantissima italiani, e alle europee otterrà la mia, ha come dirigente in Liguria un “colluso con la n’drangheta“.
Ora, le risposte sarebbero potute essere tantissime: mi informerò al più presto, non credo sia possibile ma approfondirò, le assicuro che se sarà vero prenderemo provvedimenti. Tutto poteva dire ma non certo “perchè abbiamo deciso così“. Azz… vuol dire che allora lo sai! E che tutto sommato non è grave e che ti sta bene?
Abbondanza gli da un volantino in cui ci sono tutti i dettagli. “Ma dove l’hai visto?” risponde Tonino, col tono di chi dice “impossibile”. “Un rapporto della guardia di finanza” risponde Abbondanza con l’asso nella manica. “Adesso è responsabile dei dipartimenti tematici in Liguria” aggiunge il giovane. Di fronte a questa risposta, cioè di fronte ai fatti, Di Pietro gira i tacchi e va via.
Ora, molti hanno detto che il problema non è nella risposta ma nella domanda, che la Casa della Legalità è prevenuta e che è meglio non averci nulla a che fare. Quello che penso io è che quella domanda poteva farla chiunque, da Berlusconi a Borghezio. E’ la risposta che deve essere degna di chi si propone come “diverso”, e che conquista la fiducia di così tanti italiani. E in questo caso non lo è stata. Dirò di più. Sono le domande dei “nemici” che meritano risposte più precise ed esaurienti.
E se la risposta è cacciare un dirigente che la guardia di finanza accusa di essere colluso con la mafia, e allora sù, caccialo via.
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