Elezioni in Abruzzo: chi ha vinto?
16 Dicembre 2008di Sergio Fornasini
Sui giornali online sta rapidamente perdendo di visibilità il risultato della elezione del nuovo parlamento regionale abruzzese. Se continua così, prima della mezzanotte la notizia scomparirà dalle prime pagine, insieme alle analisi politiche. Ne ho lette alcune, senza però trovare il dato che mi ha subito colpito: il nuovo Governatore risulta eletto da un elettore su quattro, circa il 26% degli aventi diritto. Il primo partito è stato quello dell’astensionismo, della sfiducia verso la politica, del dissenso e del disinteresse.
Direi che il risultato finale era scontato, l’incognita riguardava quanto sarebbe cresciuto il movimento di Antonio di Pietro a scapito del PD. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, quello che indicano i dati numerici è la scarsa rappresentatività degli eletti, di tutti i colori politici.
Ce la faranno a recepire il messaggio? Secondo me no.
Suggerirei di far dono ai nostri parlamentari di un libro al posto della solita agenda: “Saggio sulla lucidità” di José Saramago, premio Nobel per la letteratura. Un ottimo consiglio di lettura, ambientato in un ipotetico paese nel quale la gente si stanca di tutta la politica e vota in massa scheda bianca, invalidando di fatto le elezioni. La casta politica a quel punto si sente isolata e spaventata, ed instaura un regime. Ma ci sono moltre altre cose nel libro, vale la pena di conoscerle tutte.
40 commenti presenti
La cosa che più è comprensibile è identificare chi non ha vinto: il risultato delle elezioni è chiarissimo, con Di Pietro non si vince. Quella del molisano è una vittoria di Pirro, la sua affermazione contrasta con la disfatta del suo stesso schieramento politico. In sostanza fa perdere più voti di quanti ne porta, cosa che ne fa un alleato più che inutile, dannoso.
Scritto da asdrubale il 16 Dic 2008
Ai Tg la notizia riguardante l’Abruzzo è stata data contemporaneamente a quella relativa all’arresto, avvenuto nel corso della notte, del sindaco di Pescara per l’ennesimo presunto giro di tangenti. Luciano D’Alfonso, sindaco e segretario regionale del Pd,che nel frattempo si è dimesso, è accusato di associazione per delinquere, concussione,abuso e falso ideologico e truffa…ah la politica…what a wonderful world!!!!!!!
Scritto da Nicoletta Salata il 16 Dic 2008
Sai la cosa più incredibile? che con “Di Pietro” non si vince l’han detto tutti gli uomini del centro-sinistra. Hanno ragione! Si alleassero direttamente col PDL…
Scritto da Orlando il 16 Dic 2008
ma no, continuassero a perdere che è meglio
Scritto da asdrubale il 16 Dic 2008
Ha vinto Bruno Vespa.
Che ieri sera si è fatto quattro risate gratis.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 16 Dic 2008
La media dei votanti, caro Sergio, fa notizia se comparata all’affluenza delle ultime due elezioni politiche in Italia.
Confrontata invece con quella di altre nazioni che spesso chiamiamo grandi democrazie non meraviglierebbe poi più di tanto.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 16 Dic 2008
Ha ragione Nanni Moretti. Con questa classe dirigente non si vincerà mai.
Scritto da Charly il 16 Dic 2008
Qui si parla sempre di “vincere” o di “perdere”… sembra una partita di calcio. Di quelle brutte però. Mi piace comunque il fatto che ci sia ancora gente che parteggia…
Scritto da Orlando il 16 Dic 2008
Richiamare i dati dell’affluenza elettorale di altre nazioni non mi sembra il modo più corretto di analizzar la scarsa affluenza. Anzi, come scrisse il professor Sartori, spesso è una argomentazione usata dai politici per non dover ammettere il malessere e la sfiducia che esiste verso di loro. E’ vero che fra le grandi democrazie l’Italia ha una partecipazione alle elezioni sopra la media, è altrettanto vero che non è l’affluenza alle urne a rendere una democrazia tale. Tuttavia non si può negare che un calo dell’affluenza così massiccio sia dovuto alla scarsa credibilità della politica in generale, credibilità persa a ragione, fra scandali, malgoverno , votazioni troppo frequenti (l’elettore rischia di stancarsi se chiamato troppo spesso alle urne). Nel caso dell’Abruzzo conta ovviamente la situazione che ha portato alle elezioni, a mio parere vera causa dell’astensionismo di massa (che infatti ha colpito soprattutto il centrosinistra, che ha perso circa il 45% dei voti). Quindi alla fin fine la situazione italiana penso sia meno grave di quella abruzzese in particolare.
Comunque, se a non votare fosse chi si informa poco o capisce poco di politica non è che mi dispiacerebbe più di tanto (questa vuole essere solo una battuta, beninteso)
Scritto da Giorgio il 16 Dic 2008
Magari asdrubalino non si vince quando il tuo precedente dirigente (del turco) finisce inquisito per affari sporchi insieme a tutta la giunta…
Rispetto al risultato delle politiche nella stessa regione mi sembra che il centrosinistra sia più o meno sugli stessi valori. Alle politiche il PD era molto più forte rispetto ai suoi alleati, la sinistra arcobaleno e di pietro, ora c’è maggiore differenziazione e risorgono le sinistre.
L’affermazione di DiPietro e in parte delle sinistre indica una strada al PD: questione morale centrale, quindi una maggiore pulizia al suo interno, attenzione alle tematiche sociali e probabilmente minore litigiosità delle varie correnti.
E chissà se così non si recupera parte della credibilità persa in questi mesi di opposizione tiepida, voglia di inciucio dalemiano e scandali (del turco e simili) e quindi si recupera l’astensionismo.
Berlusconi poi ha poco da essere contento dell’affermazione in abruzzo, il PDL perde rispetto alle politiche, il suo presidente è stato eletto con pochi voti complessivi… dov’è finito quel 72% di persone che lo ama, gli dà fiducia e lo vorrebbe come papà?
Scritto da enrico il 16 Dic 2008
L’analisi che se ne fa è che la gente di sinistra tende a non votare chi va in galera (a volte) raramente, ma capita…
Scritto da Francesco B il 16 Dic 2008
Caro Giorgio,
il suo riferimento alle teorie di Giovanni Sartori lo troviamo, se non sbaglio, in quel memorabile fondo in cui invitava a votare Veltroni alla Camera e Berlusconi al Senato (o viceversa) alle ultime elezioni politiche in segno di protesta. Con tutto il rispetto abbiamo visto poi com’è andata e sappiamo anche che la sua ipotesi di rifiuto degli italiani per la famosa Casta era un’invenzione, vista l’alta affluenza.
Concordo sul fatto che questa non renda di per sè tale una democrazia, ma è uno degli elementi che ne determina l’esistenza.
In ogni caso, come ha detto lei, la situazione abruzzese era troppo particolare per essere usata come termine di paragone.
Permetta un appunto sulla sua ultima frase.
Non capisco come si possa determinare chi si informa poco o capisce poco di politica.
Mi pare di rileggere la frase di D’Alema pre-elettorale: “Vede, in questi anni sono stato in giro per il mondo, ho visto poco i quotidiani, ma guardando la gente ho ancora la percezione. Se votassero solo quelli che leggono i giornali non ci sarebbe partita. Non parliamone se votassero solo quelli che leggono i libri. Ma siccome vige il suffragio universale…”.
Lei la pensa così?
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 16 Dic 2008
L’articolo di Sartori era esattamente quello, un articolo di cui ammetto mi è sfuggita buona parte della logica, ma la parte da me citata mi sembra comunque condivisibile, vista anche la tendenza generale dei politici ad accampare scuse su ogni questione senza riconoscere i propri errori.
Prendo spunto dalla constatazione di Dean per sottolineare come proprio la particolarità abruzzese non ci permette di affermare senza ombra di dubbio che sia stato l’aver candidato un uomo del partito di Di Pietro a portare il centrosinistra alla sconfitta. Inoltre per me l’esito del voto abruzzese non corrisponde al reale rapporto di forza Pd-Idv, per l’eccezionalità della situazione e per il fatto che l’Idv potrebbe essere stata stata avvantaggiata dal fatto che il candidato governatore fosse nelle proprie fila.
Ritengo che l’alleanza Pd-Idv debba quindi continuare, ma come ha detto Fioroni oggi sul Corriere bisogna far capire a Di Pietro che questa alleanza deve essere funzionale ad un futuro ritorno al governo. Ciò che per me è mancato finora è stata un vera strategia comune fra Pd e Idv, o comunque una certa comunicazione, che invece mi sembra sia stata del tutto assente.
Infine riguardo la mia frase, volutamente provocatoria. Ovviamente io sono assolutamente contrario a pesare i voti invece che contarli, ma va detto che è un’ipotesi che merita almeno attenzione e che è stata elaborata da John Stuart Mill, che sicuramente non si può definire illiberale. Siamo sicuri che persone poco informate, mal informate o senza le categorie per comprendere certe questioni (penso a tutte le questioni di medio lungo-termine) facciano sempre la scelta migliore? Certo, anche i colti sbagliano. Riconosco poi di concordare in linea generale con l’inopportuna frase di D’Alema (spero di non sfoggiare la sua stessa alterigia), ma ammetto di non conoscere dati per dimostrarlo e quindi questa rimane solo una mia impressione.
Scritto da Giorgio il 16 Dic 2008
Giorgio.
Interessante questo punto di vista sugli uomini colti.
Qual è il principio per ritenersi tale? L’autoproclamazione, la pubblicazione di libri o forse il titolo di studio?
Prenda questi tre politici da noi citati in questo breve scambio di battute: Walter Veltroni, Massimo D’Alema e Antonio Di Pietro.
Lo sa, vero, quale sia l’unico laureato dei tre?
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 17 Dic 2008
Ovviamente Di Pietro. D’Alema ci è andato vicino però. Comunque per individuare chi è colto bisognerebbe sottoporre tutti a dei test sulle proprie conoscenze. Piuttosto è tutto il principio, che per quanto suggestivo, è impraticabile (giustamente e per fortuna).
Scritto da Giorgio il 17 Dic 2008
nella bufera di stanotte in abbruzzo oltre al PD c’è di mezzo anche l’on. Bocchino pare
http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_845427537.html
Scritto da Tyler il 17 Dic 2008
L’unico laureato dei tre, incredibile a dirsi, è Tonino Di Pietro, il che getta una luce sinistra su tutta la scuola italiana (come se ce ne fosse bisogno).
Scritto da asdrubale il 17 Dic 2008
Da ricordare anche che il presidente dell’idv dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, da studente lavoratore e a tempo di record, ha pure vinto in rapida successione vari concorsi pubblici, da quello per segretario comunale a quello da commissario di pubblica sicurezza, fino a quello da magistrato, considerato uno forse il più difficile da superare. Tonino è un fenomeno, non c’è altra spiegazione.
Scritto da asdrubale il 17 Dic 2008
c’è di peggio con la laurea Asdrù, due pesi e due misure eh
Scritto da Tyler il 17 Dic 2008
Tyler, questo è un problema di legalità, non dovreste ignorarlo proprio voi, che fate della legalità la vostra principale battaglia.
Scritto da asdrubale il 17 Dic 2008
“voi” a chi? sei de coccio eh? Bisogna essere di sinistra per dire che c’è gente che spara cazzate e altre se le bevono? bah
E poi non qualificherei le persone dal titolo di studio.
Scritto da Tyler il 17 Dic 2008
@asdrubale: problema di legalità un tubo. Se fosse tale ci sarebbe stata un’indagine. Probabilmente qualcuno ha fatto la strada che ha fatto per merito. Mettiti il cuore in pace. Se vuoi attaccare Di Pietro hai tante altre cose a cui puoi aggrapparti… le illazioni lasciale a chi non ha argomenti.
Scritto da Orlando il 17 Dic 2008
ma la Gelmini non è andata in Calabria o giù di lì ad abilitarsi? E come mai? Magari ha dei validi motivi. Basiamo la credibilità delle persone sui titoli?
Scritto da Tyler il 17 Dic 2008
@Tyler: assolutamente no! mi bastano le azioni (non i titoli azionari)…
Scritto da Orlando il 17 Dic 2008
Sarà come dite voi, ma la curiosità di leggere gli elaborati che Di Pietrò consegnò al concorso da magistrato ce l’ho.
Vabbè, poi sappiamo pure cime si svolgono i concorsi in Italia, basta vedere proprio l’ultimo annullato a Milano.
Scritto da asdrubale il 17 Dic 2008
dipende, i concorsi non sono facilini eh, non è proprio come dici. Possono capitare Commissioni strane oppure Ordini che più o meno spudoratamente vendono l’abilitazione. Però mi sembra un po’ un luogocomune e la curiosità la vedrei un po’ più a tutto tondo, chissà come si sono laureati e magari abilitati i parlamentari in genere. Sotto il profilo della meritocrazia ne esce un po’ storta pure la coalizione di centro-destra, sempre per luoghicomuni eh. Tipo la Carfagna, La Gelmini…
Chi se la ricorda la mitica lite all’Istruttoria di Ferrara tra Sgarbi e D’agostino? D’Agostino accusò Sgarbi di non avere nemmeno la laurea, allora avresti da ridire su Sgarbi no?
Scritto da Tyler il 17 Dic 2008
uhm rettifico “possono capitare” con “potrebbero” potenzialmente insomma 😛
Scritto da Tyler il 17 Dic 2008
Tyler, puoi dire quello che ti pare, ma quello che dice Di Pietro, e il come lo dice, mi fa rimanere dubbioso.
Scritto da asdrubale il 17 Dic 2008
ehehehhehe ti stavi incartando eh?
ti piace la vignetta dell’amico tuo?
http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/mediamanager/sys.user/52530/latorrescrive_web.jpg
Scritto da Tyler il 17 Dic 2008
Tyler, sono pronto a scommettere qualsiasi cosa che da questo polverone uscirà fuori praticamente nulla. In questo il pm Woodcock è una garanzia.
Scritto da asdrubale il 17 Dic 2008
in effetti è un giudice molto particolare. Leggevo altrove che uno dei deputati (credo sia uno dei deputati) sia accusato per aver fatto togliere una multa di 300 euro e dell’uso del telefonino per chiamate personali. Per ora cmq ci sono molte chiacchiere, si vedrà.
Scritto da Tyler il 17 Dic 2008
Ad Asdrubale e a chiunque sia interessato al concorso da magistrato di Antonio Di Pietro.
Da “Di Pietro – La Biografia Non Autorizzata”
di Filippo Facci – Mondadori(1997)
Roma, autunno 1981: il grande giorno dell’orale per il concorso di magistrato.
Quando gli chiedono un documento perchè si identifichi, reagisce stizzito: “Sono il commissario Di Pietro”. “Sì, ma deve dimostrarlo” gli rispondono.
Apprende che nei tre elaborati scritti ha il voto minimo, forse neanche quello: in due è più sul cinque, e tra questi c’è il compito di diritto penale. Queste informazioni sono state fornite direttamente dal presidente della commissione esaminatrice: Corrado Carnevale intervistato da Giancarlo Perna.
Si comincia. Tonino maltratta il latino e suscita le ire del commissario di diritto romano. Carnevale ogni volta smussa e placa, il percorso della vedetta molisana ha commosso anche lui. Per diritto penale gli fa una domanda elementare: se durante una rapina i banditi chiudono gli impiegati in una stanza, che reato viene commesso? Di Pietro tace. Forse è l’emozione, ma ignora il concetto di sequestro di persona. Il resto dell’esame non va molto meglio, si profila una bocciatura e il più determinato è proprio il commissario di diritto romano. Il garantismo di Carnevale rovescia la situazione.
“Avevo letto il suo curriculum. Era stato emigrante, si era arrabattato molto. Questo mi indusse a essere clemente. Se devo pentirmi di tutto, come pretendono in molti, mi pento anche di questo. Nei concorsi per magistrati non bisognerebbe tener conto di considerazioni pietistiche. Volevo invece premiare la buona volontà di Di Pietro. In base all’esame però non avrebbe meritato il voto minimo che gli abbiamo attribuito”.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 18 Dic 2008
Si, avevo già letto dell’intervento “compassionevole” del giudice Carnevale, ma onestamente quel racconto non mi ha mai convinto.
Mi limito pertanto ad proferire una semplice esclamazione, che dalle mie parti è ben conosciuta: Andreotti, guarda che hai fatto!!!
P.S.
Continuo a desiderare di leggere gli elaborati prodotti dal dottor Di Pietro, secondo me devono essere più istruttitivi di mille manuali di diritto.
Scritto da asdrubale il 18 Dic 2008
almeno Asdru, viva l’onestà. Quella biografia, se non sbaglio, ha dato spunto ad un’inchesta per cui Di Pietro si è dimesso per farsi processare. E poi ha incassato un po’ di soldi per diffamazione. Ora non so se la parte sul suo esame faceva parte di ciò che contestava ma cmq…
Scritto da Tyler il 18 Dic 2008
oppure la diffamazione era su un articolo? ho troppi input, devo resettare XD
Scritto da Tyler il 18 Dic 2008
Resta il fatto, caro Asdrubale, che se il protagonista della vicenda non fosse Tonino, un Travaglio qualsiasi ci avrebbe costruito un bel libello su questo episodio del passato, partendo proprio dal presupposto che il presidente della commissione esaminatrice fosse il tanto vituperato giudice Carnevale.
E se l’intervista, invece di quello di Perna, avesse il pedigree di un Sabelli Fioretti verrebbe presa per oro colato.
Saluti
Scritto da DeanKeaton il 18 Dic 2008
Questo articolo dimostra che la sinistra non solo non sa vincere, ma non sa nemmeno perdere.
Quando avete vinto nel 2006 le elezioni nazionali per 24 000 voti era una vittoria, adesso che ha vinto la destra in Abruzzo (dopo la vittoria a livello nazionale) è la vittoria dell’astensionismo.
In Lituania , nelle recenti elezioni,l’affluenza nei due turni di voto è stata del 40 e del 30%.
In Romania, nelle elezioni tenutesi meno di un mese fa, ha votato circa il 25% della popolazione.
nessun, in entrambi i casi (e parliamo di democraze molto più giovani ella nostra) si è sognato di dire riconoscere il merito dei vincitori.
Scritto da Andrea il 26 Dic 2008
Pardon(.. si è sognato di non riconoscere il merito dei vincitori).
Scritto da Andrea il 26 Dic 2008
Quando si fa informazione , la si faccia in modo completo.
Dovresti dire anche che il numero degli elettori che sono andati a votare è di circa il 50 % e che questa tornata elettorale vi è stata a pochi mesi dall’election day che unì le amministrative e le politiche.
Scritto da Andrea il 26 Dic 2008
Risposta di Luigi Ciampitti
———————————————–
Caro Adriano penso che tu abbia ragione.
———————————————–
e-mail di Adriano Protti
———————————————–
Caro LUIGI in teoria condivido la tua analisi e proposta sul federalismo, ma praticamente inrealizzabile. Domando pensi (per farla breve senza dilungarci in disquisizioni) che qualcuno sia disposto a rinunciare ai propri privilegi che sono tanti?) Scusami ma da brava Cassandra prevedo che assisteremo al proliferare di nuovi carozzoni
———————————————–
Risposta di Luigi Ciampitti
———————————————–
Grazie Silvana
———————————————–
e-mail di Silvana Gabusi
———————————————–
CARO LUIGI,
SEMPRE AL “LAVORO” COME UNA FORMICHINA OPEROSA.
BRAVO!!
silvana
———————————————–
Risposta di Luigi Ciampitti
———————————————–
Sono d’accordo
———————————————–
Proposta dell’Ing. Cesare Marchetti
———————————————–
La riforma proposta da Ciampitti è certamente accettabile e buona e sarebbe un toccasana per il nostro paese, afflitto da anni da inefficientismo, clientelismo, ingerenze politiche in tutti i campi. Oltre tutto non dimentichiamo che i nostri onorevoli ed i rispettivi rappresentanti locali ed europei sono i più pagati d’Europa ed anche i più numerosi. Occorre quindi sfoltire il loro numero e dimezzare i loro emolumenti. Ciò sarebbe non solo un risparmio per lo stato, le cui casse sono esangui, ma anche un provvedimento d’alto valore etico.
Però sono un po’ d’accordo anche col dottor Giacalone.
l’italia è un paese poco serio per attuare una riforma come quella di Ciampitti. Si va contro a troppi interessi ( in primis quelli della classe politica) abolendo le province ed acccorpando comuni e regioni. Quante poltrone salterebbero e quanti lavoratori del settore pubblico perderebbero il posto?
I posti nelle amministrazioni pubbliche costituiscono un bacino clientelare; tanti politici se ne servono per ottenere voti.
E poi per dirla con Giacalone la storia d’Italia è diversa da quella della Germania. Il nostro Risorgimento ha unificato un Italia, dove coesistevano molti stati, differenziati fortemente per i diversi concetti etici, le diverse culture, i diversi comportamenti civili ( rileggetevi il Gattopardo). Fare oggi uno stato federale forse significherebbe disunire l’Italia, tornare al tempo di Gioberti.
Tuttavia qualcosa dev’essere fatto, se non un Federalismo politico, almeno uno fiscale. Troppi soldi negli anni passati dal Nord sono finiti nelle mani della Mafia per fare al sud opere perfettamente inutili. In questo do ragione alla Lega.
Cesare Marchetti
———————————————–
Risposta di Luigi Ciampitti
———————————————–
Dottor Giacalone
La ringrazio della Sua interessante analisi che sostanzialmente condivido.Alla mia propota aggiungo solo che andrebbero ridotto del 50% gli emolumenti di tutti i Parlamentari, compreso quelli Europei, i consiglieri Regionali, Provinciali e Comunali per il 30 %; in questo modo facciamo loro passare la voglia di fare questo mestiere che fanno spesso solo per i propri interessi.
———————————————–e-mail del Dottor Giacalone
———————————————–
Il federalismo, purtroppo, è effettivamente previsto dalla Costituzione, ma in virtù della riforma del titolo quinto, approvata dalla sinistra nel 2001. Ed è una schifezza.
Non credo l’Italia possa divenire federale, perché la storia insegna che tale ricetta serve ad unire quel che è diviso, non a dividere quel che è unito.
Da Cattaneo ad oggi, insomma, è passato molto tempo e troppa storia. In realtà, chiamiamo “federalismo” (per ragioni d’ossequio ai leghisti e di rincorsa del loro elettorato) la riforma delle autonomia amministrative, che possono ben comprendere anche quella fiscale. Se ne può ragionare.
E’ buona la proposta di Ciampitti? E’ la riproposizione italiana di esperienze estere, ma è politicamente fuori dal gioco. Perché le stesse forze che vogliono il federalismo poi difendono le province, ed anche le regioni che ci sono. Si può osservare che sono incoerenti ed hanno le idee confuse. Sottoscrivo, ma è per andare a appresso a tali menti che il tema è all’ordine del giorno, altrimenti nessuno si sognerebbe di parlare di federalismo verso il basso, essendo attuale, semmai quello verso l’alto, quello europeo.
Giacalone
———————————————–Risposta di Luigi Ciampitti
———————————————–
Caro Cesare
mi fà molto piacere del tuo parere positivo in merito alla mia proposta.
Mi farebbe molto piacere un parere del Dottor Giacalone.
Ciao e di nuovo Auguri a tuti Luigi
———————————————–
email di Marchetti Cesare
———————————————–
A proposito del Federalismo io sono d’accordo con te, ma l’Italia è un paese poco serio per adottare un Federalismo alla tedesca, come tu proponi.
I tanti seggi comunali,provinciali, regionali, nazionali fanno troppo comodo alla classe politica per sistemare i trombati e le clientele.
———————————————–
Proposta di Luigi Ciampitti
———————————————–
Come organizzare il Federalismo in Italia?
Premesso che il Federalismo in Italia è già previsto nella Costituzione che prevede una organizzazione Statale su base regionale e comprende dalla nascita della Repubblica 4 Regioni a Statuto Speciale (Valle d’Aosta, Alto Adige, Sardegna e Sicilia) in Italia bisognerebbe indagare su quanto presente negli Stati Federali in America e Germania.
Fatta questa analisi sono pervenuto alle seguenti consderazioni:
– Bisognerebbe uniformarsi il più possibile alla Germania, cioè ridurre il numero delle Regioni unificando la Lombardia con il Veneto, il Molise con l’Abbruzzo, le Marche con l’Umbria, la Puglia con la Basilicata.
In aggiunta
– Creare le seguenti città metropolitane eliminando le relative province: Torino, Genova, Milano, Venezia; Bologna, Firenze; Ancona, Roma, Napoli, Pescara, Bari, Palermo, Cagliari; Aosta, Bolzano, Cosenza
– Accorpare almeno 20 Province
– Accorpare almeno 1000 Comuni
– Eliminare qualche Comunità Montana
In ulteriore aggiunta
– Ridurre a 300 il numero dei Deputati ed a 150 il numero dei Senatori
– Capo del Governo, Governatori e Sindaci delle Città Metropolitane e Presdenti di Provicie restano in carica per un massimo di 2 legistrature.
Tutto ciò per migliorare l’organizzazione dello Stato, ridurre i costi della Politica ed in ultimo prevenire eccessi di potere con conseguenti interessi personali e per introdurre forze nuove e rinnovamento generazionale come avviene in America ed in Inghilterra.Cordiali saluti ed Auguri di Buon Anno a tutti.
Luigi Ciampitti
———————————————–
Scritto da Luigi il 29 Dic 2008