EQUITA’, PAROLA MAGICA SENZA CONTENUTI…
14 Dicembre 2011di Gianluigi De Marchi
Anni fa il Presidente russo Gorbaciov ebbe uno straordinario successo con alcune “parole d’ordine” come “glasnost”, trasparenza, che prometteva di dare alla politica russa per farla uscire da decenni di opacità e dittatura. Oggi il Presidente Monti ci ha ammaliati con la sua “equità” che sembrava la chiave di volta per risolvere i nostri problemi finanziari; ma in pochi giorni ci siamo tutti resi conto che di equità continua ad essercene poca nel cosiddetto “decreto salva Italia”.
Non sono certo 50 euro di abbuono sull’imposta sulla casa a dare ossigeno alle famiglie (che comunque, ricordiamocelo, dovranno pagare la patrimoniale sulla prima casa, magari con il mutuo sopra!), né l’indicizzazione sulle pensioni basse (con l’inflazione ufficiale al 3%, chi incassa 1.400 euro il mese, a fine 2012 potrà contare su 1.442 euro, sai che differenza…).
In realtà, equo sarebbe colpire i grandi redditi (sono meritati 4 milioni di euro di liquidazione per il signor Guarguaglini, amministratore di Finmeccanica che in sei mesi ha perso l’80% di valore in Borsa?), i maxi bonus di banchieri ed assicuratori (erano meritati 12 milioni di euro di premio di bilancio per il signor Profumo quando era amministratore di Unicredit, che ha perso in due anni il 90% di valore in borsa?), i grandi patrimoni occultati da fantasiose fiduciarie svizzere, lussemburghesi, giamaicane di cui nessuno conosce i nomi dei veri proprietari.
E, naturalmente, sarebbe equo eliminare i privilegi di tutte le caste che prosperano alle nostre spalle (politici, magistrati, professionisti di ogni tipo che si battono con forza per i sacrifici; sì, ma degli altri…).
Vorrei fare una modesta proposta per dare una mano al Presidente Monti, pur non essendo un valente esperto finanziario, non essendo consulente di Goldman Sachs, non essendo rettore della Bocconi: indicizzare la retribuzione massima di dirigenti, politici, magistrati eccetera a quella del grado più basso della piramide del lavoro, diciamo (per non farli morire di fame…) 15 volte tanto.
Si sopravvive a stento con 1.000 euro? Non si venga a dire che con 15.000 ci si sta stretti, basta fare qualche sacrificio, cinque aragoste di meno alla settimana, un volo al mese in meno sull’elicottero privato, la rinuncia alla villa in Sardegna (accontentandosi di quella a Cortina, di quella a Portofino e di quella alle Bahamas…).
C’è il rischio di perdere i “grandi manager” che potrebbero andare all’estero a guadagnare 100 volte di più?
Ma dai, molti di loro fanno fatica anche a parlare in italiano, figurati a dirigere una banca americana o cinese…
Un commento presente
Addavenì equità. Almeno io ci spero ancora. Io credo che Monti, come dice lui stesso, sino ad ora abbia fatto ciò che “doveva” e che solo ora può cominciare a fare “ciò che vuole”. Sta di fatto che i primi soldi li ha presi dove è più facile ed immediato prenderli, cioè a quei tanti che ne hanno pochi. Spero che questa sia la precondizione per la seconda fase, quella dello sviluppo, finanziata con i soldi dell’equità, cioè presi a quei pochi che ne hanno tanti. Non sono un comunista, ma quando ero “in servizio” come top manager, queste “variazioni fiscali” non le avvertivo nemmeno. Oggi, da pensionato (assolutamente non super pensinato), le avverto. Posso quindi testimoniare le due situazioni.
Scritto da Riccardo il 4 Gen 2012