ESCLUSIVO: ASSEMBLEA STRAORDINARIA UNICREDIT
19 Novembre 2009di Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com – testo del discorso tenuto il 16 novembre da Gianluigi De Marchi all’assemblea straordinaria Unicredit
Good morning mister Rampl, good morning mister Scent.
Ecco, ora siete contenti, ma vi deluderò subito; il mio intervento non sarà nella lingua che voi preferite, ma in quella che noi parliamo e capiamo: l’italiano. Perché siamo in Italia. Se fossimo a Londra anch’io parlerei in inglese, ma siamo a Roma e allora cari consiglieri vi invito a ricordarvi il motto classico “Ma parla come magni!”
Sono Gianluigi De Marchi e sono uno dei rappresentanti della maggioranza del capitale di questa banca.
Avete sentito bene: la maggioranza, quella che detiene il 70% del capitale e che siede nelle poltrone in faccia allo scranno del Consiglio di amministrazione, che rappresenta la minoranza.
Per ora è così poi vedremo nei prossimi mesi cosa succederà organizzandoci meglio.
All’ordine del giorno c’è la discussione sull’aumento di capitale. Una decisione già presa dalla minoranza che sarà ratificata dall’assemblea grazie ad accordi, patti e sindacati, e in cui le nostre legittime perplessità saranno irrise dalle vostre repliche.
Perplessità; uso un termine soft, ma potrei usarne di più duri per tanti motivi.
Il punto fondamentale è che mettete le mani nelle nostre tasche (se accetteremo di sottoscrivere le nuove azioni; io preannuncio che venderò i diritti d’opzione per sfiducia nella vostra gestione) per prendere i nostri risparmi e farne quello che vorrete voi, al di là dei bei programmi scritti nella relazione, che contesto.
Perché chiedere 4 miliardi di euro anziché sottoscrivere i famosi Tremonti bond?
Rispondo io: per non sottostare ai controlli che avreste dovuto accettare ricorrendo a quella formula. Qualunque risposta diate voi, la considero inattendibile. Attendo comunque una risposta.
Perché chiedere 4 miliardi quando ad aprile esponevate in bilancio un utile di 4 miliardi?
Nella scorsa assemblea di aprile avevo detto nel corso del mio intervento: “E’ stato affermato, dopo l’aumento di capitale 2008, che la nostra banca non aveva bisogno di ulteriori fondi e che era patrimonialmente solida. BUGIA, perché nel marzo 2009 si è annunciata l’intenzione di far ricorso ai Tremonti bond per 2 miliardi di euro ed ai “Vienna bond” per 2 miliardi. Sarà un caso, ma sono 4 miliardi di euro e l’utile di bilancio è di 4 miliardi di euro. Non sarà che per caso…
Domanda: siamo a posto con la liquidità adesso, o sono previsti ulteriori interventi?”
Mi era stato risposto che “La posizione di liquidità del Gruppo è soddisfacente ed è migliorata rispetto a quanto comunicato nel prospetto informativo a supporto dell’aumento di capitale relativo all’operazione di cashes. Infatti, le riserve liquide del Gruppo risultano superiori a 106 miliardi di euro e l’emissione dei cosiddetti strumenti governativi determinerà un ulteriore beneficio”.
Rileggetevi pagina 447 del verbale dell’assemblea del 29 aprile!
Un inqualificabile ed ingiustificabile cumulo di bugie, Mister Scent; bugie perché oggi chiedete ancora l’elemosina, bugie perché sembrerebbero spariti 106 miliardi euro, bugie perché l’affermazione appena letta conteneva l’esplicita ammissione che si sarebbe fatto ricorso ai Tremonti bond e non ad un nuovo aumento di capitale.
Insomma, avevo ragione io a porre la domanda ed avete avuto torto voi, Mister Scent per primo, a rispondere come risulta dal verbale.
Rinnovo la domanda di allora ed attendo risposta: siamo a posto con la liquidità adesso, o sono previsti ulteriori interventi?”
In base ai vostri comportamenti sembra proprio che non siamo a posto.
Ricordo solo una decisione semplicemente allucinante che il Consiglio ha preso pochi mesi fa.
E’ stato deciso di vendere alcune centinaia di filiali e agenzie, evidentemente per “fare cassa” (ma allora abbiamo bisogno i soldi? Non avevate detto il contrario?).
Certo, il comunicato stampa ufficiale parla di “proseguire il piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare del gruppo”, ma sono frasi fatte senza senso, simili a quelle che dobbiamo sopportare all’aeroporto, quando ci dicono che l’aeromobile ha 10 ore di ritardo per “motivi tecnici” che nessuno ha la cortesia di spiegare…
Diteci la verità, non le bugie: non è un piano di razionalizzazione, ma un piano di dismissioni!
Secondo le notizie pubblicate sui giornali, la vendita è avvenuta ad un prezzo inferiore del 15% a quello di stima.
Domanda alla quale attendo risposta: Perché?
Per favore, non venitemi a raccontare la storiella che, trattandosi di una vendita in blocco, è logico fare uno sconto al compratore; perché, trattandosi di un “acquisto in blocco” non avete imposto una maggiorazione al compratore? Provo a rispondere io. Perchè Unicredit ha un disperato bisogno di soldi e si vende i gioielli di famiglia per tirare avanti.
Il bello è che la vendita è stata fatta a favore di REAM SGR un fondo immobiliare nel cui consiglio di amministrazione siede, con la carica di Presidente, un certo Fabrizio Palenzona.
Domanda alla quale attendo risposta: è un parente del nostro Vice Presidente? O è il nostro Vice Presidente?
Vorrei chiarimenti perché, se così fosse, qui nasce un conflitto d’interessi mostruoso e nascono legittimi dubbi sulla congruità dell’operazione.
Ma non finisce qui
Lo stesso giornale riferisce che, dopo pochi mesi da un’analoga operazione compiuta a fine 2008 Unicredit (che possedeva il 30% circa delle quote del fondo Omicron nel quale erano stati inseriti i cespiti) ha venduto una quantità enorme di quote del fondo, facendo così cassa per due volte (ma allora abbiamo bisogno di soldi? Non avevate detto il contrario?). Secondo le notizie pubblicate sui giornali, la vendita è avvenuta ad un prezzo inferiore del 40% a quello del NAV!
Ricapitoliamo per capirci.
Voi svendete le nostre sedi senza dirci niente (magari una me la sarei comprata io, con uno sconto del 15%!) e, non contenti e soddisfatti, svendete anche le quote rappresentative di quelle sedi (magari me le sarei comprate io, con uno sconto del 40%!). Alla fine quelle sedi sono state vendute ad un valore complessivo inferiore del 49% al reale (15% in meno sulla stima iniziale e 40% in meno sul NAV; se i calcoli sono sbagliati, attendo correzioni credibili, se la notizia è falsa chiedo perché non l’avete smentita).
In ogni caso non posso che stigmatizzare questo fatto incredibile che ha depauperato il nostro patrimonio e che ci ha provocato (a noi azionisti di maggioranza, beninteso, non certo a voi che magari anche da questa operazione avrete tratto occasione per concedervi un bel bonus…) un danno economico non indifferente.
Attendo smentite circostanziate, chiarimenti sui prezzi fissati per la vendita degli immobili e per la cessione delle quote.
Nell’assemblea di aprile avevo sollevato la questione dell’operazione Brontos congegnata con Barclays per eludere il fisco e mister Scent ha risposto che “il documento cui si fa riferimento è un documento interno di Barclays, di cui quindi il Gruppo Unicredit non era a conoscenza” (rileggete pagina 450 del verbale).
Le bugie hanno le gambe corte!
Lo scorso agosto tutti i giornali hanno pubblicato la notizia che “I pm indagano Unicredit e Intesa San Paolo aprendo un’inchiesta sui rapporti tra le due banche e Barclays. Ipotesi di reato: elusione fiscale”. Ricordo solo che l’operazione ha un importo di 2,5 miliardi ed ha fatto risparmiare 75 milioni di imposte.
Domanda: non sarebbe meglio destinare quei miliardi al finanziamento di piccole e medie imprese (vi ricordo, se non leggete i giornali, che ci sono 250.000 piccole aziende a rischio sopravvivenza), ricavarne il giusto utile e pagare regolarmente le tasse come facciamo tutti noi?
Ma voi non pensate alle piccole aziende, pensate a Zunino cui avete prestato 40 milioni di euro (pari all’1% dell’aumento di capitale) inesigibili tanto che, insieme alle altre banche avete dovuto prestare altri soldi per evitare il fallimento della Risanamento (ironia della sorte, nomen omen…; scusate se uso il latino e non l’inglese, andate a tirar fuori il vecchio Campanini Carboni se non capite la fine allusione).
Un piano di risanamento che la procura ha giudicato vacuo perché, come scritto nella relazione dei pm Laura Pedio e Roberto Pellicano, il piano “a ben guardare, più che favorire la società stessa sembra garantire le posizioni delle banche maggiormente creditrici”.
Potrei parlare anche dell’altro furbetto del mattone, Giuseppe Statuto, ma lascio perdere per pietà nei vostri confronti, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, è sempre lo stesso film…
Se io chiedo 50.000 euro per comprarmi casa mi dite di no, se Statuto vi chiede 100 milioni per comprarsi il Four Seasons a Milano ad un prezzo spropositato (record mondiale di costo per stanza!) gli concedete senza esitazioni quanto richiesto.
Domanda: quando vi deciderete a finanziare chi ha bisogno di capitali per produrre reddito e smetterete di finanziare chi chiede capitali per speculare?
Ma voi non pensate alle piccole aziende, pensate a Madoff, con cui il Gruppo ha effettuato speculazioni attraverso Bank of Austria, Pioneeer Alternative, Bank Slovakia, come risulta dalle class action impostate negli USA (beati loro che hanno questo strumento) con richieste per danni per miliardi di euro. Sicuramente mi risponderete che le pretese sono destituite di ogni fondamento, ma ugualmente chiedo:
a quanto ammontano le richieste di rimborso in giro per il mondo legate a questi brillanti investimenti legati a Madoff?
E visto che ne ho accennato, parliamo di bonus che sono, insieme con la forsennata diffusione dei derivati, la causa principali della crisi che ancor oggi stiamo vivendo.
Il mondo non ne può più dei vostri premi faraonici.
Il mondo non vuol sentir più parlare di manager che dopo aver fatto fallire una banca se ne vanno con miliardi di euro di liquidazione lasciandosi le macerie dietro le spalle.
Il mondo non ne può più di un sistema bancario senza valor etici.
Leggo solo qualcuno tra le centinaia di articoli comparsi negli ultimi sei mesi sul tema.
“L’Europa fa scoppiare la guerra dei bonus” La Stampa 18/9
“Banca padrona: rispuntano i bonus” Libero 27/10
“Draghi avverte: No ai nuovi superbonus” La Stampa 29 ottobre.
“Bonus a banchieri. istruttoria di Bankitalia” Corriere della sera 18/10
“Wall Street si ribella al taglio dei bonus” Libero 24/10 e nel sottotitolo “Bank of America: così ci affossate” (piccolo commento a questa frase e scusate l’espressione hard ma quanno ce vo’, ce vo’: Amici di Bank of America, c’avete proprio la faccia come il culo! Lo Stato vi ha salvato e voi prendete quei soldi per distribuirveli anziché per finanziare l’economia: vergogna!).
E Golman Sachs ha già messo da parte 17 miliardi di dollari per i suoi dirigenti. Signori, è l’equivalente di una manovra finanziaria italiana…
Negli USA i banchieri si sono intascati gli aiuti statali e si sono distribuiti 140 miliardi di dollari (il 20% in più dell’anno precedente).
Ma qualcuno di loro ha letto i giornali?
Qualcuno sa che l’economia mondiale è stata a un passo dal tracollo per colpa loro?
Qualcuno si è reso conto che dovrebbe pagare i danni, altro che incassare i bonus?
Perché l’attuale positivo andamento delle banche non è merito dei manager.
E non ve lo dice Gianluigi De Marchi, piccolo azionista rappresentante della maggioranza, ma nientemeno che Christian Noyer Governatore della Banca di Francia e consigliere della Banca centrale europea. Sentite cosa ha dichiarato “E’ chiaro a tutti che gli utili messi a segno di recente dal settore finanziario sono per la maggior parte il risultato delle politiche pubbliche attuate per contrastare la crisi e non sarebbero stati possibili senza i bassi tassi d’interesse prevalenti al momento attuale e le garanzie pubbliche ancora in atto”.
Capito? Altro che bonus a manager qui bisognerebbe dare un bonus ai Ministri delle Finanze!
Signori consiglieri vi invito a leggere l’inserto Plus del Sole 24 Ore del sabato, in particolare la rubrica “Mal di budget”.
Potreste aprire gli occhi leggendo le lettere scritte da dipendenti vostri o di altre banche che scrivono frasi del genere.
“I nostri manager non si curano della Mifid, del codice etico che pur decantano, trascurano le esigenze della clientela se queste non coincidono con il loro budget”.
“I dirigenti utilizzano frasi ad effetto per far breccia su di noi come “La nostra banca ha dei valori” oppure “Lo stile della nostra banca è fatto di rispetto per le persone” poi ci ritroviamo tre giorni dopo con il responsabile di area trasferito e umiliato perché la sua area vendeva poche polizze index”.
“Amo il mio lavoro, ma odio il mio capo che mi costringe a fare il piazzista”.
Leggete ogni tanto il punto di vista degli altri e non beatevi assaporando i rapporti dolciastri dei vostri collaboratori diretti.
Mettetevi barba e baffi finti e girate in qualche filiale a sentire cosa dicono di voi dipendenti e clienti: resterete choccati, altro che bonus!
E magari leggetevi (se non lo avete già fatto) il volumetto SOPRA LA BANCA IL BANCARIO CAMPA, SOTTO LA BANCA IL CLIENTE CREPA e cercate di mettere anche un po’ di etica nel vostro lavoro.
Etica: vi suggerisco solo tre concetti (di più sarebbe pericoloso).
La persona prima del capitale, il progetto prima del patrimonio, l’equa remunerazione prima della speculazione.
Ricordatevi che l’ethos è più restrittivo della lex: i bonus stratosferici vanno contro il consenso sociale, anche se erogati sulla base di un contratto giuridicamente perfetto.
Un ultimo punto di analisi per il quale chiedo urgente risposta.
All’inizio del mese è uscito su tutti i giornali la notizia del cambiamento del modello della banca tripartita (corporate, retail e private) che, in effetti, è largamente considerata una sciocchezza (anche e soprattutto all’interno della nostra banca; basta parlare con i dipendenti per capire lo stato di confusione in cui vivono).
Ma allora abbiamo perso anni e anni per applicare schemi e disegnini di una società di consulenza in cerca di notorietà?
Domanda: quanto è costato chiamare anni fa Mc Kinsey per organizzare la banca “a pezzi” e quanto costerà richiamarla per tornare indietro? Vorrei sapere almeno la prima cifra e vorrei assicurazioni che non ci sarà la seconda, perché per tornare indietro non c’è bisogno di un consulente, ma solo del buon senso.
In chiusura esprimo la mia dichiarazione di voto.
Sono contro l’aumento di capitale, contro tutta la vostra politica gestionale, contro tutto ciò che voi rappresentate.
Good bye mister Rampl, good bye mister Scent!
Prossimo appuntamento ad aprile, per l’assemblea di bilancio.
Io ci sarò; spero di cuore che voi non ci siate!
7 commenti presenti
Gianluigi buongiorno O_O
volevo chiedere, che tipo di materasso è consigliabile per i miei risparmi? 😀
Scritto da Tyler il 19 Nov 2009
Gianluigi…Un grande!
Scritto da gabriele mastellarini il 19 Nov 2009
non consiglio mai il materasso perché è rischioso (topi, incendi, allagamenti possono far perdere tutto…
a parte le battute, le banche ce le dobbiamo tenere (sono un MALE NECESSARIO) ma dobbiamo imparare a obbligarle a fare i NOSTRI interessi non i LORO
Diffidare dei consigli (chiedere a tre quattro diverse banche, a 3-4 promotori, ad amici informati e poi decidere di fare solo cose che si capiscono senza farsi venire il mal di testa
auguri!
se vuoi saperne di più leggi il mio libro SOPRA LA BANCA IL BANCARIO CAMPA è utilissimo!!!!
Scritto da gianluigi il 19 Nov 2009
De Marchi.
Lei ha seriamente pronunciato questo discorso nel corso dell’assemblea?
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 19 Nov 2009
GRANDE!!!
p.s. stupendo il libro “sotto la banca .. ecc”
Scritto da Matteo Maria Rossi il 11 Gen 2010
Mr.De Marchi for President ! Anzi: CEO !
Scritto da Luca il 11 Gen 2010
ringrazio i fans che mi propongono per presidente di unicredit, ma non lo farei neppure per il doppio dello stipendio di “mister Scent” (che, come è noto, becca 3 milioni l’anno più bonus faraonici che hanno toccato i 12 milioni l’anno!!!!).
a dean keaton confermo che il discorso è stato pronunciato ed è stato videofilmato da unicredit stesso (che però non rilascia copia…) ed ha ottenuto tre applausi a scena aperta dai soci presenti (quelli VERI, non i tirapiedi delle banche o dei fondi comuni)
Scritto da gianluigi il 14 Gen 2010