ESSERE FEDELI È STUPIDO…
5 Novembre 2016di Gianluigi De Marchi
Ebbene sì, essere fedeli è stupido; ma non stiamo parlando di fedeltà coniugale, di fedeltà a valori morali, di fedeltà a idee politiche o altro, ma di fedeltà alla propria banca.
Un tempo molti dicevano: “Ho il conto nella stessa banca in cui mio padre e mio nonno erano clienti”; lo dicevano con orgoglio e sicuramente ne avevano anche dei vantaggi, perché i clienti “fidelizzati” erano una risorsa importante per le banche. E le banche li ricompensavano con trattamenti di favore, guardati con invidia dai clienti “normali” che non potevano vantare decenni di fedeltà…
Oggi, purtroppo, non è più così. In un mondo che corre (non si sa dove e perché…) l’obiettivo delle banche non è trattare bene la clientela, ma trovare nuovi clienti per ampliare le basi di guadagno. E così ai “nuovi” si riservano condizioni di favore, per allettarli ed indurli a cambiare banca. Tassi agevolati sui depositi, spese azzerate su bonifici, commissioni dimezzate sulle operazioni in titoli e così via.
Peccato che questi trattamenti di favore si rivelino dei semplici “specchietti per allodole, che durano pochi mesi (al massimo un anno). Passato il primo periodo, la banca dà un colpo di spugna alle condizioni agevolate e passa a trattamenti “ordinari”.
L’allarme è lanciato da un’autorità indiscussa, la banca d’Italia, che recentemente ha fatto uno studio sui costi dei conti esaminando separatamente le condizioni in base alla durata del rapporto.
Chi ha un conto aperto da un anno paga mediamente 52,7 euro l’anno; chi lo ha da due anni paga 58,8 euro; la media di tutti i conti è 82,2 euro. Il bello (si fa per dire…) è che chi è cliente da oltre 10 anni paga la bellezza di 98,7 euro.
Insomma, i clienti fedeli pagano il doppio degli infedeli, quelli che ogni anno “mettono le corna” allo sportello e si trasferiscono in un’altra banca!
Siccome i “traslochi” sono gratuiti e per legge debbono avvenire in pochi giorni, è evidente che tutti dobbiamo abituarci a ragionare in maniera diversa rispetto ai nostri genitori ed ai nostri nonni.
E se non abbiamo il coraggio di farlo, almeno negoziamo con il direttore migliori condizioni, pretendendo di essere trattati come degli “infedeli”!