FONDI E GESTIONI? ALLA LARGA!
30 Settembre 2014di Gianluigi De Marchi
Si immaginava da tempo, ma ora c’è la certezza, quantificata e certificata da Mediobanca: i fondi e le gestioni bancarie non sono una buona forma di investimento, anzi distruggono ricchezza anziché crearla.
E’ l’impietosa conclusione che si trae dalla lettura dell’interessante e documentato studio sulla cosiddetta “industria del risparmio gestito”, cioè delle forme di investimento in mano alle banche per raccogliere risparmi ed indirizzarli verso titoli azionari od obbligazionari. L’anno scorso, dopo un decennio di crisi continua certificata dal calo della raccolta (diventata negativa), si è improvvisamente registrato un dato positivo, con nuove sottoscrizioni superiori ai riscatti per alcuni miliardi di euro. Ma questo incremento non basta a bloccare un declino che sembra inesorabile: il risparmio gestito crolla dal 42% del PIL (dato del 1999) al 9% (in Europa si passa, nello stesso periodo, dal 48% al 75%), e nella classifica mondiale l’Italia passa dal quarto posto al quattordicesimo. Il motivo è presto individuato: i rendimenti ottenuti sono largamente inferiori a quelli medi di mercato. Detto in termini semplici e comprensibili a tutti: chi ha investito in fondi o gestioni ha ricavato meno (in certi casi molto meno) di chi si è “accontentato” di destinare i propri risparmi ai BOT, ai BTP o ad un giardinetto di azioni. Non ci credete? Leggete questi dati e ricredetevi: chi ha investito, nel corso degli ultimi 30 anni, in BOT annuali ha oggi un capitale che è cresciuto di 5 volte (100.000 euro sono diventati 500.000); chi si è affidato alle sirene della pubblicità dei fondi e delle gestioni si deve accontentare di 400.000 euro…Mediobanca calcola in oltre 86 miliardi la distruzione di valore subita dai poveri risparmiatori “fondisti”.
Come è possibile? Il fatto è che le gestioni costano: costano a sottoscriverle, costano a mantenerle, costano (a volte) a chiuderle…Ogni anno banche e società di gestione incassano circa 2,5 miliardi di euro di commissioni, che passano dalle tasche dei clienti a quelle dei gestori: in 30 anni fanno 75 miliardi, ecco dove sono finiti quelli che mancano!
Consiglio per i lettori: se avete paura dei rischi e destinate i vostri risparmi solo a titoli di Stato ed obbligazioni, state alla larga dai fondi e dalle gestioni, sceglietevi un po’ di BTP, un po’ di obbligazioni ad alto livello di sicurezza ed incassatevi tranquillamente le cedole. Se siete amanti del rischio, fatevi il vecchio “giardinetto”, con azioni di società conosciute che non vi faranno passare notti insonni (naturalmente dovrete impiegare un po’ di tempo per occuparvene).
Ma ne varrà la pena…