Per uno scambio di battute su Facebook, Gioacchino Genchi sospeso dalla polizia
24 Marzo 2009di Sergio Fornasini
Non avete letto male, il titolo di questo articolo è corretto: Gioacchino Genchi è stato sospeso a tempo indeterminato su disposizione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e sottoscritta dal Capo della Polizia Antonio Manganelli. Secondo quanto riportato da Adnkronos, l’atto è motivato da dichiarazioni “lesive per il prestigio di istituzioni dello Stato” e pubblicate sul blog del poliziotto-consulente.
Il 19 marzo Genchi scrive su Facebook un messaggio di auguri per la festa del papà, il giornalista di Panorama Gianluigi Nuzzi ricambia “seppur mal tollerando alcune tue bugie”. Questo innesca uno scambio di battute che viene riportato successivamente da 19luglio1992.com oltre che in “Legittima difesa“, il blog personale dello stesso Genchi. Il contenuto della replica conclusiva è stato ritenuto talmente grave da generare il provvedimento disciplinare, con sospensione dalle funzioni e dello stipendio. Ma sono davvero così lesive per gli organi dello stato le parole scritte in risposta alle accuse del giornalista, sono “atteggiamenti deontologicamente scorretti per un funzionario della Polizia di Stato” come è scritto nel documento di sospensione? Basta leggerle per rendersi conto del pretesto strumentale, prosegue l’isolamento di colui che è stato consulente di tanti magistrati.
Per il momento a favore di Genchi la solidarietà arriva solo via Facebook, nulla da segnalare ancora dal fronte travaglino-grillino-dipietrino. Invece Salvatore Borsellino annuncia iniziative di protesta e lancia questo appello: “Tenetevi pronti : io, Sonia Alfano e Benny Calasanzio stiamo per lanciare un appello per protestare sabato davanti alle questure di tutta Italia contro il vergognoso provvedimento preso nei confronti di Gioacchino.
Non lo lasceremo massacrare in silenzio, dobbiamo difenderlo finchè è vivo, non piangerlo quando sarà morto, dobbiamo portare davanti a tutti la nostra rabbia o saremo anche noi complici di questo assassinio. Preparatevi, non è più tempo di parole, alziamo la testa, non accetteremo più che la Giustizia sia calpestata e che prevalga il sopruso nei confronti dei servitori onesti dello stato. Reagiamo ora, subito, o ci elimineranno uno per uno.
RESISTENZA non deve essere solo una vuota parola da scrivere in un blog, deve essere un urlo che si deve levare nelle piazze, davanti ai luoghi del potere, che deve fare tremare le vene e i polsi a chi sta distruggendo il nostro paese, a chi sta rubando il futuro ai nostri giovani.”
Alcuni media sembrano ignorare completamente le motivazioni della sospensione, ne cito tre scelti non a caso: il Corriere scrive che il fatto è avvenuto a seguito dell’inchiesta che vede l’ex consulente di De Magistris indagato per abuso d’ufficio e violazione della privacy, antimafia2000.com invita a precisare ma tuttora senza esito. Il Giornale non si discosta di una virgola ed anche per Repubblica la sostanza non cambia, anzi alla disinformazione comune aggiunge anche una bella perla confondendo cognomi, vedere qui nell’allegato che bello svarione. Da enciclopedia del giornalismo, nemmeno il copia-incolla sanno fare. Adnkronos pubblica prima la notizia già ben definita e dopo neanche mezz’ora riporta il contenuto dell’atto notificato a Genchi, subito ripreso da libero-news.it, riportando la notizia correttamente a testimonianza della professionalità della redazione diretta da Vittorio Feltri.
Occhio a quanto scrivete su Facebook, può essere pericoloso. Ma non c’era la libertà di espressione?
9 commenti presenti
Qui non si tratta di libertà di espressione, caro Sergio, ma di rispettare, come appunto dice il provvedimento del ministero dell’Interno, i “doveri connessi alla funzione rivestita e alle responsabilità sottese alla qualifica ricoperta”.
In parole semplici un funzionario di Polizia, ad un giornalista che lo accusa di dire “bugie”, può rispondere che ne risponderà nelle sedi opportune, ma certamente non può ribattere che “le bugie sono solo quelle che scrivi tu e il tuo giornale, solo al servizio di chi vi paga”.
Lo può fare un dipietrino-grillino-travaglino-alfanino-demagistrino-vulpino-fratellinodiborsellino, ma non certamente un funzionario di Polizia, tra l’altro già diffidato in precedenza a causa di questa condotta.
Ed un funzionario di Polizia non può nemmeno riferirsi genericamente a dei colleghi della Guardia di Finanza per ben due volte chiamandoli “tuoi amici” (del giornalista Nuzzi), lasciando intendere chissà che cosa. Se ha notizie di reato si rechi dal giudice e le riferisca, altrimenti taccia, proprio in virtù del ruolo che ricopre, che non è quello di aizzapopolo, ma, lo ribadisco, di funzionario di Polizia.
L’invito a radunarsi per protestare davanti a tutte le questure d’Italia per difendere Genchi da chissà quali oscure minacce è quindi francamente ridicolo.
Viceversa dovrebbero essere tutti i poliziotti d’Italia a radunarsi sotto casa di Genchi a manifestare in difesa della propria onorabilità e del prestigio del Corpo.
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 24 Mar 2009
Questa vicenda secondo me va sottolineata per alcuni motivi, il primo in assoluto è la pessima informazione che ne è stata data dagli organi di stampa, almeno fino a quando ho scritto il post la stragrande maggioranza dei giornali ne parla genericamente come di qualcosa legato all’inchiesta della magistratura di Roma che vede Genchi indagato.
Secondo, si può essere minatore o poliziotto ma se ti danno del bugiardo è lecito reagire. Alla fine si è forse lasciato andare eccessivamente, data la sua funzione, la diffida di un paio di giorni prima ed il fatto che la magistratura ha in corso un procedimento che lo riguarda. Per la serenità di tutti, compresa la sua, avrebbe fatto meglio ad evitare circostanze e situazioni che sono oggetto di indagine. Se non fosse che ne stanno parlando tutti gli organi di stampa di quegli stessi fatti, non sono state svelate azioni segrete. Ben volentieri anzi i media si sono occupati della vicenda facendone titoloni e versando fiumi di inchiostro, reagire a chi ti accusa di mentire con l’elenco delle bugie raccontate da altri, secondo il suo parere, non mi sembra poi così sbagliato.
Terzo e concludo: le iniziative di Salvatore Borsellino possono piacere o no, tra le sue affermazioni ce ne sono però alcune che non debbono e non possono dispiacere ad un cittadino onesto qualsiasi: “chi tocca i fili muore” non è una frase priva di senso, il potere reagisce con feroce durezza contro chi lo contrasta. Anche il richiamo a reagire manifestando il proprio dissenso è più che lecito, non si può continuare a starsene a casa a guardare tutta la schifezza che propina la TV e poi lamentarsi perché le cose non vanno bene, perché inevitabilmente andranno ancora peggio in mancanza di reazioni. Un altro Borsellino ci ha lasciato in eredità alcune parole che vanno ben oltre le divisioni ed i pro e contro, riguardano l’importanza di quel “movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità“
Scritto da Sergio Fornasini il 24 Mar 2009
Io di tutta sta vicenda non ho capito bene una cosa: prima mi si tratteggia Genchi come un comune privato cittadino cui vengono affidati casi delicatissimi e quindi si rimarca il concetto che sia uno scandalo che dati così sensibili siano delle mani di un privato cittadino, quando il privato cittadino si difende come meglio crede salta fuori che è un funzionario di polizia e che quindi ha un codice deontologico da rispettare. Qui c’è qualcosa che non va.. o una o l’altra cosa.
L’impressione che se ne trae è che si pretenda che quest’uomo si lasci insultare senza reagire e che se ne stia bel bello sempre dalla parte del torto.
Scritto da Tania il 24 Mar 2009
Tanto va Gioacchino al lardo, che ci lascia lo zampino.
Scritto da Fabrizio Spinella il 24 Mar 2009
Vede, Tania, questa è un’altra stranezza di questa storia. Genchi è effettivamente un funzionario di polizia, ma si è messo in aspettativa non pagata per più di dieci anni proprio per fare il consulente privato dei magistrati, costituendo anche una società commerciale per questo. La ragione si fa presto a trovarla: come consulente privato Genchi ha incassato centinaia di migliaia di euro per il suo lavoro, che da poliziotto avrebbe dovuto invece svolgere ricevendo il suo normale stipendio.
E pensare che fece della riservatezza il suo punto d’onore. Povero Giocchino, speriamo che una candidatura alle europee arrivi presto anche per lui.
Scritto da asdrubale il 24 Mar 2009
E certo che non è difficile da capire, cara Tania.
Prima era funzionario di Polizia, poi è andato in aspettativa sindacale non retribuita ed ha fatto il consulente privato per alcune Procure ed infine è tornato nel Corpo.
E capisci bene che, in quel ruolo (di poliziotto, non di privato cittadino), non si possono rilasciare interviste come questa che gli è costata la prima diffida.
http://www.orsatti.info/2009/03/14/trascrizione-integrale-dellintervista-a-gioacchino-genchi-da-cui-il-servizio-su-left/
Quando poi, seppur attaccato, rispondi ad un giornalista di Panorama che “le bugie sono solo quelle che scrivi tu e il tuo giornale, solo al servizio di chi vi paga”, ecco la goccia che fa traboccare il vaso e la conseguente sospensione.
Chiaro adesso?
Saluti
Scritto da Dean Keaton il 24 Mar 2009
Dalla lettura dell’intervista, mi accorgo ora che le conoscenze del super investigatore Genchi, riguardo la massoneria e l’opus dei, discendono dalla lettura del libro di Ferruccio Pinotti, scrittore e giornalista che, da solo o in compagnia, è un indefesso produttore di libri di facile lettura e di facili congetture su tutti i cd “misteri italiani”. Si possono così comprendere allora anche la genesi delle fumose inchieste iniziate e finite (nel nulla) dal pm De Magistris. Non mi meraviglierei se il dottor Genchi fosse anche un accanito lettore di Cronaca Vera.
Questo passa il convento e se in Italia non si viene mai a capo di nulla,il motivo c’è e si vede pure.
http://grandinchieste.blogspot.com/
Scritto da asdrubale il 25 Mar 2009
Quel mostro di Genchi, quello che aveva addirittuta 13 milioni di utenze telefoniche, sette milioni in meno di pagine bianche per intenderci, pare abbia avuto ragione avanti il Tribunale del Riesame.
http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_10/genchi_archivio_dissequestrato_bca87390-25c8-11de-bdf0-00144f02aabc.shtml
Scritto da tequilero il 10 Apr 2009
Alcuni stralci delle motivazioni del Riesame che ha dato ragione a Genchi.
L’indagine contro di lui non ne esce molto bene.
“Gioacchino Genchi non ha violato la legge quando, nella veste di consulente dell’ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, ha acquisito ed elaborato i tabulati telefonici relativi a utenze in uso a parlamentari ed esponenti dei servizi di sicurezza ne’ ha violato la privacy quando ha effettuato 2600 interrogazioni all’Anagrafe Tributaria utilizzando l’abilitazione del Comune di Mazara del Vallo.”
Attendiamo l’esito del ricorso della Procura in Cassazione.
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/14902/48/
Scritto da tequilero il 16 Apr 2009