GESTORI DEI FONDI: GARA PERSA CON GLI INDICI
25 Febbraio 2015di Gianluigi De Marchi
Le statistiche annuali elaborate dalle riviste finanziarie sono impietose, ma confermano quanto da anni gli osservatori indipendenti sanno bene: i fondi comuni d’investimento perdono regolarmente i confronti con gli indici medi dei mercati. Detto in altri termini, i rendimenti che i gestori dei fondi (profumatamente pagati) riescono ad ottenere grazie alla loro attività sono inferiori a quelli medi.
L’ultima “pagella” pubblicata a fine 2014 è significativa: sul totale degli oltre 8.000 fondi a disposizione dei risparmiatori, solo il 19% riesce a far meglio del mercato di riferimento, mentre l’81% guadagna meno (o perde di più, il che è ancora peggio…).
Insomma, un cosiddetto esperto che sta ore e giorni chino sulle statistiche economiche, i bilanci, i dati valutari e poi compra o vende azioni ottiene risultati peggiori di chi (anche privo di qualunque conoscenza economica o finanziaria) operasse semplicemente acquistando un’azione di tutte le società quotate in una borsa…
Eppure i partecipanti ai fondi pagano fior di commissioni per farsi gestire i risparmi, nella fiduciosa speranza di veder crescere il capitale faticosamente risparmiato.
Anni fa un gruppo di studiosi fece un esperimento rimasto nella storia: misero a confronto i risultati dei gestori dei fondi con quelli ottenuti da un macaco addestrato che, stimolato da segnali, sceglieva colorati cubetti sparsi sul pavimento della sua gabbia, ognuno dei quali portava un numero che rappresentava una società quotata. La scimmia raccoglieva cubetti nel numero casuale che voleva e “costruiva un portafoglio” che era confrontato con quello degli esperti. Ebbene, il simpatico Tilly (questo il nome del macaco) alla fine del periodo di osservazione ha ottenuto una performance esattamente pari al doppio di quello della media dei gestori professionali!
E così non possiamo neppure insultare il nostro gestore di riferimento dandogli del macaco: sarebbe un complimento, non un insulto…