GLI UTILI VANNO GIU’, GLI STIPENDI DEI CAPI VANNO SU…
21 Gennaio 2010Passato il grosso della bufera, i manager delle grandi banche studiano nuovi sistemi per accrescere i loro faraonici compensi. Non ne parla praticamente nessuno, tranne Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com
In tutto il mondo c’è una protesta diffusa e crescente contro la politica degli incentivi erogati ai vertici delle grandi banche e delle grandi compagnie di assicurazione. Una protesta legata non solo all’oggettiva sproporzione tra compensi faraonici per pochi e compensi spesso modesti per tanti, ma anche alla condanna del comportamento dei responsabili dei grandi operatori del mercato finanziario, colpevoli (e non ci sono attenuanti) del crack finanziario del 2008 che sta provocando danni enormi ancor oggi. Il recente G20 (il consesso dei paesi più sviluppati del mondo) aveva provato a porre un limite a certi eccessi, ma l’opposizione di alcuni governi ha bloccato tutto, rinviando la patata bollente ad un altro organismo, il Financial stability board, presieduto da Draghi.
Nel frattempo, fiutata l’aria, i grandi manager si sono attrezzati, in modo da vanificare eventuali provvedimenti punitivi nei loro confronti: volete ridurci i bonus? Bene, accomodatevi pure, nel frattempo noi ci aumentiamo lo stipendio. Non è neanche stata fatta la legge ed è già stato trovato l’inganno! Il trucco è stato scoperto dall’UILCA (il sindacato UIL del credito e delle assicurazioni) che ha fatto un documentato studio (“La risposta del top management alla crisi finanziaria” scaricabile mediante il link a fondo pagina *) su undici gruppi bancari italiani ed otto assicurativi per capire cosa sta succedendo nella dorata “jungla” delle super retribuzioni.
E’ emerso che i maxi stipendi sono aumentati nella parte fissa (pudicamente chiamata “emolumento per la carica”) e diminuiti per la parte relativa ai bonus. E così, di fronte ad un calo medio (nel campione esaminato) dell’87,76% dei profitti e del 36,7% delle quotazioni azionarie, gli emolumenti per la carica sono cresciuti da 11,588 milioni nel 2007 a 11,853 milioni nel 2008 con un bell’aumento del 2,28%. Qualcuno dirà pudicamente (se ha molta faccia tosta…) che non è che la copertura dell’inflazione; ma coprire l’inflazione per chi porta a casa 200.000 euro al mese (leggete bene, al mese, non all’anno!) è semplicemente offensivo per chi copre l’inflazione con 30 euro all’anno di aumento di stipendio…
E sono già belli e pronti i piani d’incentivazione per il 2009 che consentiranno (grazie ai soldi pubblici che hanno salvati i colossi malati) di ridistribuire prontamente nuovi bonus nel 2010.
Lo studio UILCA conclude, con molto equilibrio e senza polemiche, con una frase significativa: “La questione relativa al valore assoluto di certe retribuzioni ed il loro rapporto con quanto guadagna la media dei lavoratori italiani ha assunto oggi una dimensione economica e morale che ormai non può più essere ignorata dalle aziende, dai loro vertici e dagli azionisti”.
Chissà se qualcuno comincerà a vergognarsi ed a voltare pagina rimettendo equilibrio?
* scarica il documento “LA RISPOSTA DEL TOP MANAGEMENT ALLA CRISI FINANZIARIA“